Pellegrini in Terra di Russia
Questa RACCOLTA permette a chiunque di trovare o fornire informazioni riguardanti il periodo della Campagna di Russia del battaglione Edolo nel 1942 - 1943 e specialmente a chi conosce il Battaglione Edolo, vuoi per appartenenza, vuoi perché il papà, il fratello, il cugino, lo zio, l’amico ecc... era lì inquadrato, di capire dove le tre Compagnie 50^ - 51^ - 52^ erano attestate con i Capisaldi su un tratto di fronte lungo circa 10 km, posizionato da Belogorje a Bassowka (denominata anche Basovka e Басовка in lingua russa) durante la Campagna di Russia nel periodo 1942 - 1943.
(Foto 1) La linea gialla tratteggiata indica la posizione dello schieramento del Battaglione Edolo
con le tre Compagnie: 50^ - 51^ - 52^ per un tratto di 10 Km circa. A sinistra il Tirano a destra il Vestone.
Il Caposaldo è il punto opportunamente scelto e fortificato di uno schieramento ed è in grado di esercitare reazione, o in caso di necessità, di resistere anche se circondato. La sua forza può variare da quella di un Plotone a quella di una Compagnia.
(Foto 2) Posizione del Caposaldo Lovere 17 Gennaio 1943
In evidenza lo schieramento dei Caposaldi del Battaglione Edolo. I nostri Alpini definita l’area da tenere, attribuivano ad essa il nome dei propri paesi per sentirsi più vicini a casa. Questo schieramento (foto 2) disegnato nel 1993 dal Reduce Gregorio Baffelli di Malegno, Sergente Furiere della 52^ Compagnia, è la rappresentazione storica del dispiegamento dell’Edolo nel periodo prima dell’inizio della Ritirata, avvenuta il 17 Gennaio 1943, giorno di S. Antonio, alle ore 17.00. Il Sergente Baffelli teneva il Ruolino di marcia e nel sito Ruolino di Marcia 52^ Compagnia Battaglione Edolo (link a fondo pagina), viene dato l'elenco completo degli alpini qui registrati.
MEMORIE DI STORIA VISSUTA ....
Ho sempre cercato fin da ragazzo di capire i momenti tragici della Campagna di Russia e la Prigionia in Germania in ben 5 Lager, che ha visto coinvolto anche mio padre Samuele classe 1915, ma le notizie che riuscivo ad avere da lui su quegli eventi erano sempre poche, scarne e brevi. Vedevo il suo volto assumere un atteggiamento di profonda tristezza, quasi dolore, si capiva chiaramente che faceva fatica e che lo disturbava molto. Ho ricordi molto lucidi a tal riguardo e ne indicherò qualcuno.
Nel Marzo del 1968 venni a sapere che si stava organizzando un pellegrinaggio a Mauthausen per portare in questo tristemente famoso Lager, una Corona in ferro battuto realizzata dall’artigiano Corini: su ogni spina della corona era posta una targhetta recante il nome di Nostri Camuni morti in Prigionia. Riuscii a convincere papà e partecipammo alla solenne cerimonia assieme a molti valligiani e al nostro Console in Austria.
Furono per Samuele giorni di grande calvario. Alla vista delle baracche del Campo il suo viso impallidì e dalla sua bocca non uscì più parola per i tre giorni della visita. Allora capii...quando mi raccontava che al rientro del lavoro coatto a cui era destinato, per sfamarsi raccoglieva le bucce di patata gettate nelle .... ed altro...
(Foto 3) Corona in ferro battuto
Un altro episodio molto toccante fu nel Maggio 1986, quando si tenne L’Adunata Nazionale Alpina a Bergamo. Arrivati in periferia della città, lasciata la sua macchina (Simca 1000), facemmo una bella trottata a piedi fino al luogo del raduno dell’ Edolo. Nessuna parola, ma sguardi molto attenti agli Alpini che incontrava. Giunti in centro vidi che corse verso una persona ... Era il Tenente Nardo Caprioli (foto 4), il Presidente Nazionale dell’A.N.A., suo diretto superiore nella 52^ Compagnia del Battaglione Edolo, posizionata a Bassowka sul Don. Fu una scena molto carica di umanità e fratellanza. Stettero abbracciati piangendo e battendosi le mani sulle spalle per non so quanti minuti ...
(Foto 4) Leonardo Caprioli classe 1920
Altre testimonianze di questa portata ci furono anche all’ Adunata di Brescia nel maggio 1970 quando incontrò un suo compagno d’armi che portava il colbacco russo trovato o catturato ... nella steppa ...
Commovente anche il momento in cui il Cappellano Militare Don Maurilio Turla sfilava attorniato dai Reduci ,che come lui avevano sofferto la Ritirata e la Prigionia in Russia nel 1943 . Don Turla fu l'ideatore, per un voto fatto alla Madonna, della Chiesa dedicata agli Alpini durante il periodo in cui era Parroco a Boario Terme (BS), inaugurata nel 1957. Scriveva in una lettera al Vescovo Bonomini di Como nel 1952 : " voglio dare agli italiani un Tempio che ricordi il sublime sacrificio di tutti i Caduti, alle Madri un altare sul quale possano pregare e piangere con più rassegnazione, ai Caduti e ai Dispersi il monumento più degno e significativo del loro sfortunato valore ... "
(Foto 5) Tempio degli Alpini a Boario Terme (BS)
Nel Settembre del 1993 gli amici di papà, Chini Giovanni di Darfo B.T. (BS), De Giuli Gianni di Breno (BS) Presidente dell’A.N.A. di ValleCamonica e i Reduci suoi amici, Baffelli Gregorio di Malegno (BS), Bonetti Gino di Pisogne (BS), Sala Fernando di Breno (BS), Cere Tomaso di Berzo (BS) e altri Alpini, Bertelli di Darfo B.T. (BS), Romano di Pisogne (BS), Ongaro di Breno (BS) e altri, ripetutamente lo invitarono a partecipare al Pellegrinaggio in Russia per l’inaugurazione dell’ Asilo ‘Sorriso’ , realizzato da Squadre Volontarie di Alpini in due anni di lavoro a Rossosch, struttura voluta da Noi come gesto di riappacificazione e fratellanza con il popolo Russo da Noi invaso durante la Campagna di Russia.
Foto scattata nel 1993 in riva al Don
Da sinistra: l'Alpino Albertelli Giuseppe di Darfo, l' Alpino Cere Tomaso classe 1922 di Berzo Inferiore reduce 52^Compagnia, Sig. Ongaro Vittorio di Breno, l'Alpino Sala Fernando classe 1921 di Breno reduce 52^Compagnia, l'Alpino Baffelli Gregorio classe 1917 di Malegno reduce 52^Compagnia, l' Alpino Bonetti Gino classe 1915 di Toline (Pisogne) reduce 51^Compagnia e inginocchiato, l'Alpino Romano Mario di Pisogne.
A questo invito, lo ricordo come ieri, Samuele non volle assolutamente partecipare e io insistendo, non riuscii a fargli dire il perché ... Conservo ancora il tagliandino dove si mostra di aver contribuito come tanti, alla donazione di un somma per la realizzazione di un pilastro in cemento per la struttura. La sua espressione si rattristò e la sentii a tratti dolorosa, forse riaffiorava l’esperienza di Mauthausen? ... forse il Programma mostrato prevedeva una visita generica e non precisa della zona del Don da loro tenuta? ... Proseguendo nella mia insistenza, feci presente che per la spesa, per i documenti e quant’ altro avrei provveduto io stesso, ma niente da fare, era irremovibile ...
Passa un po’ di tempo e un giorno mi chiamò a casa: “Vieni che c’è Gregorio Baffelli che ci vuol mostrare una relazione e le foto fatte in Russia”.
Da questo incontro scaturirono due cose molto importanti:
Samuele accettò con ancora poca ma più disponibilità, a parlare della 'Vicenda Russa'
iniziarono le mie ricerche sulla sua permanenza al Fronte Russo.
