Sport

L’HOCKEY

L’hockey è uno sport di squadra molto diffuso nell’America del Nord e in Europa settentrionale. Consiste nel far entrare, con un bastone di legno o carbonio, un dischetto grande quanto un palmo di una mano dentro una porta alta circa 1 m, protetta da un portiere. Il tipo di hockey più diffuso in Italia è l’hockey in line (HIL) ovvero una versione dell’hockey su ghiaccio ma praticato su una pista di parquet o cemento di circa 50 x 20 m su pattini a rotelle in linea, i rollerblade.

Molti non lo sanno ma a Bari esiste una squadra di hockey in line, la ASD Rollin’Skate Bari allenata dal mister Nicola De Stefano che ha allenato anche l’India ai campionati mondiali degli ultimi anni.

In Italia ci sono molti campionati di hockey in line (under 12, under 16 etc.) ma ci sono anche persone che praticano hockey per lavoro, infatti esistono anche i campionati maggiori: Serie A, Serie B e Serie C. Io pratico hockey in line da quando avevo 7 anni e ora ne ho 12, lo consiglio molto come sport perché, oltre a fare amicizie in tutta Italia con altri ragazzi e ragazze, è uno sport divertente e collettivo, come tutti gli sport di squadra. Mentre in Italia l’hockey non è uno sport molto diffuso e la maggior parte delle persone non sanno nemmeno cosa sia, in altri stati come Finlandia, Norvegia o soprattutto USA e Canada, l’hockey sul ghiaccio è uno degli sport più praticati e seguiti. In Italia invece, l’hockey, così come altri sport considerati “minori” perché non molto praticati, non ha il giusto spazio. Si parla sempre di sostenere gli sport minori ma poi vengono costruiti solo impianti per calcio, nuoto, basket etc... Ad esempio, a Bari siamo in una situazione pessima: la Rollin Skate Bari non ha un impianto in buono stato, è successo più di una volta che abbiamo DOVUTO PERDERE A TAVOLINO una partita 

perché pioveva, o all’ultimo momento scendeva l’umidità e la pista diventava bagnata…. Questo succede solo a Bari, in 5 anni che faccio hockey ho visto più di 20 impianti sportivi diversi in tutt’Italia e NESSUNO presentava queste condizioni. Io, a nome di tutta la mia squadra, spero che in futuro questo problema si risolva e spero che tutti gli sport considerati ad oggi “minori”, abbiano maggior spazio in tutta Italia.

Bernardo

Classe seconda

Sinner e i valori dello sport

“Jannik Sinner vince l’Australian open 2024” queste le parole di Jacopo Lomonaco, il telecronista di Eurosport che ha commentato il giorno in cui Sinner ha scritto la storia dello sport italiano. Ma chi è davvero Jannik Sinner?

Nato a San Candido, un paese situato al confine con l’Austria, l’altoatesino cresce a Sesto Pusteria con padre cuoco e madre cameriera in un rifugio di loro gestione. Da piccolo si appassiona agli sci ottenendo anche risultati notevoli, diventando campione del 32º Gran Premio Giovanissimi 2009 a soli sette anni. Nel frattempo, Jannik si appassiona al tennis grazie al nonno che lo accompagna agli allenamenti e ai maestri Heribert Mayr e Andrea Spizzica. All’età di tredici anni decide di abbandonare definitivamente gli sci per via del fatto che, secondo lui, negli sci “se sbagli una minima cosa si perde”; invece nel tennis c’è sempre tempo per riprendersi. Da lì inizia a frequentare l’accademia di Riccardo Piatti, allenatore che tra gli altri, ha anche allenato Djokovic.

Dunque, si trasferisce così giovane a Bordighera al Piatti Tennis Center. Il suo lavoro duro e il suo talento lo portano ad ottenere diversi risultati importanti, diventando il più forte under 21 al mondo e il più giovane di sempre con tale riconoscimento (18 anni e 2 mesi). Tuttavia, nel 2022, dopo aver raggiunto i quarti di finale all’Australian open, capisce che Riccardo Piatti non lo potrà più aiutare e quindi cambia completamente la sua squadra: al suo fianco vi saranno tra gli allenatori principali Simone Vagnozzi e Darren Cahill (ex allenatore di Andre Agassi). Dopo un 2022 un po’ sottotono, l’altoatesino fa notare sul campo il suo lavoro duro e la sua mentalità vincente.

