“Il mio primo spunto sono stati i torsi greci ed ora, a distanza di quindici anni, con opere come ‘Medusa’ noto quanto sia ancora per me così potente la fascinazione per la mitologia greca…” Il profumo di essenze legnose ti accoglie fin dalla soglia ma la tua immaginazione resta sempre, immancabilmente, stupita quando varchi l’ingresso e ti immergi in quei sorprendenti luoghi che sono i laboratori d’artista: fra trucioli, disegni tecnici, modellini in plastilina, lime, scalpelli e miti greci sono entrata nel regno delle sculture di Andrea. E qui, quel trasporto che ha sperimentato fin da bambino nei confronti dell’intaglio, si rinvigorisce mentre ti spiega la genesi ed il ‘perché’ della sua predilezione per le figure femminili, per queste figure femminili: seguendo quel filo ininterrotto che dalla preistoria le ha viste prime protagoniste della tridimensionalità artistica, innestando su questa atavica tradizione lo studio dell’arte greca e la contaminazione geometrica derivante dall’ attività professionale, comprendiamo quanto ognuna di queste opere sia, di fatto, metafora di vita. Si tratti di nudi o figure abbigliate, statiche o frutto del desiderio di movimento, in un essenziale ed elegante bianco o nero oppure colorate, ecco come, dopo la disciplinata e rigorosa fase preparatoria di studio e disegno, sorprendenti accostamenti curvilinei e rettilinei ci raccontano e ci ricordano – anime come specchi su assi tridimensionali – che “dopotutto anche la vita è fatta di situazioni belle, morbide, ed altre fredde, spigolose, che si incrociano continuamente” in una sintesi equilibrata del nostro essere nel mondo.
Alessandra Degano, Marzo 2019
ANDREA CAISUTTI Una nudità metafisica
Profondamente radicata nella cultura classica, rivisitata in chiave contemporanea, la ricerca poetica di Andrea Caisutti indaga la questione del corpo delle donne attraverso la scultura. L’artista sfrutta le possibilità di comunicazione del corpo come linguaggio autoreferenziale, cogliendo le morbide forme femminili cariche di sensualità per coinvolgere l’immaginario odierno. Oggi, attraverso la moda, la pubblicità, il cinema, … il valore estetico del nudo si è profondamente modificato. Frutto di diversi sistemi culturali esso si è quasi imposto, oggettivando la donna, adattandola spesso in modo contrastante a un messaggio da veicolare. Questo provoca riflessioni sulla natura della “visione emancipata” della nostra cultura, apertamente esibizionista. Il nudo banalizzato e replicato all’infinito denuncia l’erotismo sterile, portatore di istinti teatrali privi di coinvolgimento, che si allineano all’attrazione per l’inorganico e la smaterializzazione insita nel Terzo Millennio. Tale consapevolezza fa riconoscere alle sculture di Caisutti il valore di icone, in quanto sintesi visiva perfetta di un determinato momento sociale e culturale. La ricerca estetica di Andrea Caisutti, all’insegna di un compiacimento concettuale, cita le proposte dall’artista italo-inglese Vanessa Beecroft: suoi tableaux vivants utilizzano il corpo di giovani donne come pedine mosse secondo precise coreografie. Il totale controllo del corpo e le posture rigide che spesso emulano gli atteggiamenti dei manichini, suggeriscono un modello morfologico formale, una dimensione cromatica, posturale e compositiva meditata e ben definita. Allo stesso modo Andrea Caisutti, contrappone solidi geometrici e rari accessori colorati alla purezza dei corpi femminili, spesso nudi: scarpe dai tacchi vertiginosi, occhiali, calze o stivali, sfere, cilindri, parallelepipedi… Il legno dialoga con metalli e plexiglass. Il colore naturale del tiglio o del cirmolo sfida il rosso carminio, il blu klein, il giallo oro e le trasparenze di fibre e materie industriali. La bellezza è comunque e sempre indagata nelle sue molteplici sfaccettature: nella fisicità, nella forza e nel fascino della giovinezza che offre suggestioni indifferenti allo spazio circostante; tutto trova nella scultura ogni rigorosa centralità. Questo impianto scenografico, narrativo e figurativo, rende le donne di Andrea Caisutti concettualmente più vicine alla metafisica, al tempo immobile dell’istante che si esprime in se stesso eternamente uguale.
Alessandra Santin, 14.01.17
Andrea Caisutti è un artista che opera con qualità e responsabilità nel cuore del legno, una sua mostra a Percoto in questi giorni conferma la sua duttilità eleganza e maestria. L'artista ha voluto percorrere con questa rassegna tutta l'area della produzione scultorea. Comincia a presentarci un busto scolpito e quasi disossato per poi suggerirci una figura di richiamo classico, solo piu' tardi compare la figura vestita e piu' avanti ancora la figura si impone per una sottile vivezza psicologica. Si tratta evidentemente di una metafora dell'arte che prima si apre al possibile e quindi attraverso un gioco di dettagli e di modi di essere riveste sempre di piu'se stessa materia fino ad uscirne per diventare quasi pensiero. E' questo il lavoro intellettuale di Andrea Caisutti, protagonista in varie esperienze nel mondo della scultura , immediato costruttore e profondo conoscitore della materia in tutte le sue declinazioni perchè il cedro, il ciliegio e tutti i legni hanno un loro profumo e una loro duttilità ma anche una loro vivezza interiore che l'autore coglie con immediatezza ma anche in seguito ad un lungo studio della storia della scultura del legno.