Questo avvenne perché l’amico di papà, Gregorio, ci consegnò la descrizione dettagliata di cosa avevano fatto durante il Pellegrinaggio e cosa avevano visitato. Infatti Baffelli, suo Furiere della 52^ Compagnia, ci consegnò due preziosi dettagli:
una mappa particolareggiata dello schieramento delle tre Compagnie dell’Edolo, la 50^, la 51^ e la 52^ con i relativi Capisaldi, e la 110 ^ Compagnia Armi Accompagnamento, dislocati sulla riva occidentale del Don, per un tratto lungo circa 10 Km che parte da Belogorje e arriva a Bassowka (foto 6)
una fotografia sbiadita di un edificio tra la vegetazione (foto 7)
(Foto 6) Dispiegamento dei Capisaldi
(Foto 7) Immagine sbiadita di una costruzione
Piano piano, giorno dopo giorno, con delicatezza iniziò un 'Nuovo Percorso' sugli episodi da lui vissuti. Il primo fatto importante che emerse era la spiegazione della meritata, ma mancata, ‘Medaglia d’Argento’ al valor militare. Mi fece trovare disegnata su un cartoncino la mappa del suo Caposaldo: era un disegno semplice, non in scala, frutto del suo lontano ricordo:
(Foto 8) Disegno fatto da mio padre Samuele come lontano ricordo del suo Caposaldo
Nella raffigurazione sono messi in evidenza questi particolari:
· il Caposaldo Lovere dove era schierato con il grado di Sergente e l’ansa del Don
· l’abbozzo a forma di casa che era la chiesa del luogo
· un tratteggio in rosso che unisce due punti
Questa la sua spiegazione breve ma dettagliata della mappa. Il Caposaldo Lovere era l’ultima posizione dello schieramento delle tre Compagnie dell’Edolo attestate davanti al Don, a confine con il Caposaldo Vestone, posizionato proprio al confluire dei due rami del grande fiume che lì, formando un ansa a forma di ‘D’ maiuscola, circonda una grande isola. Spiegava che il ‘Lovere’ e il ‘Foresto’ avevano un forte appoggio da un ‘punto di osservazione’ della linea del Fronte costituito dalle torri sovrastanti una chiesa posta a poca distanza dalla riva del fiume.
Il tratteggio in rosso era la raffigurazione del percorso fatto per collegare due postazioni attraversando un campo minato, senza avere la mappatura della posizione delle mine. Per questa azione, molto pericolosa svolta con un manipolo di Alpini, il suo Capitano aveva preparato la documentazione per la proposta della Medaglia d’Argento …, incartamento andato perso con la morte dell’ Ufficiale.
In questo luogo mi disse, furono numerosi i combattimenti, anche corpo a corpo……, ma sempre riuscirono a tenere la posizione, lasciando però come tributo la perdita di numerosi amici, perché in quelle condizioni non esisteva più, anche se sempre rispettato, il ‘grado militare’.
Mi spiegò che il giorno dell’ inizio della Ritirata, il 17 gennaio 1943 alle ore 17.00, ricevette l’ordine dai Superiori di rimanere fermo in posizione di protezione, durante il ritiro della sua Compagnia, cosa che fece con pochi uomini fino alle 3 di notte, per poi ritirarsi e a marcia spedita, ricongiungersi con il Battaglione a Podgornoje.
Toccante la sua intervista fatta nel 1993 ad una TV locale dove spiega questi eventi.
Importante testimonianza è quella legata all’azione condotta all’attacco 4 giorni prima della battaglia di Nikolajewka e precisamente il 22 gennaio 1943 a Scheljakino, dove per difendersi da un attacco, guidò gli uomini della sua Squadra Mortai a contrattaccare con successo. Per questa azione gli fu concessa la Croce al Valor Militare.
Queste le decorazioni ottenute da Samuele Pezzotti:
(Foto 9) Conferimento della Croce al Valor Militare, 21 Agosto 1954
Altri fatti importanti mi furono narrati, sempre con parsimonia, ma che qui non riporto, perché simili in tutto nella Tremenda Ritirata, ai migliaia di episodi descritti dai Reduci nella letteratura del dopoguerra. Tante sono le persone che di volta in volta ricorda: il Bonetti, il Sala, il Baffelli, il Caprioli, il Sacramoso, il Fanucchi e altre che, con rammarico, non ricordo.
Importante per me è mettere in evidenza la sua rinata voglia di incontrare i vecchi amici, partecipare, anche se non sempre, alle ricorrenze e alle manifestazioni.
Un episodio molto bello fu quello vissuto a Brescia per la ricorrenza del 50° della Battaglia di Nikolajewka. Accettò di partecipare dopo opera difficile di persuasione e fece il viaggio verso Brescia coi suoi amici. Anch'io andai a Brescia senza farglielo sapere e filmai l'evento: quando sfilando mi passò davanti, chiamato per nome, fu grande la sua meraviglia nel vedermi, e finalmente sul suo viso vidi delinearsi un’immagine di gioia e riappacificazione con il triste passato.
Gli anni passavano e ogni tanto faceva riemergere qualche ricordo, ma io non insistevo più di tanto, anche perché la sua salute era cagionevole e lo stava indebolendo sempre più. Un giorno gli feci ‘solenne giuramento’: "andrò io sui luoghi da te descritti, cercherò con ogni mezzo di trovare la zona da te presidiata con il grado di Sergente e di entrare nei dettagli del tuo Caposaldo Lovere".
Sono sempre più convinto che quel periodo abbia bruciato delle giovani vite per un conflitto al quale non c’è spiegazione e mi chiedo perché questi nostri valligiani e non solo (visto che ci sono notizie certe che al conflitto parteciparono persone di ogni regione d’Italia), furono mandati nella Steppa Russa, in un ambiente totalmente sconosciuto e ostile sia per morfologia sia per clima. Unica risposta: esaltazioni del Potere in mano all’ Uomo fanatico di puro egoismo.
Ricordo personalmente di aver letto sui muri delle case, ora da anni cancellate, frasi recitanti: ‘Credere, Obbedire, Combattere’ o ‘Vado, Vinco e Torno’ ecc ...
Nel 1997 e precisamente il 15 dicembre dopo lunga sofferenza Samuele ci lascia: è stato per me un passo inacettabile perché aveva ceduto il suo fisico, ma non la sua mente sempre lucidissima e ricca di preziosi suggerimenti. Tra gli amici e i reduci che si sono avvicendati al suo capezzale c'era molta commozione: oltre a narrare vicende vissute con lui sul Don e nella steppa, hanno speso sempre parole di ammirazione nei suoi riguardi.
Successivamente non abbandono i ricordi di mio padre, continuo da solo le ricerche sulle vicissitudini di questi uomini nella Campagna di Russia. Leggo e rileggo i libri che narrano la tragicità degli eventi che certe volte sembrano frutto di macabra fantasia, ma che poi riletta in altri testi prende forma sicuramente vera. Non so come resistettero. Bisogna pensare che un uomo non è una pietra, è un soggetto biologico e ha tante necessità che deve vivere ogni giorno, sonno, fame, sete, freddo,fatica,dolori, ferite, emozioni, bisogni corporali ecc.. e mi chiedo chi ha dato loro la forza di sopportare tutto questo non solo per un giorno o per un settimana, ma per un periodo lunghissimo che li ha visti transitare, combattendo battaglie disumane per moltissimi Kilometri, guardando ogni giorno la faccia orribile della morte, dell’abbandono, della disperazione.
Gli anni scorrono veloci, giunge il tempo della mia pensione, giunge il tempo di ‘internet’ e della sua facile utilità nel ricercare in ogni campo notizie utili. Ecco allora che oltre ai libri letti, leggo sul computer centinaia di pagine, osservo i particolari di centinaia di fotografie e decine e decine di mappe, ma sempre non trovo quello che cerco: il dettaglio dei luoghi e degli avvenimenti riguardanti la zona di Bassowka.
Un giorno più deciso che mai, con in mano la mappa di Gregorio Baffelli comincio a sfogliare pagine e pagine della ‘rete’ fino a quando finalmente digitando in cirillico Bassowka mi ritrovo davanti agli occhi con tanta meraviglia la vista delle anse del Don messe in evidenza dal satellite e la fotografia di una chiesa in mattoni rossi, che pur mostrando segni profondi di rovina, era architettonicamente bella.
(Foto 13) La Chiesa di Bassowka da internet
(Foto 14) Ansa del Fiume Don e Chiesa di Bassowka
Il confronto con la foto 7 portataci da Baffelli nel 1993 è stato folgorante e decisivo. Avevo trovato l’esatta ubicazione dei luoghi descritti da Samuele, la chiesa che ricordava come osservatorio, che era posto in alto sulle torrette, dal quale si dominavano con esattezza metrica i Capisaldi Foresto e Lovere, l’ansa del Don e le postazioni russe sulla sponda orientale del fiume.
Sono felice del ritrovamento, ora la mia mente recupera la lontana promessa fatta a papà e le ore dedicate alla navigazione si focalizzano alla ricerca di Pellegrinaggi in terra di Russia.
