Teoria
fase di un'onda: a pag. 570 il libro sembra cambiare la convenzione standard (data nel cap 19, a pag ) che identifica la fase con l'argomento della funzione sinusoidale che descrive l'onda, θ = ωt – kx. Nel cap 23 la fase sembra essere il cammino misurato in unità di λ, ovvero (a meno del fattore temporale, che nelle differenze di fase si elide) θ/2π.
Problemi
09: il testo è formulato male. Innanzitutto qui per "differenza di fase" il libro intende la quantità Δθ/2π, e non semplicemente Δθ. In secondo luogo la locuzione "quando escono dai mezzi" fa pensare al secondo estremo per ciascuno dei mezzi ( per x1 = L1 e x2 = L2). Segnalazione di N. Cavarra, 4CSA 20/21. In realtà il libro intende "in un punto fuori dai mezzi, alla stessa distanza dal loro estremo sinistro" ovvero, per esempio, per x1 = x2 = L1. La soluzione per insegnanti è piuttosto confusa e fa riferimento alla formula sbagliata (23.11 anziché 23.09). Alla fine ciò che il libro chiede di determinare è la differenza di cammino ottico misurata in unità della lunghezza d'onda della luce nel vuoto.
28: il quesito b) chiede le lunghezze d'onda visibili per cui l'intensità dell'onda trasmessa è massima. Per rispondere a questo quesito occorre tenere presente che, quando incide sulla superficie di separazione tra due mezzi, un'onda si divide in una componente riflessa e in una trasmessa. Queste due onde si "spartiscono" l'intensità dell'onda incidente. Quindi, le onde trasmesse hanno intensità massima quando le corrispondenti onde riflesse hanno intensità minima.