Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche
Località di partenza: Como, via Caronti
Quota di partenza e di arrivo: 250m slm
Quota di arrivo: 800m slm (punto più elevato, Crus de l'omm)
Dislivello positivo totale: 700m
Sviluppo: circa 13km
Sentieri utilizzati: vari (si veda relazione)
Durata dell’escursione: 2h 45'
Difficoltà: EE (E, se si esclude la discesa dalla Scala di Ronda)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Cartina Kompass 91 – Lago di Como e Lago di Lugano
Traccia GPS: qui (.gpx)
Percorso e altimetria su Google Earth: qui
Percorso su mappa Kompass: qui
Foto: inserite nella relazione
Condizione dei sentieri
I sentieri sono ben tenuti e segnalati.
Il giro che propongo alterna tratti non brevi su asfalto, facili sentieri di montagna e un'impegnativa scalinata in discesa, di circa 400m di dislivello negativo (forse non per tutti).
Buona presenza di acqua (vedi relazione).
Eventuali pericoli
Nessuno in particolare.
L'escursione
Il punto di partenza è via Caronti, una traversa di via Bignanico a Como (250m slm). Lascio l'auto sulla via, nei pressi del parcheggio Serra di Villa del Grumello (non è chiaro quando il parcheggio sia aperto); mi trovo poco sopra villa Olmo, che può facilmente diventare anch'essa il punto di partenza. Restando su via Caronti si scende lungo la strada asfaltata (senso unico), si curva a destra e si trova a sinistra la porta d'ingresso al parco di Villa del Grumello. Si entra e ci si dirige verso il ponte del Chilometro della conoscenza, che supera la sottostante e trafficata via per Cernobbio per portarsi nel parco di villa Olmo. Non si entra nel parco ma si prende subito la trafficata via per Cernobbio e la si percorre tutta, fino a raggiungere la cittadina a pochi chilometri da Como. In questo tratto corro a ritmo blando. A destra il lago è uno spettacolo; purtroppo, a sinistra, il traffico è incessante. Fortunatamente, la camminata avviene in tutta sicurezza lungo un ampio marciapiede. Si supera prima l'Imbarcadero di Tavernola, poi si passa sopra la foce del Breggia e infine, lungo la via Regina, si entra in Cernobbio, costeggiando il parco di Villa Erba, che si trova sulla destra. Dopo l'ingresso monumentale di Villa Erba (sempre sulla destra), si incontra una rotonda: si gira a sinistra in via Volta e la si percorre per qualche centinaio di metri, fino a quando la si lascia per entrare nel parcheggio di via della Libertà. Si raggiunge la stazione dei Carabinieri e si gira a sinistra in Via Oliera. Si tratta di una via che presto si trasforma in una scalinata: la si risale interamente, stando attenti ad alcuni bivi (basta restare sulla scalinata principale, che è quella in acciottolato), sbucando su via Noseda. Qui si gira ancora a sinistra e ci si dirige, sempre in salita, verso l'Hotel Asnigo (Asnigo è il nome di questa località), si gira a destra e si notano subito una cappella e una fontana. Si prende via Ortigara e la si percorre fino in fondo, quando un cartello indica due possibili direzioni. Si va a sinistra (direzione Piazzola) ma poi si lascia subito l'evidente scalinata per prendere una traccia di sentiero che si inerpica sulla destra. Si continua a salire abbastanza decisamente: a sinistra ci sono i giardini di alcune case, a destra il bosco. Alla fine della salita il sentiero curva a sinistra e, all'altezza di una bella casa, incrocia la via per Piazzola, che sale da Piazza Santo Stefano (un'altra frazione di Cernobbio). Si può restare su questa via, seguendola in salita, oppure attraversarla per fare un ultimo tratto su sentiero prima di terminare sulla stessa via, un poco più a monte. Si resta quindi su via per Piazzola e la si segue fino a quando, sulla destra, si stacca un evidente sentiero. Si segue il sentiero, ignorando deviazioni dalla traccia principale e passando vicino a una casa con delle persiane verdi. Si torna su strada asfaltata e la si segue fino a quando alcune indicazioni e un folletto di Giò Aramini indicano il nuovo sentiero. Di fatto, stiamo risalendo, lungo alcune scorciatoie, sempre sulla stessa via per Piazzola. Il sentiero termina nuovamente su questa strada, si supera una nuova abitazione e finalmente si incontra un cartello con indicazioni: si lascia definitivamente la via per Piazzola e ci si dirige, all'interno del bosco, verso la meta. Si sale per tornanti, con pendenza mai eccessiva. Gli scorci sono notevoli anche da qui. A un certo punto cominciano a intravedersi la croce e la bandiera: soprattutto, sono le sculture in legno di Giò Aramini che indicano l'ingresso nel bosco incantato. Un gufo ci annuncia l'arrivo alla Crus de l'Omm (810m slm; 1h 20', 6,4km, 600m D+).
