Come si può monitorare lo stato di salute o l’alterazione in un determinato ambiente?
Accanto alle metodiche basate sulle analisi chimico – fisiche, si stanno facendo strada, sempre più, le tecniche di biomonitoraggio che affiancano, pur non sostituendole, le prime.
Con esse si va a valutare la salute dell’ambiente analizzando i suoi abitanti: se le condizioni naturali sono cambiate sfavorevolmente, per cause non sempre precisate, gli organismi viventi ne risentiranno a vario grado. In questo contesto anche la funzione ecologica di una specie può essere significativa nella valutazione del grado di biodiversità di una determinata regione: alcune "specie chiave" dette indicatori biologici sono indice di particolari caratteristiche dell’ambiente. Se in un ambiente sono presenti indicatori biologici tipici della zona inquinata, si può dedurre che quell’ambiente ha una bassa biodiversità, perché poche specie si adattano ad un alto livello di inquinamento. Così come il ritrovamento di “specie delicate” a bassa valenza ecologica, che crescono solo in un intervallo limitato di variazione dei parametri chimico – fisici denota un buon ambiente.