Memorie e Diritti


GRAZIE LILIANA!

Immagine tratta dal sito https://www.arezzoweb.it/2020/grazie-liliana-ai-giovani-di-rondine-la-memoria-che-diventa-futuro-502262.html

Il 9 ottobre scorso la senatrice Liliana Segre, testimone della Shoah, ha reso la sua ultima testimonianza pubblica che è stata seguita in diretta streaming da tanti studenti

Sento di cominciare così la mia riflessione sull’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre ai giovani di tutto il mondo che abbiamo seguito anche noi in classe con la nostra professoressa di italiano.

Grazie Liliana, per aver risvegliato le nostre coscienze, per averci invitato a non essere indifferenti di fronte alle ingiustizie, a non perdere la memoria del passato, a conoscere gli errori che l’uomo ha commesso per non ripeterli, a non piegare la testa di fronte ai bulli, ad amare la vita sempre e comunque anche nelle difficoltà, e ad essere liberi!

Mi ha colpito in particolare quel passaggio del suo discorso in cui ha raccontato che un giorno, quando aveva 8 anni, i genitori le dissero che non sarebbe andata più a scuola ‘perché siamo ebrei – disse il padre - ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose’. E uno dei crimini più terribili delle leggi razziali fasciste è stato far sentire invisibili i bambini. Un bambino senza la scuola perde la socialità, gli amici, perde la possibilità di imparare, di diventare colto e solo la cultura rende liberi. Lo abbiamo provato durante il lockdown quando noi studenti non siamo potuti più andare a scuola per qualche mese, non abbiamo potuto più incontrare i nostri compagni e professori dal vivo. Ci siamo sentiti tutti più tristi, soli e poveri. Il compito di noi giovani, dunque, è quello di far tesoro della testimonianza e del messaggio di Liliana Segre perché a noi, generazioni del futuro, spetta il computo di costruire un mondo più buono e più accogliente, insomma un mondo migliore.

Arnaldo (classe seconda)

Dopo aver visto il video dell'ultima testimonianza di Liliana Segre ho ripensato a tutto ciò che è accaduto in passato e non mi è ancora chiaro come si possa provocare tutto questo dolore a persone innocenti. È veramente difficile raccontare un avvenimento che ha ferito così tanto nel profondo ed ogni volta che ripenso a quei tragici anni, mi vengono immediatamente i brividi e ho il terrore che possa riaccadere. I campi di concentramento, i forni crematori, il gelido inverno vissuto dai prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz sono avvenimenti raccontati da Liliana Segre. Questa forte donna non è l'unica sopravvissuta a quell’orrore ed anche per gli altri immagino che ricominciare la loro vita sarà stato molto difficile. L'intento della Segre è raccontare questi anni per far sì che non si ripetano nuovamente ed anche io farò il possibile affinché tutto sarà solo un orribile e spaventoso passato.

Elisabetta C. (classe seconda)

La senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, è il simbolo della memoria del dramma della Shoah. La sua è una testimonianza dolorosa e molto toccante di una donna a cui è stata strappata d'infanzia, subendo l'orrore dei campi di concentramento in prima persona. Il suo racconto mi ha colpito moltissimo, soprattutto mi ha colpito la sofferenza che ha dovuto sopportare una bambina che aveva circa la mia stessa età. La sofferenza di una bambina costretta a non andare più a scuola, solo per il fatto di essere ebrea, e l’indifferenza degli amici che non si accorgono nemmeno che non è più in classe con loro. E poi mi ha colpito tanto la sua frase: “Noi dovevamo dimenticare il nostro nome, che non interessava a nessuno. Da quel momento eravamo un numero… è una frase toccante di chi è stata costretta anche a rinunciare alla propria identità come se non fosse mai nata. Liliana Segre è stata una ragazza molto forte, che ha preferito la solitudine all'amicizia solo per paura di perdere qualcosa di importante. Anche quando avrebbe potuto vendicarsi raccogliendo una pistola, che aveva casualmente trovato per terra, lei non lo ha fatto. È una grande donna ed io la ringrazio perché è riuscita, nonostante tutto, ad essere positiva e costruttiva, trasformando la sua tragedia in insegnamento per tutti. Il suo insegnamento è un messaggio di pace, di amore e tolleranza anche nei confronti di chi è diverso da lui è soprattutto una valida testimonianza che ci aiuta a capire gli errori del passato e per evitare che certi episodi non succedano più.