Cerca oggi, cerca domani, non trovo nessuno che organizzi un viaggio in Russia, trovo solo resoconti di Pellegrinaggi fatti. Un giorno però nel 2007, chiamando l’A.N.A. di Milano, mi danno l’indirizzo dell’ Agenzia Viaggi I.O.T. di Verona, che storicamente ha organizzato diversi viaggi proprio sui luoghi della Ritirata. Entro in contatto con la Sig.ra Evelina Kellner e stabiliamo fin da subito un buon rapporto. Evelina mi suggerisce di pazientare perché forse un gruppo di Alpini Veronesi si sta organizzando in tal senso e nel frattempo suggerisce di cercare partecipanti in Val Camonica e dintorni. L’entusiasmo sale velocemente, la ricerca parte subito coinvolgendo persone che conosco, radio e TV locali. Molti sono i contatti di chiarimenti ricevuti, ma alla fine saremo solamente sette Camuni entusiasti di partecipare: Lucia e Carmelo di Cividate, Olga e Camilla di Bienno, Pietro di Pisogne, io e mia figlia Zaira di Pisogne.
Finalmente il gruppo si materializza e si uniranno a noi Guido e Cesare di San Giovanni Ilarione, Laura e Michele di Montecchia di Crosara , Arduino di Lazise, Ernesto di Bardolino e Matteo di Ceva.
Partiamo il 20 agosto 2008 con in programma le visite a Mosca, Rossosch, Novaya Kalitva, Tamanova, Postojali, Belogorje, Podgornoje, Zelenij jar, Karabut, Opit, Garbusovo, Scheljakino, Valuiki, Nikolajewka.
Tutto procedeva come da programma, avevamo con noi due guide molto valide, la Sig.ra Masha di Mosca e Sasha di Rossosch. Non esprimo le emozioni, i sentimenti, le perplessità di tutti i partecipanti durante la varie tappe che alla fine conteranno 1700 km di scarrozzamenti su un piccolo pulmino a 4 ruote motrici (impensabile fare questi tragitti, spesso fuori strada tra la steppa, senza un 4x4) guidato dall’ottimo Vitaly, ma esporrò in breve l’impatto con la zona di Bassowka e la sua chiesa. La sera, al rientro all’albergo Rossosch di Rossosch (☺) mostrai a Sasha la documentazione che avevo raccolto su Bassowka: vidi il suo volto illuminarsi perché secondo me era la prima volta che vedeva così in dettaglio una zona della sua terra, la foto delle anse del Don viste dal satellite, la chiesa in mattoni rossi, ecc. Sasha fa tradurre a Masha, che parla un’ottimo italiano , che l'indomani 23 agosto, 4° giorno del nostro Pellegrinaggio, porterà il gruppo su questo luogo a me caro. Fu uno strappo alla regola, perché difficilmente si visitano luoghi che non sono contemplati nei programmi, ma Sasha aveva capito che questa visita era molto importante.
Giunse il gran giorno, dopo aver visitato Belogorje, Vitaly con il suo pulmino 4x4, sotto la direzione di Sasha, imboccò una strada di campagna che sale e scende, tra balke che a tratti mostrano il candore del gesso che le costituiscono. Dopo diversi km arrivammo in un’ampia radura dove ai bordi ci sono due casupole molto in degrado, scendemmo, formammo il gruppo e ci incammammo preceduti da Sasha, su un sentiero che sale tra cespugli di bacche nere e meli selvatici. Dopo una decina di minuti di cammino, all’improvviso ci apparve la chiesa in mattoni rossi di Bassowka. Tra il gruppo salì alto, bisbigliato, lo stupore : eravamo arrivati sul luogo che a tutti avevo indicato come punto strategico dello schieramento dell’Edolo, zona della 52^ Compagnia. Ecco i due piccoli campanili, molto in rovina che erano usati come osservatorio dell’ansa del Don. Una grande emozione attraversò tutto me stesso e il ricordo dei suoi ricordi … mi riempì il cuore.
(Foto 15) Chiesa di Bassowka
Entrati nella chiesa, la visita del suo interno aggiunse nuovo stupore. La trovammo si in degrado con colpi di arma da fuoco disloccati in ogni parte, ma con bellissimi affreschi (foto 16) ben conservati
(Foto 16) Affreschi all'interno della Chiesa di Bassowka
e sorpresa incredibile, sull’abside della chiesa, graffiata sul muro si leggeva l’epigrafe di Morelli Giovanni di Azzone di Scalve (BG), una valle laterale alla Val Camonica, quasi nostro concittadino:
(Foto 17) Epigrafe di Giovanni Morelli
Raccogliemmo un' ampia documentazione fotografica che poi avremmo portato agli Alpini di Azzone della Val di Scalve (BG).
Questa variante al programma del Pellegrinaggio procurò in tutto il gruppo grandissima soddisfazione e gli zaini erano gonfi di forti emozioni. Avrei voluto, essendo nelle vicinanze, recarmi alla zona del Caposaldo Lovere, ma non osai chiedere di più a Sasha, il tempo era limitato ed il percorso del ritorno lungo.
Ricordo, durante i saliscendi del pulmino sulla via del ritorno, che a fatica io e Zaira chiudemmo il rubinetto della commozione pensando a Bassowka ...
I giorni seguenti portarono altre forti emozioni ripercorrendo la strada della ritirata. Questa immensa tragedia porta con se tanti innumerevoli episodi di difesa e di contrattacco, la perdita di compagni spesso falciati da scariche di parabellum o travolti e schiacciati dai cingoli del T34, 34 tonnellate di acciaio, vera agile macchina di morte che lasciava sulla neve indurita, lo scempio rosso dell’ azione di inseguimento dei soldati ... soldati che avevano solo la forza di stare in piedi perchè congelati o feriti o in preda alle cancrene. La tragedia porta con se anche l’abbandono di giovani con semplici ferite, che in altro contesto sarebbero state facilmente medicate, la scelta molto sofferta di scaricare i moribondi dalle slitte trainate dai muli, eccezionali compagni di viaggio e sventura, di cui pochi ricordano il prezioso aiuto, ma anche la scelta di caricare sulle slitte altri corpi, forse ritenuti in grado di sopravvivere.
Dallo scritto letto dal Maestro Piero al Sottopasso di Nikolajewka nel 2008 “ non posso tralasciare di ricordare le cure premurose che gli Alpini prodigavano ai feriti, che raccoglievano amorevolmente, lungo il percorso, nella ritirata, e trasportavano sulle slitte, trainate dai muli (animali generosi, che trainavano questi carichi umani, fino a cedere e schiantarsi a terra per la grande fatica donata ed il pochissimo nutrimento ricevuto) …”.
Modellino realizzato osservando una vera slitta ritornata dalla Russia
ll 10 ottobre 1966 la Compagnia Teatrale 'Filormas' di Darfo mette in scena: Partì l'è murì, su fatti e luoghi puramente casuali. Drama èn trè ati Èn dialèt dèla Alcamònèga (mèdia e basa Alcamònèga). Scritta da Italo Fiorini il 21 giugno 1966.
Gli attori sono:
Franco Valzelli nel ruolo di Tunì Vani
Marco Richini nel ruolo di Don Carlo
Armando Saviori nel ruolo di Silvio Mauri
Armando Piccinelli nel ruolo di Salomone
PierAntonio Trussardi nel ruolo di Piero Vani
Giuseppe Pezzotti nel ruolo di Andrea Levini
Alberto Inversini nel ruolo di Mario Vani
Regista e coordinatore: Don Giuseppe Simonetti
Il piccolo atto unico che segue, di Armando Saviori, è un’appendice creata sulle vicende del Reduce di Russia, ‘Silvio’, seduto sulla slitta voltato di spalle, sulla tremenda Ritirata di Russia, che lo portò a perdere un braccio.
Tutto questo, se si conosce la storia raccontata o letta sui libri mentre transiti sui luoghi descritti, ti proietta in una dimensione di quasi realtà, permettendoti di vivere questi episodi, sentire le voci di incitamento, i comandi, le imprecazioni, le implorazioni di aiuto, il sofferto tremendo richiamo alla madre, alla moglie, ai figli …
Mia figlia Zaira conclude con un ultimo pensiero il Pellegrinaggio 2008 dove spesso la mente la porta: "spero che la nostra corona di fiori posta al sottopasso di Nikolajewka, dopo una cerimonia toccante di commemorazione di tutto il gruppo, sia ancora lì e lo possa essere per sempre, non tanto materialmente, il tempo certamente la farà sparire, ma con gli intenti del cuore e dell’animo che pervadevano tutti noi".