Vito Sutto - Dicembre 2012
L'attività scultorea di Andrea Caisutti nella sua componente manuale conserva anche l'intatta dimensione del pensiero. Nel senso che l'attività di Caisutti è un lavoro, è un espressione di fisicità, persino a volte di una fatica produttiva. Ma non dobbiamo dimenticare che l'autore pensa alla dinamica del legno e alla sua eterna vitalità, realizzare un'opera per Caisutti non è operazione meramente manuale, magari stereotipo, ripetitiva più o meno tale, assuefazione alla materia. Andrea Caisutti sa donare una sorta di intima tenerezza alla sua figura, prevalentemente alla femminilità, ricercata e sottoposta a maggior ricerca perché più raccolta, più plastica, più evocativa, una classicità lontana ma mai dimenticata. Sorprendente la capacità di gestire i materiali, tutti i tipi di legno sono manipolati e lavorati con un grande amore e una grande capacità interiore, quella forza spirituale dell'autore cui precedentemente accennavo. E poi come in tutti gli artisti veri, anche nell'anima di Caisutti vive quella tensione particolare di saper vedere prima... in pratica l'autore sfida la materia conoscendone anzitempo gli esiti, la figura nasce nella mente e poi viene estrapolata dal legno. Una completa percezione degli spazi unita ad una sicurezza nell'individuazione dei volumi e dei rapporti tra le varie parti della figura.
Vito Sutto
Andrea Caisutti è uno scultore che lavora su legno e nella sua opera fa emergere la componente manuale, lo slancio e persino la fatica di chi opera su legno, ma non prescinde dal pensiero, per cui le sue sculture non sono solamente un esercitazione artigianale, ma anche una viva congiunzione concettuale. Nella sua anima e nella sua mano convivono quel saper vedere prima, quel saper intuire un futuribile oggettuale dalla materia ancor grezza e inanimata.
Vito Sutto
Dal punto di vista stilistico, la tematica di Andrea Caisutti, la rappresentazione della donna è una delle più amate. Non è l’unico soggetto su cui lavora, compone anche su altri temi, ma la scelta della donna per un artista come lo è lui, diventa quasi un passo obbligato, è uno sguardo al passato e uno al futuro. La donna racchiude in sé l’eleganza, rappresenta la maternità, che grazie a Dio è un’esclusiva femminile, è la bellezza idealizzata e, nella scultura, tutto ciò si manifesta in modo particolare. Il percorso che Andrea Caisutti compie è anche un percorso di grande conoscenza storica. Parte dal torso classico, molto statico, statuario; ma non lo priva delle braccia o delle gambe, dà invece alla sua statua quella che è l’essenza del corpo. Andrea quindi parte da un ricordo classico, (l’antica Grecia o Roma ci hanno regalato questo tipo di scultura) e poi compie un processo meraviglioso: veste i suoi torsi, quasi come in una scultura Decò. È un lavoro misto, non solo scolpisce ma anche dipinge; però dipinge quando ha già deciso di vestire le sue sculture. I vestiti sono già scolpiti nel legno, e sono successivamente evidenziati da un colore opaco che nulla toglie alla scultura. I suoi torsi diventano in questo modo, una scultura contemporanea, riveste la classicità con quei vestiti. Nelle sue ultime opere Andrea elimina la staticità e cerca il movimento, non più attraverso l’uso del colore, ma attraverso la rappresentazione del movimento stesso. Passa quindi a un grande lavoro di studio. In queste sculture copre i corpi delle sue donne mentre questi cercano di liberarsi da una veste, di liberarsi nel movimento, risultando essere più indefiniti. Lasciando i corpi quasi coperti li consegna alla nostra fantasia, indoviniamo ciò che si nasconde sotto quei vestiti, sono preda della nostra immaginazione; e con questo sistema esplora una fase successiva, a mio parere, molto più matura. L’idea di mettere un corpo di legno in una veste composta dello stesso materiale è, nella mia opinione, magistrale.
Annaluisa Gori
Chiacchierando con lui e osservando i suoi lavori, si denota subito quell’impronta di entusiasmo di chi dedica il suo tempo libero a quell’essenza della realtà che distingue l’artista spontaneo e autentico, dal classico e purtroppo diffuso commerciante, in Andrea il rispetto per il legno, che può essere domato senza dovergli imporre scelte traumatiche, si trasforma sotto il suo scalpello in forme di stupende giovani dai lineamenti dolci e accattivanti, direi quasi appartenenti ad un’ altra dimensione, estratte dalla bellezza del loro mondo. Dunque, sono sculture di oggi quelle che Andrea Caisutti riesce a ricavare dal tronco di diversi tipi di legno, dal più pregiato ai classici, e sono senza dubbio un qualcosa di personale. Le sue figure, come dicevamo, in prevalenza femminili, si sviluppano specie nell’ultima serie in quella direzione di una scultura-messaggio, carica di contenuti umani, con dei contributi di tormentosa indagine, dove l’autore sa interpretare con acutezza di sintesi le situazioni che analizza; Andrea scolpisce dosando le masse all’armonico delinearsi dei piani per fare apparire in uno spazio ben strutturato quei soggetti e quelle forme che hanno un posto primario nella sua fantasia. Andrea è dunque uno scultore del tempo, che riesce ad affascinare in virtù della sua forza evocativa, spaziando in un mondo dinamico di sentimenti in cui diversi aspetti risaltano nel vigore del suo modellato.
Diego Valentinuzzi