Cos'è il Calendario Civile

A partire da una decina d’anni, il Calendario civile ricostruisce nella scuola il senso della Educazione alla Cittadinanza attraverso i giorni della memoria. Qualcuno, probabilmente non a torto, ha esplicitamente accennato anche a un abuso di quelle date la cui origine affonda le sue radici nella Rivoluzione francese. È Fabre d’Eglantine, l’artefice della riforma del calendario rivoluzionario francese che inizia il 22 settembre 1792, giorno di proclamazione della Repubblica. Nel corso dell’Ottocento le varie culture politiche si ispirarono a quel primo calendario per celebrare le varie religioni laiche: così repubblicani, poi i socialisti e gli anarchici. E fra gli anni Venti e Trenta, nell’ambito del controllo degli apparati simbolici dello Stato, il regime fascista vara un nuovo calendario volto a celebrare il «culto del littorio».

Nell’ultimo decennio si sono moltiplicate iniziative e pubblicazioni attorno al problema di un calendario civile. Date come quelle del del delitto Moro, dell’11 settembre, del 3 ottobre (Lampedusa) o del 12 dicembre si sono affiancate ad altre già presenti (il 25 aprile, il 1° maggio o il 2 giugno) nel tentativo di non confinare nell’oblìo date significative del nostro impegno democratico e, al tempo stesso, ricordare eventi che costituiscono una ritualità alternativa a quella del calendario gregoriano.

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