La nostra permanenza in terra di Russia ha termine il 26 agosto 2008 con la visita ai luoghi più significativi di Mosca, la Piazza Rossa, il Cremlino ...
Il passare dai luoghi delle immense estensioni di paglia secca adagiata sul territorio piatto e incolto o su basse collinette e campi sconfinati di girasole, al caotico traffico della grande città, alla bellezza delle cattedrali di San Basilio e di Cristo Redentore, era un contrasto che procurò quasi malessere, ma non intaccò il desiderio e la voglia di ritornare per il 70° anniversario di Nikolajewka.
Giunti a casa, contattammo gli Alpini di Azzone di Scalve (BG) ed ecco descritto l’incremento di forti senzazioni e nuove emozioni. Mi recai dal mio Parroco Don Ermanno Turla, portando in visione quanto trovammo nella chiesa di Bassowka e quel giorno in Segreteria si aggiunse a tutti noi un Nuovo Componente, con la luce del sentimento, dipinta negli occhi. Mi promise che avrebbe contattato il loro parroco e altre persone.
La nonna di Don Maurilio Turla, era cugina della bisnonna di Don Ermanno Turla, nostro parroco.
Giunse l’anniversario della Battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 2009. Mi recai a Passirano (BS) perché accompagnavo Don Emanno Turla, invitato per celebrare la messa in ricordo di un loro concittadino.
Con grande stupore durante la predica in onore ai caduti del ’43, il nostro parroco annunciò all’assemblea di aver avuto notizie di Azzone: Giovanni Morelli risultava un Disperso in Russia e nel suo paese abitava ancora una sua vecchia zia. In chiesa mi prese un groppo alla gola che a fatica sciolsi, parlando poi con Don Ermanno decidemmo che avremmo fatto loro visita.
Il giorno 4 maggio 2009, Don Ermanno, maestro Piero, Lucia e Carmelo, io e Zaira partimmo per Azzone per incontrare Romolo Bettoni, che qui è Capogruppo degli Alpini. Ci accolsero con grande entusiasmo nella loro sede. Portammo in dono un album fotografico del nostro Pellegrinaggio e alla vista della documentazione fotografica, anche i loro occhi brillarono ...tanti sono stati i commenti su questo ritrovamento. Chiedemmo di essere portati dall' anziana zia di Giovanni. Romolo ci disse che era sofferente, ma Don Ermanno e noi la volevamo comunque incontrare.
Ci recammo da Lei e la trovammo stanca e ammalata nel letto della sua camera. Il cuore ci batteva in petto con un ritmo che non è di tutti i giorni. Don Ermanno, stringendo la mano di Caterina, le chiese se ricordava suo nipote ...."si, il mio Giovanni che è Disperso in Russia e che non è più tornato ...." era stata la risposta ... ricevette una benedizione, le mani si strinsero a Lei con espressione commossa e il viso sembrava più sereno. Uscimmo dalla stanza molto arricchiti: pensieri e riflessioni si sovrapponevano nella testa, richiamandoci ai valori della vita.
Alcuni giorni dopo ricevetti da Romolo la notizia che Caterina si era spenta. Poiché era l’unica parente diretta, si chiuse così definitivamente il portone di casa che la mamma di Giovanni, Paola, come mi è stato raccontato, aveva sempre imposto di lasciar aperto per l’eventuale ritorno del figlio. Sarà una coincidenza, ma in noi predomina l’idea che Caterina ci avesse aspettato ....
Alpino Giovanni Morelli
Arrivò agosto e gli Alpini di Azzone ci invitarono alla loro Festa Annuale, dove si darà risalto alla Commemorazione di Giovanni Morelli. Toccante la cerimonia con deposizione di una corona al monumento in piazza, inno nazionale e discorsi, molto sentito quello del Maggiore Macalli che fece un accenno alla chiesa di Bassowka ... " troveremo modo di non perdere una testimonianza del passato che in questo luogo ha visto tanti dei Nostri patire, soffrire e qui morire". Rimasi molto onorato quando in segno di riconoscenza, mi venne donata una copia del quadro di Pizio, raffigurante la Madre di tutti noi e Gesù Bambino con in testa il cappello alpino. La giornata proseguì col raduno presso il Roccolo delle Strie dove nella chiesetta, Monsignor Panfilo Vescovo Ausiliare di Bergamo, celebrò la Santa Messa. Seguì il Rancio all’aperto, una vera e succulenta mangiata in stile alpino.
Il tempo ad una certa età subisce una forte accelerazione e gli anni passano velocemente … in testa sta maturando cosa fare per onorare la promessa che chiudeva il Pellegrinaggio del 2008.
Così all’inizio del 2013 ricomincio la ricerca in rete di proposte per il 70° di Nikolajewka e il 20° della consegna dell’Asilo Sorriso ai bambini di Rossosch. Valuto e rivaluto le poche iniziative in corso, ma non ne sono convinto anche perché la promessa fatta a mio padre di recarmi al Caposaldo ‘Lovere’ non è stata completata e mi sarebbe difficile, unendomi ad un gruppo, pretendere di deviare il tragitto concordato con le agenzie e le guide. Decido pertanto di creare le condizioni per formare un mio gruppo. Forte dell’esperienza fatta nel 2008, preparo la bozza mirata e completa dei luoghi da visitare e cosa fare.
Ecco perché sono e siamo ritornati e i temi della nostra visita:
Perché avevo promesso a mio padre Samuele che avrei trovato esattamente il luogo dove era schierato il “Lovere” il suo Caposaldo, della 52^ Compagnia del Battaglione Edolo, Divisione Tridentina, che comandava con il grado di Sergente degli Alpini e che fu attestato alla destra dell’ansa del Don per 78 giorni nel periodo 1942/1943
Perché nel 2008 avendo trovato nell’abside della chiesa di Bassowka l’epigrafe di Morelli Giovanni, avevo promesso ai suoi Concittadini di Azzone di Scalve che sarei ritornato, per deporvi una Targa da loro preparata in onore al suo sacrificio
Perché volevo portare all’asilo di Rossosch un tondo in legno raffigurante i temi del nostro pellegrinaggio nel suo 20° anniversario di costruzione, segno tangibile di volontà di pace tra due popoli che dovettero fronteggiarsi e in ricordo del 70° della battaglia di Nikolajewka che permise la rottura dell’accerchiamento russo e, per pochi sopravvissuti, il faticoso rientro in patria
Perché volevamo essere presenti alla cerimonia organizzata dall’ANA nazionale per il 20° anniversario della consegna dell’asilo “Sorriso” ai bambini di Rossosch
Perché i Caduti e i Dispersi non muoiono solo sui campi di battaglia ma quando sono dimenticati. E’ allora che il Popolo dei Vivi non è più degno del grande Popolo che qui è Caduto. Questa è una ferita della Storia che non può essere dimenticata e che meriterebbe almeno una giornata di Ricordo Nazionale, perché solo visitando questi luoghi si può capire la grande sofferenza patita da giovani vite
Perché alla fine del nostro pellegrinaggio che toccherà i più significativi luoghi della Ritirata, Scheljakino, Valuiki e Nikolajewka (Livenka), grati a Marina Mitusova, ViceSindaco di Livenka di aver partecipato a Brescia alla commemorazione di Nikolajewka del 26 gennaio 2013 in occasione del 70° anniversario, volevamo consegnarle una documentazione fotografica delle cerimonie da Lei partecipate
Richiamo la Sig.ra Evelina dell’Agenzia IOT, illustro il mio progetto e ricevo da lei un totale appoggio. Comincio a chiedere agli amici che sono venuti con me nel 2008 e a quanti avevano manifestato il desiderio di una futura partecipazione, mando messaggi alle sezioni ANA della Valle Camonica, chiedo aiuto alla radio e alle TV locali. Il tempo passa e qualche volta avrei bisogno di giornate più lunghe di 24 ore. Sono preso da ore e ore di ricerca in rete di nuove, su Bassowka, sulla Campagna di Russia, sui luoghi di transito della Ritirata, sulla Prigionia dei nostri nei Gulag disseminati sul territorio russo.
Passo molti momenti nel mio bugigattolo a realizzare un tondo in legno dove a opera compiuta dovranno comparire: scritta commemorativa del 70° di Nikolajewka, 20° anniversario dell’Asilo, la scritta in italiano e in russo “Mai più lacrime di guerra” e disegnato col pirografo le zone che visiteremo.