Marco M. (classe seconda)

Perché esercitare il diritto di voto

Nella seconda metà del Novecento, quando in Italia fu riconosciuto il suffragio universale, le persone che andavano a votare, cioè gli elettori, rappresentavano circa il 90% degli aventi diritto. Secondo me, ciò accadeva perché il suffragio universale era una novità e il desiderio di votare poteva essere molto alto. Solo che c’è stato un grande problema: con il passare degli anni le persone che votavano erano sempre meno e questo perché decidevano di astenersi e di non esprimere la propria opinione, pensando che non fosse importante tutto ciò. A parer mio, ognuno deve avere la possibilità di votare perché così esprime ciò che pensa. Soprattutto i giovani oggi si astengono e, secondo me, questa non è una cosa veramente buona. I giovani dovrebbero contribuire a migliorare la società, anche esprimendo le loro idee politiche. Solo che tutto ciò non succede, perché la maggior parte dei ragazzi pensa solo al proprio cellulare e cose di questo genere. Non sono più curiosi, non prestano la minima attenzione alle lezioni scolastiche e non sono più di tanto interessati agli argomenti dell’attualità. Una buona scelta è stata quella dell’inserimento di una nuova materia scolastica (materia a tutti gli effetti con voto): l’Educazione Civica. Secondo me, questa è stata un’ottima idea per far conoscere ai giovani la Costituzione e il funzionamento del nostro Stato, così da diventare cittadini consapevoli. Un’ altra cosa, che potrebbe rendere i giovani più attenti e informati, è vedere il telegiornale, così da potersi fare una propria idea su ciò che succede intorno a noi. Inoltre, se esiste il diritto di voto, è veramente un peccato non cogliere un’occasione per partecipare alla vita politica del proprio Stato e poi è un peccato non esprimere ciò che si pensa. Spero, che questo testo abbia stimolato la coscienza dei più giovani.

Vittoria (classe terza)

Giovani e politica

Studi statistici hanno evidenziato che negli ultimi anni gli elettori che si recano alle urne per votare è diminuito sempre di più. Sono stati soprattutto i giovani a disinteressarsi della politica. Lo studio dell'Educazione Civica può riavvicinare i giovani alle istituzioni, alla politica? Secondo me non è sufficiente, perché nelle scuole non sempre c’è il giusto approccio studenti-insegnanti. Per noi è come avere un’altra materia da studiare e non una nuova fonte di conoscenza e apprendimento. E quindi, come reazione a catena, noi non ci appassioniamo alla vita politica. Inoltre, anche i discorsi dei genitori o alcuni film ci inducono a pensare e credere che la politica sia "sporca" e fatta solo da persone corrotte e senza dignità. D’altra parte credo che per interessarsi a qualcosa bisogna appassionarsi. Per esempio se ti appassiona il calcio (e in generale uno sport) ne parli molto, non solo con i tuoi amici ma anche con altre persone a cui non è mai interessato fare quello che fai tu. Quindi credo che anche chi parla di politica lo debba fare con passione per far appassionare chi ascolta. Aggiungo, infine, che è importante anche l'atteggiamento degli studenti. Per gli studenti (stanchi e senza un briciolo di voglia di studiare) passare ore e ore davanti al libro di Educazione Civica è brutto. Ma se noi provassimo ad essere più entusiasti e avessimo voglia di conoscere la nostra costituzione, le nostra fondamenta, cambierebbe tutto.

Jacopo (classe terza)