Sul campo da tennis fa vedere anche la sportività e i veri valori dello sport, ormai dimenticati in molte discipline. Il tennista non si è mai fatto influenzare dai tanti guadagni, ottenuti sia sul campo che fuori e anche rappresentando brand del calibro di Gucci, Nike, Rolex, Fastweb, Technogym, Lavazza. Ha mantenuto il suo spirito gentile e corretto fino ad oggi. Il suo carattere e la sua sportività si notarono per esempio durante i quarti di finale del torneo di Roma quando, anche mentre perdeva, soccorse un tifoso sugli spalti che si era sentito male per il caldo. Un altro episodio di sportività si ha nel torneo di Cincinnati e Jannik ha una possibilità per andare in vantaggio e vincere la partita ma l’avversario fa un servizio che sarebbe stato vincente se non ci fosse stato un rumore fastidioso dal pubblico: l’arbitro è costretto a far rigiocare il punto ma Sinner lo concede all’avversario facendogli vincere il game e passando in svantaggio. A differenza di molti giovani ragazzi, non risponde a critiche, 

Jannik Sinner: La Stella Nascente del Tennis Italiano

Nel panorama del tennis mondiale, un nome risplende sempre più luminoso: Jannik Sinner. Il giovane talento italiano ha catturato l'attenzione del mondo con le sue incredibili abilità e la sua rapida scalata nelle classifiche ATP. A soli 21 anni, Sinner ha già dimostrato di essere una forza da non sottovalutare sul campo. Nato a San Candido, in Alto Adige, ha iniziato a giocare a tennis sin da bambino, mostrando un talento eccezionale. Il suo percorso verso il successo è stato rapido e impressionante. Il punto di svolta per Sinner è stato il trionfo al Next Gen ATP Finals nel 2019, dove ha sconfitto avversari del calibro di Alex De Minaur e Frances Tiafoe per vincere il titolo. Da allora, non ha guardato indietro, scalando costantemente le classifiche mondiali e guadagnandosi un posto tra i migliori giocatori del circuito. Ciò che distingue Sinner è la sua maturità e la sua calma in campo. Non si lascia mai sopraffare dalla pressione e sembra sempre trovare una soluzione anche nelle situazioni più difficili. La sua tecnica impeccabile e il suo servizio potente lo rendono un avversario temibile per chiunque gli si trovi di fronte. Ma non è solo il suo talento sul campo a renderlo un campione. Sinner è anche un modello di determinazione e disciplina. Lavora instancabilmente per migliorare il suo gioco e affronta ogni partita con la stessa intensità e impegno. Il futuro di Jannik Sinner nel tennis è promettente. Con il suo talento e la sua etica del lavoro, è destinato a diventare una delle grandi stelle del tennis mondiale. L'Italia ha trovato in lui un ambasciatore 

non si comporta in maniera infantile in campo e raramente va in vacanza a discapito dell’allenamento. Un momento esemplare è quello di settembre dell’anno scorso. Jannik rinuncia a giocare alla coppa Davis, una sorta di mondiale del tennis, perché non aveva recuperato abbastanza, dall’ultima partita, per essere in buona forma.

Da lì si scatenano le critiche degli esperti che accusano Sinner di non amare davvero l’Italia. Ma lui non le considera e si presenta alla fase finale della Coppa Davis a novembre trainando praticamente da solo tutta la squadra italiana e portandola alla vittoria per la seconda volta nella storia dopo 47 anni.

Jannik Sinner è un esempio non solo per lo sport italiano e mondiale, ma per tutti: lui ci insegna che l’unico modo per essere migliori non è 

Disegno di CARLOTTA

Classe seconda

sabotare gli avversari in competizione, ma lavorare duro senza mai fermarsi per le critiche degli altri, infatti nonostante le tante delusioni, finalmente Jannik Sinner ha permesso a quel telecronista di pronunciare quelle 7 belle parole:” Jannik Sinner vince l’Australian open 2024”.

Alberto

Classe seconda

eccezionale per lo sport, e i fan di tutto il mondo non vedono l'ora di vedere cosa riserverà il futuro per questa giovane stella in ascesa. Sinner è diventato un grande esempio per noi giovani grazie al suo senso del dovere e alla sua determinazione oltre al suo riconoscimento dato alla sua famiglia nell’intervista fatta dopo la vittoria degli Australian Open, dove disse: "Vorrei che tutti avessero dei genitori come quelli che ho avuto io, mi hanno permesso di scegliere quello che volevo, anche da giovane. Non mi hanno mai messo sotto pressione”.

Dario

Classe seconda

Disegno di LARA

Classe seconda