Sono anche molto coinvolto e determinato nel terminare un sogno cominciato con i genitori miei e di mia moglie, la sistemazione definitiva della casa dove risiedo a Pisogne, e che permetterà una volta terminata, il ricostituirsi del nostro nucleo famigliare, proprio come si faceva una volta.
Cominciano tanti primi contatti. La gente vuol sapere i perché di questo 2° Pellegrinaggio, vuol capire dove e come si svolgerà il percorso. A tutti spiego i dettagli e mando il Programma.
Ci sono a riguardo tante risposte e considerazioni, e alle volte ho la netta sensazione di sentirne solo la voglia di vacanza, di gita, di svago, di divertimento, di monumenti, di città .... ma è un altro il nostro scopo ... il nostro tributo.
Vorremmo almeno per qualche ora, quando saremo la, fermarci magari seduti sull’erba della steppa, respirare l’aria, toccare l’acqua del grande fiume, recitare una preghiera su questi luoghi che hanno visto lo sbaraglio di tante, troppe giovani vite. Molto significativo e utile alla comprensione degli avvenimenti sulla Campgna di Russia è il libro “Sette rubli per il Capitano" scritto da Don Maurilio Turla, come primissima diretta testimonianza degli eventi bellici, della cattura, della marcia del ‘davai’ e del rientro in Patria dei Prigionieri dell’ARMIR.
Siamo alla fine di giugno e con grande rammarico constato che ho raccolto solo dieci partecipanti e il viaggio di luglio salta, anche perché per contenere i costi del viaggio in aereo prima, in treno poi, le guide e quant'altro, il gruppo doveva raggiungere almeno le 15 unità.
Scattano febbrili i contatti con la signora Evelina. Ne io ne Lei vogliamo mollare. Le suggerisco di chiedere aiuto all’ANA nazionale, che ci stornino 5 persone ...! Ricevo sostegno e invito alla pazienza ...
Finalmente la IOT trova un altro gruppo, che si unirebbe al nostro se accettassimo di far visita a Tambov, dove nella foresta di Rada era installato il Gulag 188 famoso per aver ospitato e annientato migliaia di esseri umani, non solo Italiani ma di molte altre nazionalità. Sono più che onorato di unirmi al Gruppo di Siciliani di Pedara e Nicolosi in provincia di Catania, un altro prezioso perché : vogliono visitare i luoghi del campo di concentramento dove il fratello della Sig.ra Carmela è sepolto. Questa variante arricchisce tutto il Pellegrinaggio. Ringrazio di cuore e accelero il disbrigo delle pratiche: passaporto, foto, visto ecc. perché il nostro pellegrinaggio si terrà dal 17 al 23 settembre 2013.
Il programma viene leggermente modificato, dovremo rinunciare a qualche cosa, ma la giornata per noi più importante, quella dedicata a Bassowka guidati da Sasha è confermata.
Pochi giorni prima della partenza ricevo la visita di Romolo e Raffaele, sono delegati dal Gruppo Alpini di Azzone per consegnarmi la Targa Commemorativa da apporre nella chiesa di Bassowka.
Coinvolgo il mio Parroco, vorrei una benedizione di quanto porteremo in Russia. Don Ermanno molto sensibile alla mia richiesta ci convoca il 10 settembre alle ore 18 in parrocchiale per la cerimonia. Una Celebrazione molto bella e molto sentita, dopo le sue parole e i canti approppriati, impartisce la Benedizione alla Targa, al Tondo e a tutti noi.
Tre giorni prima della partenza il Destino o succesione di eventi indipendenti dalla mia volontà, mi mette il bastone tra le ruote, è una sfida? una prova? o semplicemente vuol mettermi in una condizione particolare ... Non lo so, ma non mollo, conosco bene il percorso, ho due validi gregari: Samuela e Zaira e la squadra è compatta e determinata. Con qualche raggio della ruota in meno, io partirò.
Arriva il 17 settembre, giorno della partenza ed ecco i partecipanti:
i bresciani Lucia, Emilia di Cividate Camuno, Lillia di Lonato del Garda, Samuela di Piancogno, Zaira e Giuseppe di Pisogne, Manuel di Angone, Christian, Tarcisio di Lonato del Garda
i siciliani di Nicolosi e Pedara Carmela, Giuseppe Gaetano, Salvo, Anthony, Alfio, Giuseppe, Antonio e Antonino
Primo giorno (17 Settembre): Volo Verona-Roma e Roma-Mosca
Usciti dall’aereoporto Sheremetyevo ci attende la nostra guida, Dimitrij di Mosca. Lungo il viaggio in pulman, diretti al centro della capitale russa, vediamo molti luoghi significativi della metropoli immersi in un traffico caotico. Cena e trasferimento alla stazione ferroviaria. Partenza alle ore 22, si viaggia in vagoni letto e dopo essere stati cullati tutta notte dallo sferragliamento del treno sulle rotaie, arriviamo a Tambov in mattinata.
Secondo giorno (18 Settembre): Foresta di Rada e Gulag 188
Il Pellegrinaggio ha inizio, si entra nella dimensione voluta. Le emozioni che vivremo cominciano a coinvolgerci nel profondo, ascoltando la guida di Tambov che ci porta prima in un cimitero campale e poi alla foresta di Rada. Presso il Cippo commemorativo dedicato agli Italiani e posto, si pensa, su una grande fossa comune che li accomuna, comincia la nostra celebrazione in loro ricordo ... Suona l’inno di Mameli, Zaira legge la Preghiera del Prigioniero in Russia, di Don Maurilio Turla; Giuseppe M. ricorda con particolari riferimenti il fratello di Carmela, Domenico Galvagna qui deceduto a 20 anni, recita di un Requiem. Molto toccante la testimonianza raccontata da Carmelina: “ho dovuto bruciare le lettere di mio fratello Domenico perché mia mamma le leggeve e le rileggeva continuamente, era una ossessione”. Visita commossa ai cippi delle 7 Nazioni (Austria, Francia, Romania, Italia, Germania, Ungheria e Polonia) che hanno partecipato alla realizzazione di questo sacro luogo posizionando a semicerchio le loro Lapidi.
(Foto 18) Foresta di Rada
Il gruppo silenzioso si incammina sul sentiero cosparso di foglie ingiallite, l’autunno a Rada è già incominciato. Il percorso si snoda attorniato da bianche betulle e ci porterà nei pressi del Campo 188, Gulag tristemente famoso per l’elevatissima mortalità che ha procurato. I prigionieri erano tenuti in “grandi” spazi (13 metri per 7) realizzati sotto terra e coperti alla meglio con tronchi d’albero portati dal bosco, da paglia, lamiera, terra. Si desume e si calcola che in questo paese di lupi (famosi i "lupi di Tambov"), siano 4000 i soldati italiani arrivati qui morti sui treni e direttamente scaricati in fossa comune, senza nessuna registrazione e che 8000 arrivarono vivi. Onorcaduti ha scritto che «il campo 188 di Tambov rappresenta per i prigionieri italiani la tomba più grande di tutta la campagna di Russia». Quanta tristezza è stampata sul volto di tutti noi, come può l’uomo far emergere tanta brutalità, tanta cattiveria verso i suoi simili…….? Ci affrettiamo al ritorno perché si odono violenti, sordi e ammonitori scoppi provenienti dal vicino poligono militare che inevitabilmente portano al pensiero di cosa può essere la guerra.
(Foto 19) Foresta di Rada: Gulag 188
Terzo giorno (19 Settembre): Arrivo a Rossosch
Da Tambov ci trasferiamo a Rossosch in pulman per 400 Km circa, più di sette ore di viaggio, su una strada quasi sempre rettilinea. Fuori dai finestrini si vedono poche case nei villaggi, foreste, ma soprattutto campi immensi di girasole, sfioriti ormai morti, pronti per il raccolto...
