Amedeo ci scrive perché è sconvolto dal fatto che suo figlio soffre di una contrazione delle dita della mano ogni volta che prova a scrivere
La comparsa di una contrazione muscolare prolungata che provoca una postura anomala delle dita e impedisce di continuare a scrivere identifica il cosiddetto “crampo dello scrivano”. Si tratta di una distonia focale, cioè di un difetto del controllo motorio limitato nello spazio (non coinvolge altri distretti muscolari) e nel tempo (non compare a riposo e neppure nell’esecuzione di altre attività manuali). Alla stessa categoria clinica appartengono altri disturbi che riguardano un solo tipo di movimento funzionale, come è il caso del “crampo del musicista”.
La distonia di solito altera la capacità di eseguire gesti complessi (le dita non rispondono più alla volontà e sembrano vivere di una vita propria) e colpisce movimenti fini che richiedono una particolare abilità e che quindi sono solitamente ottenuti grazie ad un allenamento intenso e una pratica prolungata e ripetitiva.
Il disturbo può avere differenti origini ed a lungo è stata considerato di natura psicologica, proprio per la sua apparentemente strana caratteristica di comparire solo nel corso dell’attività specifica e non durante le altre attività quotidiane (addirittura il crampo del musicista può verificarsi solo quando si suona lo strumento prediletto ma non uno strumento diverso!). Anche se un contributo può essere fornito da fattori genetici o aspetti della personalità, è bene tener presente che lo sviluppo della distonia focale non è dovuto ad una tecnica sbagliata o ad una postura non corretta e nemmeno ad un disturbo emozionale. Per giustificarne la genesi, particolarmente interessanti sono alcune indagini che hanno documentato che la base anatomo-funzionale del crampo è rappresentata da una plasticità disfunzionale a carico delle regioni cerebrali deputate al controllo dei movimenti fini della mano. Durante la contrazione di un gruppo muscolare si osserva l’inibizione dei gruppi muscolari ad azione opposta (ad esempio contrazione dei muscoli flessori e inibizione dei muscoli estensori); in questo caso, grazie alle attuali metodologie di indagine, nella corteccia, a livello dell’homunculus sensomotorio, si può osservare l’attivazione separata di ogni singolo dito; nel corso del crampo invece si verifica la contrazione contemporanea di gruppi muscolari ad azione contrapposta; in questo caso, a livello dell’homunculus, la rappresentazione delle dita presenta zone di sovrapposizione, cioè la contrazione di un singolo dito è associata all’attivazione contemporanea anche delle regioni deputate al controllo di altre dita. In altri termini la distonia focale può essere considerata la conseguenza di un apprendimento patologico: la continua sollecitazione di movimenti altamente stereotipati provocherebbe connessioni improprie e le conseguenti attivazioni contemporanee di strutture che dovrebbero invece agire in modo autonomo e indipendente; così la contrazione di un dito porterebbe inevitabilmente alla contrazione delle altre dita connesse.
La distonia focale è una condizione altamente invalidante e, al momento, sono note soltanto alcune strategie terapeutiche che possono migliorare la condizione clinica ma non sono risolutive. Diventa comunque chiaro, sulla base delle conoscenze suddette, che il tentativo di superare il disturbo continuando ad esercitare gli stessi movimenti, così come veniva suggerito in passato, comporta invece un ulteriore aggravamento della sintomatologia. In teoria la soluzione potrebbe essere rappresentata dall’apprendimento di un nuovo programma sensomotorio, ma i vari tentativi terapeutici finora attuati hanno documentato che i movimenti anomali tipici del crampo, una volta instaurati, risultano essere particolarmente persistenti e resistenti al cambiamento.