Il balcone della croce è molto panoramico, con bella vista sul primo bacino del lago, i monti del triangolo lariano, la città di Como, le alture del Parco Spina verde ma anche la Svizzera (siamo di fatto sul confine). Sullo spiazzo, anche una chiesetta dedicata a sant'Abbondio, santo patrono di Como festeggiato il 31 di agosto. Si oltrepassa questa chiesetta e si esce dal recinto. Si prosegue e si trovano un pannello, diverse sculture e delle indicazioni: mi dirigo verso sinistra seguendo per Scala di ronda. Il sentiero non è bellissimo ed è anche un po' rovinato: supero qualche incrocio (sempre segnalato) fino a quando arrivo al punto che stavo cercando: alla mia destra in salita e alla mia sinistra in discesa la temibilissima (in entrambe le direzioni) Scala di ronda. La prendo in discesa e mi incammino lungo i suoi i numerosi, a volte alti, a volte scomparsi, a volte tremolanti e comunque sempre impegnativi scalini. Alla mia destra, spesso una vecchia rete metallica arrugginita mi ricorda che sono sul confine con la Svizzera e che chissà quante volte un giovane finanziere ha dovuto salire e scendere queste scale nei suoi giri di perlustrazione. Dopo 400m circa di dislivello negativo, arrivo a Maslianico (Como), all'altezza di una dogana pedonale (sempre aperta) e di una cappella, in località "Rungiana" (360m slm; 2h, 7,7km, 700m D+).
Ricomincia un lungo tratto urbano che, attraverso i vari rioni ("vecchi borghi") di Maslianico (ne ho incontrati sei: Rungiana, Campagnaga, Curva del Fussaa, Vergnanich, Ul Marain e Trumbeta) porta fino a Como (via Rismondo). Consiglio di farsi guidare dal navigatore del telefono, proprio indicando via Rismondo a Como come destinazione finale. Indicativamente, io ho percorso via Scaletto, una scorciatoia pedonale sulla destra (una fontana alla fine), via Barelli, via Mazzini, via Verdi, via XX settembre, via N. Sauro, via Toti, via Matteotti; poi, girando a destra su via Ponte nuovo e utilizzando i comodi marciapiedi o percorsi pedonali presenti, si passa una rotonda piuttosto caotica (per le auto), superando di nuovo il Breggia. Si prende via Tibaldi e la si segue, in salita, fino a che questa diventa via della Conciliazione, dopodiché si trovano, a sinistra, via Rismondo e un pannello sul bosco di Cardina. Si prende via Rismondo e si trova subito un'indicazione per via Bignanico. Poco dopo questa indicazione, bisogna lasciare via Rismondo a favore di una traccia di sentiero che, sulla destra, si inerpica nel bosco. Si risale questo sentiero che a un certo punto si biforca: a sinistra una traccia non indicata, che ignoro; a destra una scalinata, che aiuta a superare l'ultimo strappo. Si arriva nel bosco di Cardina e si seguono ulteriori indicazioni per via Bignanico, che si raggiunge all'altezza di un tornante, dopo aver superato un campetto da calcio. Si scende lungo via Bignanico, tenendo la destra a un primo bivio, fino a raggiungere via Caronti e quindi l'auto (250m slm; 2h 45', 12,7km, 700m D+).
Punti di appoggio
Numerosi nei tratti urbani, nessuno lungo i sentieri.
Materiale necessario
Nessuno in particolare.
Note e commenti vari
L’escursione permette di gustare il lago da un punto di vista paesaggistico ma anche storico: il primo tratto, da Como a Cernobbio, si svolge lungo la riva del Lario; la Croce dell'Uomo è in posizione ottima per vedere dall'alto Como e le montagne circostanti; anche l'ultimo tratto, in Cardina (via Bignanico), offre scorci pregevoli sulla città. Dal punto di vista storico, la Scala di ronda offre un'idea di che cosa volesse dire pattugliare la linea di confine negli anni in cui il contrabbando era un'attività molto sviluppata. Ultima nota: la zona del Bisbino, ma soprattutto quelle di Piazzola e della Croce dell'Uomo, sono costellate dalle magnifiche opere di uno scultore locale, Giò Aramini. L'escursione merita anche solo per questo.