Arrivo in serata a Rossosch e subito visita al Museo dell’Asilo ‘Sorriso’, costruito dagli Alpini Italiani in segno di pace e fratellanza. Incontriamo Gianna Valsecchi figura molto nota a tanti Alpini perché, conoscendo alla perfezione la lingua russa, ha presenziato a molte manifestazioni, e perché ogni anno presta la sua opera di insegnante di italiano ai Rossosciani. Ho avuto modo di conoscere la signora Valsecchi quando consegnammo nel settembre 2010 ad Artogne (BS) il piastrino di Pioli Lorenzo, piastrino da lei trovato su una bancarella. E’ molto bello quando sei lontano da casa, trovare una persona che conosci, hai subito un senso di sicurezza. Ci accompagna al semiinterrato dove siamo ricevuti dal sempre sorridente Alim Morozov che, come storico degli avvenimenti bellici nel Medio Don tra il 1942 ed il 1943, ha potuto raccogliere molti reperti, documenti e testimonianze che qui sono a disposizione del visitatore e dove con grande enfasi e orgoglio, illustra e documenta. I nostri sguardi sondano in lungo ed in largo, si fermano sulle armi usate dai soldati russi, italiani, tedeschi, sui reperti di vita quotidiana, sulle innumerevoli foto e cartine topografiche che indicano le linee del fronte e le linee del ripiegamento. Innumerevoli sono i Gagliardetti di Sezioni Alpine di molte nostre località, appesi ovunque a testimonianza di quante persone qui, hanno voluto essere presenti. Appendiamo una bella coccarda tricolore vicino alla foto di Nardo Caprioli. Suo fiore all’occhiello è proprio la costruzione dell’Asilo Sorriso a Rossosch in terra russa, dove aveva combattuto e dove gli alpini sotto la sua direzione lo costruirono, asilo in cui si celebrerà il ventennale di consegna ai bambini russi.
Quarto giorno (20 Settembre): La meta del nostro Pellegrinaggio
E’ la giornata che porterà tutto il gruppo ad elevare lo spirito di corpo al massimo. Forte dell’appoggio di Gianna Valsecchi presentiamo il nostro semplice dono all’Asilo, alla Sig.ra Laptijova, con la maestria delle parole tradotte viene spiegato ciò che è raffigurato sul piatto in mogano okumè. La Direttrice ascolta con vivo interesse quanto illustrato, accetta con molto gradimento, ringrazia con un forte ‘cпасибо’ e con premura ci mostra il luogo dove verrà esposto.
Il Gruppo si raduna sul pulman, e sotto la guida di Sasha e Dimitrij inizia la trasferta al luogo da tanto tempo aspettato. Visiteremo diversi luoghi e tra i più significativi il ponte che sovrasta il Don e un monumento ai Caduti Russi. Giungiamo a Belogorje dove nel 1942-43 il villaggio vedeva l'inizio dello schieramento del Battaglione Edolo lungo la sponda occidentale del Don e che terminava a Bassowka. Bella esperienza la salita alla collina che sovrasta l’abitato disseminato di semplici casette in legno dipinte con colori in tonalità pastello. Il sentiero dell’altura in gesso bianco che ci porterà alla sommità denominata ‘Monte Bianco’, sale serpeggiando tra l’erba secca e giunti alla sommità lo sguardo può spaziare a 360°, ma è attratto dalle anse del placido Don che si snodano sinuose in lontananza.
Ritornati alla base l’amico Sasha che già ho avuto modo di conoscere ed apprezzare nel 2008, ci riserva una sorpresa incredibile. Conoscendo con precisione il territorio dove è collocata la meta più importante del nostro Pellegrinaggio, Bassowka, sapendo che nessun mezzo di trasporto ci potrà portare su una strada sterrata lunga circa 8 Km, resa fangosa e scivolosa dalle recenti piogge, chiede aiuto ad un suo amico che ci raggiunge con un vecchio mezzo militare a sei alte ruote motrici, denominato Ural.
I commenti si rincorrono tra apprezzamenti e timori, saliamo incuriositi e fiduciosi di arrivare alla meta. Scossoni, traballamenti, scivolate laterali prodotte da canali fangosi che ostacolano la guida del fuoristrada, sono accettati, anche se a tratti gli atteggiamenti dipinti sui volti assumono varie tonalità.
Finalmente arriviamo in un’ampia radura attorniata da alberi di pioppo che si affaccia sulla riva del Don. Siamo giunti alla 10.30 con precisione metrica, sul luogo del ‘Caposaldo Lovere’. Sento un fremito che attraversa tutto me stesso, procurandomi una forte emozione, che a stento freno ... La promessa fatta a papà ha trovato compimento. Diamo corso alla cerimonia della deposizione della corona di fiori portata dall’Italia e addobbata con nastri e coccarde con i colori dei due nostri Paesi. Suonano gli inni nazionali, Lillia recita una toccante poesia Un Italiano di Mikhail Svetlov, la commozione di tutti è ad alto livello quando Christian lancia in acqua la corona, accompagnata da un lungo applauso. Doveroso ricordo ai due schieramenti che qui si sono aspramente contrastati in un ambiente che a fatica si può immaginare, dove il fiume che ora vediamo scorrere lentamente, era completamente gelato e permetteva ad entrambi, alterne incursioni sulla linea del fronte. I sacrifici fatti dagli Alpini nella difesa di Bassowka per contenere le forze preponderanti russe, hanno contribuito al conferimento della Medaglia d’Oro alla bandiera di guerra del Battaglione ‘Edolo’.
Prima di abbandonare questo sacro luogo, radunati e seduti a semicerchio, consumiamo il pranzo al sacco. Quante anologie trovo in questo semplice gesto, quanti riferimenti a papà che allora qui, in schieramento guardingo, compiva lo stesso gesto con i suoi compagni ... faccio il confronto con il nostro e il loro scarso cibo. Mi guardo attorno, spingendo lo sguardo ai limiti della radura tra gli alberi e i bassi cespugli, respiro a pieno l’aria come avevo sognato e i pensieri veloci corrono e rimbalzano sui tanti perché .....
Sasha chiama all’appello, ci guiderà alla chiesa di Bassowka, il secondo punto importante della nostra presenza. Il sentiero che porta alla chiesa, dista circa 500 metri dal Caposaldo Lovere, mentre ci avviciniamo scorgo le due torrette descritte come punto strategico di osservazione della grande ansa del fiume, il terreno sale leggermente in pendenza attorniato da piante di melo selvatico e grossi cespugli di bacche nere ormai mature, la nostra guida mentre ne mastica alcune dice essere ottime per fare marmellate. La colonna dei partecipanti, lentamente si defila: vista dalla sommità dell’altura sembra proprio una pattuglia alpina in ricognizione. La meta giunge all’improvviso, dirompente si alza dal gruppo un brusio di ohoooh ... ! la struttura ancora imponente fatta di mattoni rossi, si mostra nella sua ancora bell' architettura, i segni di degrado sono molto evidenti, ma il tutto è ancora in grado di resistere all’ incuria e allo scorrere del tempo. Giunti nei pressi dell’ ingresso troviamo una mezza scala in legno, chi l’avrà messa ....? chi ha voluto farcela trovare ...? è una sorpresa, a noi servirà per compiere con precisione la nostra missione. Molti sono i commenti di meraviglia che vengono scambiati, le pareti interne sono ancora dipinte anche se offese da colpi d’arma da fuoco pesante, con affreschi ben fatti dove si raffigurano scene della Natività, dell’ingresso in Gerusalemme, del processo a Gesù, di Santi ecc. L’attenzione principale è rivolta alla lettura dell’epigrafe di Giovanni, infatti nell’abside, nella parete di destra inbiancata a calce, in degrado tra i graffi, si legge la scritta di questo Alpino con tutti i suoi dati anagrafici:
<Alpino Morelli Giovanni nato ad Azzone di Scalve il 5-12-1921 figlio di Gregorio e Santi Paolina morto per la Patria 15-12-1942 Fronte Russo. Viva i Veci del Quinto>
La persona che l'ha incisa sul muro con tratti debordanti non potrà che essere stato un suo amico, un suo compagno, uno che senza dubbio conosceva esattamente chi era. Le parole di tutti sono espresse con forte emozione, qualche lacrima scorre sulle guance.
Manuel posizionata la scala comincia a piantare i chiodi che ho portato da casa, di diversa lunghezza, in durissimo acciaio, con il martello che c’è stato prestato gentilmente, dopo una breve spiegazione fatta solo da gesti per descriverlo, da una Signora della Casa dello Studente a Rossosch, la struttura dormitorio che ci è stata assegnata. Posizioneremo alla fine, abbellendo questo angolo, la Targa Commemorativa a Morelli, una coccarda tricolore e i tre gagliardetti di Azzone, di Angone e di Cividate Camuno.
