INFORMALMENTE

IL GIORNALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO MICHELANGELO - BARI

Lettera al Covid-19

Carissimo Coronavirus,

ci rivolgiamo a te con gentilezza, anche se tu ci rovini la vita. Desideriamo che tu te ne vada così da evitarci un nuovo lock down a Natale. Desideriamo che non muoiano più tante persone e che non ci siano ancora contagi. Perché anziché portarci la malattia, non porti gioia a tutte le persone del mondo? Saresti amato e desiderato; ora, invece, ti odiano tutti.

Finora non hai guardato in faccia a nessuno. Perché stai facendo morire tante persone se non ti abbiamo fatto niente? Stai colpendo molti innocenti, anche ragazzi che rispettano l'ambiente. E già! Pare che la tua diffusione sia stata causata anche dal fatto che l’uomo non rispetta l’ambiente e gli animali distruggendo il tuo habitat naturale. Ma noi ragazzi amiamo la natura e gli animali, perciò ci impegniamo a non inquinare pur di farti ritornare a casa tua dove non mieti vittime come tra gli esseri umani.

Vorremmo che te ne andassi perché non possiamo abbracciare i nostri nonni e qualcuno di noi non può neanche andare a trovarli, perché abitano in un altro comune. In questi anni di crescita non vogliamo stare rinchiusi in casa senza vedere i parenti o senza poter abbracciare gli amici. Per favore, cerca di non contagiare più nessuno! Ci fai sentire tristi e soli. Come staresti tu al posto nostro?

A causa tua stiamo vivendo delle situazioni difficili, anche a scuola. Perché devi costringerci a tenere le mascherine per sei ore? Vogliamo tornare a lavorare perché ci stai impoverendo. Vogliamo tornare a vivere come prima, anzi meglio di prima!

Dobbiamo, però, riconoscerti un merito: ci hai uniti di più, ci hai reso più solidali perché abbiamo continuato ad avere speranza. Ci hai fatto vivere un sentimento di unità nazionale di cui faremo tesoro.

Addio!

I fantastici 26 (classe prima)

Ritorno a scuola

In questa comunità

c’è una grande difficoltà.

Ricominciare a studiare

e anche a frequentare.

Nella nostra scuola media

siam seduti sulla sedia

aspettando che vada via

questa brutta pandemia.

Con distanziamento e mascherina

usiamo pure l’amuchina.

Prima o poi finirà

e torneremo alla normalità.

Questo virus non tornerà

perché nessuno lo accoglierà.

Andrea (classe terza)


Il rientro

Siamo finalmente tornati

tutti insieme ma non abbracciati.

La mascherina sul viso copre il sorriso

molte volte indeciso.

Nasconde anche un po’ il dolore

quando commettiamo un errore

nel rispondere al professore.

Sono contenta di seguire le lezioni in presenza

perché con l’Ipad è proprio una penitenza.

Lo sguardo è tutto:

distingue il bello dal brutto.

I banchi son lontani

ma i pensieri son vicini.

È tutto un po’ strano

niente mano nella mano.

Ma pur con la mascherina

siamo sempre noi, quelli di prima.

Silvia (classe terza)


Illustrazione realizzata da

Gaia (classe seconda)

La mia amica mascherina

È mattina, mi sono appena svegliato…- “Gnaaah, buongiorno mascherina”- le dico in mente mentre penso che posso restarle lontano solo per un’ora: il tempo di lavarmi, fare colazione e vestirmi. Poi la indosserò per un’intera giornata, e so già che se potesse rispondermi direbbe: “Buongiorno Mario, pronto per un'altra giornata senza essere infettati?”. Andiamo a scuola insieme e lei ormai mi conosce benissimo: conosce i miei sorrisi, le smorfie che tengo nascoste solo per noi; sa quando mi annoio e trattengo lo sbadiglio; conosce il dolore di quando mi mordo la lingua per non parlare, e sa quando sbuffo arrabbiato col mondo. È diventata un pezzetto di me anche non sa nascondere la tristezza negli occhi, quando non posso abbracciare i miei amici. Torniamo a casa insieme, ci separiamo per mangiare e so già che le piacerebbe vedere una serie Tv con me...la casa delle mascherine? No...forse non esiste! Siamo ancora insieme quando esco dopo i compiti, si guarda intorno al supermercato e mi accompagna ovunque per proteggermi. Non male come amica… ti porterò con me ancora per un po’... so che prima o poi ci separeremo, ma quando succederà, il mondo sarà guarito e non mi dispiacerà salutare una vecchia amica.

Mario (classe seconda)

Voi combattete con me?

C-O-V-I-D. Sento questa parola 200 volte al giorno: che io sia a scuola oppure a casa, che io sia al cinema oppure al parco… non ne posso più! Com’è possibile che un esserino così microscopico, mi faccia sentire ancora più piccola ed insignificante di quanto non sia esso stesso? Sì, ho usato proprio il termine giusto: insignificante. Leggo dallo sguardo delle persone a me vicine la paura, la preoccupazione…ed io lì, ferma, immobile come un sasso, consapevole che tutte le parole del mondo non potranno mai aiutarli a tranquillizzarsi, consapevole di non poterli abbracciare, consapevole di essere impotente. La mia arma, quella più solida che possedevo, è andata distrutta, perché il Covid ci ha portato via la spada più forte: un gesto d’affetto. Eh sì, lo so che l’amore si può trasmettere anche in altri modi, però un abbraccio e un bacio erano quelli più facili che conoscevo. Ed ecco che così arriviamo al punto centrale del discorso: ci dobbiamo abituare all’idea che non ci sarà niente di facile nei prossimi mesi, perché questa è una sfida. Non sto parlando delle sfide quotidiane come quella di vincere una partita a calcetto, o quella di arrivare in orario a scuola! Ormai credo si sia capito che il nostro avversario non è neanche il Covid in questa battaglia, ma siamo noi stessi! Un mistico indiano disse: “Tutti i poteri nell’Universo sono già nostri. Siamo noi che ci mettiamo le mani davanti ai nostri occhi e piangiamo per il buio”. Ciò significa che noi siamo la nostra forza e affliggendoci niente si risolverà.

Voi combattete con me?

Sophia (classe seconda)

Altre riflessioni sono state pubblicate alla pagina LIBERA...MENTE