Viene schierato il picchetto d’onore composto da Anthony, Nuccio e Christian. Mentre la tromba suona il silenzio fuori ordinanza, ci raccogliamo davanti al computer che abbiamo portato per vedere la cerimonia registrata nella Parrocchiale di Pisogne, in cui Don Ermanno Turla aveva benedetto la Targa. Assorto, guardando le cose che qui abbiamo posto, ricordo Carmelo che sento molto vicino in questo momento. Intenso è il raccoglimento ascoltando "Signore delle Cime" che echeggia tra le mura, mentre Manuel legge le parole del testamento del Cappellano Militare Don Maurilio Turla: " ... Il mio ultimo e supremo pensiero lo rivolgo all'amata Patria, che ho servito con passione in guerra e in pace. Muoio contento di aver esaltato i valori della Patria, ricordando agli italiani il sacrificio e il sangue dei migliori figli d'Italia con un grandioso Tempio, dedicato alla loro memoria...". Si riferisce alla Chiesa della Madonna degli Alpini a Boario Terme (BS).
Poi Emilia recita in questo luogo, ora immerso in un immenso silenzio, la toccante poesia del poeta russo Konstantin Michajlovič Simonov: Aspettami .... aspettami ed io tornerò ad onta di tutte le morti .... A tal riguardo in Rete si legge che nel febbraio 1942, quando i tedeschi erano stati respinti da Mosca, la Pravda ha pubblicato la lirica che ha immediatamente conquistato il cuore delle nostre truppe. I soldati hanno imparato a memoria i suoi versi, li hanno ricopiati seduti fuori in trincea, ed inviati come lettere a mogli e fidanzate, ma è stato trovato anche nei taschini degli uccisi e dei feriti. La Solenne Cerimonia è finita e penso che in tutti, nel profondo del cuore, questo ricordo rimarrà affrancato per sempre. Ultimi attimi liberi nell’osservazione della chiesa, ultimi commenti, ultimi scatti fotografici da custodire e, uscendo passando sotto l’inferriata dell’ingresso senza porta, fatta a mezzaluna in ferro battuto, incoccardata dal nostro tricolore, il gruppo si schiera per la foto ricordo.
Inizia il ritorno, sul sagrato erboso mi abbasso, tocco la terra, un velo di tristezza mi avvolge completamente. Grazie di tutto, tempio forse sconsacrato, vedo che anche se nei dintorni non esiste alcun villaggio, ma solo in lontananza rade, povere abitazioni, qualche mano generosa ti cura, tiene pulito dalle erbacce il tuo interno in terra battuta, mantiene con cura le piccole edicole adornate da belle icone nelle tue mura, grazie per gli Alpini ... che allora hai protetto, grazie perché Giovanni, forse è li vicino a te, grazie perché qui mi fai sentire più vivo il mio orgoglio di italiano. Spero che altri gruppi di pellegrini italiani ti vengano a trovare. Lentamente scendiamo tra l’erba alta e ormai secca e gli sguardi, mentre ripercorriamo il sentiero, si attardano sulla chiesa di Bassowka...
Ora da queste pagine vorrei fare un appello !
Nei due Pellegrinaggi fatti nel 2008 e nel 2013, ho visto molti monumenti dedicati agli Italiani, morti in battaglia o in prigionia nella Terra di Russia, semplici cippi di pietra posati sul terreno, in zone interne del vasto territorio che ha visto la Campagna di Russia. A Bassowka invece c'è una bellissima Chiesa in mattoni rossi che, come spiegato, era utilizzata dall'Edolo come punto di osservazione dell'area tenuta. Data la sua posizione sul medio Don, sarebbe bello che diventasse Monumento Nazionale dedicato non solo all'Edolo, ma a tutti i componenti del Nostro Corpo d'Armata schierati su questo fronte, un lungo tratto più o meno vicino alla sponda occidentale del grande fiume, per una lunghezza superiore a 250 Km. Questa precisa zona, ha poi rivisto soprattutto i sopravissuti della ritirata, cospicui reparti della Julia, della Cuneense, del Vicenza ... fatti prigionieri nelle balke di Valuiki, transitare incolonnati nelle lunghe marce del ‘davai’ per raggiungere i Gulag di destinazione: Krinovaja, Michurinsk, Tambov, Suzdal, Kurot Borovoje, ecc. Chiedo pertanto a tutti gli Italiani che, direttamente o indirettamente hanno avuto famigliari, parenti, amici ecc. che qui hanno donato la loro giovinezza per la patria lontana, di valutare la possibilità di intervenire e proteggere dalle intemperie questo monumento. Non si parla di ristrutturazione, bensì di posare sui due campanili che già manifestano segni di degrado e disfacimento, una copertura semplice, da concordare.
Ritornati alla radura, ritroviamo il nostro bravo autista presso il suo Ural, ci assiste mentre saliamo e prendiamo posto, poi via, sulla strada di fango del ritorno a Belogorje.
Quinto giorno (21 Settembre): Festa per il 20° Anniversario dell'Asilo Sorriso
Giornata piena dedicata all’Asilo Sorriso. Oggi è Festa Grande, ricorre il 20° anniversario della consegna della grande opera voluta e donata dai tanti Alpini d’Italia ai bambini di questa cittadina in segno di pace e fratellanza. Mentre aspettiamo l’inizio della Santa Messa guardo la moltitudine dei presenti. Quanti Gagliardetti e Vessilli di Sezione sono presenti attorno al Labaro Nazionale sfavillante nelle sue medaglie d’oro. Guardo nei dettagli la struttura dell’edificio, è bello sapere che 14 dei 590 Volontari, sono venuti dalla Valcamonica (come scritto nel libro ‘Operazione Sorriso’), volontari che si sono prodigati per due anni alla sua realizzazione accumunati da una esperienza di umana e fraterna solidarietà. Celebra la messa il Direttore dell’Alpino, Don Bruno Fasani, fanno quadrato attorno all’altare 500 persone, alto e toccante il riferimento al perché di questa guerra che ci ha visto contrapposti nel 1942-43. La cerimonia prosegue con l’alza bandiera, il bianco, blu e il rosso di una e il verde, bianco e rosso dell’altra, salgono e si dispiegano alte sui pennoni, seguono i discorsi delle autorità Russe e Italiane. Eccezionale il saggio esibito dai bambini ospiti dell’asilo, vestiti con variopinti colori hanno cantato anche in italiano " tu come ti chiami ? ... io mi chiamo ..." bellissimo.
Grandioso il festeggiamento offerto al Palazzo della Gioventù, una coreografia arricchita da luci, balli e canti in costume da giovani bambine, da signore vestite a Matriosche, da fieri Cosacchi.
Il pomeriggio è dedicato alla città e inizia con la visita alla nuovissima chiesa di Rossosch che si mostra orgogliosa con le sue cupole dorate, bella l’iconostasi del suo interno ricolma di icone dei Santi. Si continua con la visita al campanile rimasto dopo l’abbattimento della vecchia chiesa.
Ci rechiamo poi in pulman sulla collina che sovrasta la città dove a fianco del cimitero locale, si erge il Monumento ai Caduti Italiani, uno dei primi realizzati in territorio russo. Lì radunati con le mie figlie, ricevo un mazzo di fiori da Sasha che ci ha accompagnato, da posare sulla sagoma di marmo bianco della nostra Italia, gesto nobilissimo che ci coglie di sorpresa e ci annoda la gola.
Il rientro in città ci riserva la visita ad impianti nuovissimi, le piscine, le sale sportive, ecc. segue la cena ed il trasferimento alla Casa dello Studente per il pernottamento.
Sesto giorno (22 Settembre): Visita a Garbusowo, Valuiki, Nikolajewka
Si avvicina la fine del nostro pellegrinaggio e in pulman si riparte verso altri significativi luoghi della Ritirata. Come prima tappa, ci fermiamo al cippo di Garbusowo.
Sostiamo a Valuiki, sulle sue balke ci fu il grande sacrificio delle Divisioni Julia, Cuneense e Vicenza. Nella piazza principale della cittadina, è presente un bellissimo monumento ai caduti russi: la statua in bronzo che tiene tra le mani il viso piangente esprime tutta la disperazione delle madri per i figli in guerra ... anche qui deponiamo una coccarda tricolore.
Finalmente arriviamo a Nikolajewka (Livenka), qui doniamo una documentazione fotografica al curatore del museo con preghiera di consegnarla a Marina Mitusova, ViceSindaco di Livenka, non presente per impegni, che aveva partecipato a Brescia alla commemorazione del 70° anniversario di Nikolajewka il 26 gennaio 2013.
Ma ci aspettano ancora forti emozioni quando si arriva al famoso sottopasso di Nikolajewka, la cui conquista permise la rottura dell'accerchiamento consentendo il proseguimento della ritirata. Sulle pareti sono tuttora presenti i segni lasciati dai proiettili, ulteriore testimonianza degli aspri combattimenti sostenuti.
Al sottopasso abbiamo l'onore di ascoltare il coro ANA di Trento. Raccogliamo anche qui la terra da riportare in Italia.
Proseguiamo verso il cippo di Nikolajewka dedicato ai caduti italiani in terra di Russia, per raggiungerlo passiamo ancora accanto a campi di girasoli sfioriti.
Verso sera arriviamo alla stazione ferroviaria di Rossosh dove un treno speciale di soli alpini e pellegrini italiani ci porterà a Mosca. In stazione ci accompagnano sotto una pioggia battente, Sasha e la moglie: ci salutiamo con l'augurio di vederci presto, magari in Italia.
Il mattino seguente ci svegliamo a Mosca.
Settimo giorno (23 Settembre): Breve visita a Mosca e viaggio di rientro
Poche ore ci separano dal volo di rientro. Abbiamo solo il tempo di una veloce visita della città, ma la Piazza Rossa con le cupole colorate della bellissima San Basilio stupisce tutti.
Verso le 20 atterriamo a Roma, dopo aver salutato i nostri compagni siciliani, compagni di viaggio e di preziose esperienze, ripartiamo per Verona dove arriviamo intorno alle 22.
Si compie così per la seconda volta il nostro Pellegrinaggio in Terra di Russia, le difficoltà organizzative del viaggio iniziate più di un anno addietro si sono dissolte rapidamente, per lasciare spazio ad una pienezza e a una gratitudine che difficilmente scorderemo….
A distanza di cinque anni abbiamo ripercorso gli stessi e altri luoghi, arricchendo la nostra conoscenza ma soprattutto le nostre emozioni, i nostri pensieri, con compagni vecchi e nuovi…, ma tutti accomunati dal ricordo dei propri cari, che in un modo o nell’altro hanno vissuto un tratto della loro vita nella desolata steppa russa….
Voglio ringraziare il nostro vicario zonale e parroco di Pisogne Don Ermanno Turla, che con la sua sensibilità ci ha permesso di portare in Russia due simboli importanti del nostro Pellegrinaggio, il piatto donato all’Asilo di Rossosch e la targa commemorativa a Morelli Giovanni, entrambi benedetti da lui qui in Italia prima di partire, “carichi” perciò di grande significato per tutti noi.
Immagino la corona di fiori posta sulle acque del Don nei pressi del Caposaldo Lovere a Bassowka ancora là, simbolicamente “intatta”, che si dondola dolcemente sul fiume, a ricordo perenne di tutte le giovani vittime di questi luoghi così sperduti, ma anche così vicini, vicini al nostro cuore che non dimentica, e alla nostra mente che vuole onorare e ricordare….
Il pensiero corre inevitabilmente al 2008, quando deponemmo una corona di fiori al Sottopasso di Nikolajewka, con gli stessi intenti e pensieri, con una piccola cerimonia commemorativa per noi di gran significato…
Uno dei momenti più “alti” dell’esperienza fatta nel 2013 è sicuramente stata la cerimonia di deposizione della piccola lapide a ricordo del giovane Morelli, sepolto probabilmente nei pressi della chiesa di Bassowka come tanti altri alpini delle nostre zone….
Mi è sembrato di percepire vicino a noi le anime di questi ragazzi, dello stesso Morelli e anche di Carmelo, carissimo compagno di viaggio nel 2008, che l’anno successivo ci ha lasciati, ma che qui ho sentito particolarmente vicino e presente, è forse stato lui con suoi “nuovi” amici alpini a farci trovare quella preziosa scala (in un luogo così isolato) servita per appendere nell’abside della chiesa la targa al Morelli….
Risulterà alla fine molto “faticoso” lasciare questo posto per la seconda volta, il passo e lo sguardo vogliono tornare indietro, proprio lì, a Bassowka, dove mio padre Samuele è stato a compiere il suo dovere, con altri amici che sono tornati come lui, o tanti altri che aimè sono rimasti qui, donando la loro giovane vita per la Patria…..
Per questo è doveroso da parte nostra tramandare la memoria del sacrificio nei nostri Alpini nella Campagna di Russia del 1942-1943, spesso messa in secondo piano o addirittura dimenticata……
Un “mantenimento conservativo” delle due torri della chiesa di Bassowka (basterebbero come già detto due piccoli tetti) costituirebbe un segno tangibile, materiale, fisico, a ricordo degli Alpini dell’Edolo e di tutto il Corpo D'armata, ma costituirebbe anche un monumento per gli “animi”, per tutte le persone che vogliono ricordare e non dimenticare!
Se non un "mantenimento conservativo", sarebbe comunque di grande significato il deporre un Cippo Commemorativo nei pressi della Chiesa.
Spero che la storia narrata in questo sito sia di auspicio per questi intenti!
Per completezza abbiamo pubblicato sul sito Ruolino di Marcia 52^ Compagnia Battaglione Edolo altre informazioni e i nominativi contenuti nel Ruolino di marcia tenuto dal furiere Gregorio Baffelli e concesso gentilmente dalla Famiglia Baffelli. Chi ravvisasse nell’elenco un proprio congiunto, familiare, parente ecc. può contattarci, dandoci notizie certe sulla persona. Invieremo se interessati, copia fotografica della pagina dove il militare è registrato.
Manifestazione in onore a Giovanni Morelli
Il 19 Agosto 2014 gli Alpini di Azzone e il coro ANA della Val di Scalve hanno celebrato la memoria di Giovanni
Morelli con una manifestazione tenutasi presso la loro Chiesa parrocchiale. Prima della manifestazione abbiamo
deposto una corona di girasoli presso il Monumento ai Caduti e ai Dispersi del paese sulle note dell'Inno d'Italia,
alla presenza anche di Alessio Granelli, vice presidente ANA della sezione di Bergamo.
Deposizione di una corona di girasoli presso il Monumento ai Caduti di Azzone
Successivamente il segretario degli alpini di Azzone, Sandro Bettoni, ha illustrato mediante fotografie i nostri
Pellegrinaggi effettuati in terra di Russia, allietati dai bei canti del coro. Ha sottolineato la presenza nella Chiesa di
Bassowka sul Don della grande Epigrafe graffiata sul muro in calce bianca coi dati anagrafici di Giovanni Morelli, che
qui ha combattuto e che qui ha immolato la sua giovane vita, come tanti altri Alpini e soldati italiani.
Abbiamo fatto dono ad Azzone di una teca contenente l'acqua del Don, la terra dell'ansa a Bassowka e la terra
raccolta presso il tristemente famoso sottopasso di Nikolajewka.
Dono della teca al Capogruppo Romolo Bettoni dell'ANA di Azzone
Gli Alpini di Azzone ci fanno dono di un Presepe
Ringraziamo di cuore gli Alpini di Azzone della Val di Scalve e tutti i cittadini che hanno onorato con la loro presenza
la memoria di Giovanni Morelli e di tutti coloro che hanno sofferto in questo tremendo conflitto, perché la Storia non
deve essere dimenticata...
APPENDICE
Per ricordare i nostri Alpini caduti in Terra di Russia ,con la nascita del Bambin Gesù, ho allestito a Dicembre 2015 un Presepe che "racchiude" un angolo di Russia. Clicca su Presepe per visualizzare i dettagli.
Grazie a tutti
Giuseppe, Samuela e Zaira
Ottobre 2016
Giuseppe Pezzotti
Ciao papà, ci hai lasciato per la tua malattia il 16 marzo 2020 mentre il mondo affronta la Guerra della Pandemia COVID-19.
Eri prigioniero di un corpo che non era più il tuo, e di una mente che non ti permetteva di esprimere più quello che sentivi e di cui avevi bisogno...
Ora sei libero su nel Cielo, e tra le tue amate montagne.
E libero là, con tanti tuoi amici, nell'infinita steppa della tua amata Terra di Russia, terra che con te abbiamo avuto il privilegio di visitare nei nostri due Pellegrinaggi sui luoghi del Don,
due viaggi unici e indimenticabili, arricchiti di grande significato con la tua presenza ed esperienza.
Sei stato per noi un esempio instancabile di come nelle cose in cui si crede bisogna sempre mettere grande volontà e determinazione, e di questo ti ringrazieremo sempre.
Ora riposa in pace.
La luce dei tuoi occhi sarà la guida del nostro cammino.
Con grande affetto e riconoscenza,
Tua moglie Adelia e le tue figlie Samuela e Zaira
18 Aprile 2020