Intervista alla signora Pinuccia, la barista del Nizzola

Pinuccia, per tutti la Pinu, è la nostra mitica barista. Si occupa da anni della gestione del bar sopportando felicemente gli alunni dell’istituto che ogni giorno si accalcano al bancone, per mangiare le sue fantastiche merende. Il 13 novembre l’ho intervistata e queste sono alcune delle più importanti informazioni che mi ha dato. La nostra barista è molto disponibile e per questo la ringraziamo.

1) Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?

Mi piace stare con i ragazzi, l’ambiente scolastico, e soprattutto stare con loro mi fa ricordare i tempi passati, la mia giovinezza.

2) Perché hai scelto questo lavoro?

Prima di fare la barista, lavoravo in una compagnia di assicurazioni, poi quando mia figlia e mio genero hanno incominciato a lavorare nelle scuole, ho voluto provare questa esperienza e mi è piaciuto tantissimo, cosi ho lasciato il lavoro precedente.

3) Che rapporti hai con gli alunni?

Gli voglio bene, ho un rapporto amorevole e sono ricambiata

4) Da quanti anni fai questo lavoro?

Da 30 anni

5) Quali sono le merende che vanno di più al Nizzola?

I panini al wurstel, alla cotoletta e la pizza

6) Come sono cambiate nel corso degli anni le merendine?

Sono una tipa creativa e innovativa e mi piace cambiare sempre, quindi preparo vari tipi di merende per andare incontro ai gusti di tutti.

7) Come sono cambiati nel corso degli anni gli alunni?

In generale, una volta erano più rispettosi e più educati! Però ci sono ancora molti studenti gentili e simpatici che mi vogliono bene.

Vi presento la Vicepreside

Oggi vi presento la mia intervista alla professoressa Paola Gardonio, la vicepreside della nostra scuola.

Perché ha scelto di insegnare?

Quando ho finito l'università ho mandato diversi curricula di informatica e la prima proposta che ho ricevuto è stata quella per la supplenza di informatica e ho accettato subito.

Perché ha scelto di insegnare matematica e informatica?

Perché sono laureata in informatica però mi piace molto anche insegnare matematica.

Da quanti anni insegna in questa scuola?

Insegno da 27 anni in questa scuola e da 3 anni sono impegnata come vicepreside.

Quali aspettative aveva all'inizio della sua carriera?

L'aspettativa che ho sempre avuto è d’instaurare un dialogo bidirezionale con gli alunni che possa abbracciare aspetti tecnici e umani.

Quale direzione intende dare ora alla nostra scuola nella quale ricopre un ruolo decisionale così importante?

Desidero dare una direzione educativa così che la scuola diventi il luogo dove i ragazzi possano scoprire come rispettarsi - così che non ci siano episodi di bullismo – quanto la loro formazione è importante e quanto è importante l'aiuto reciproco.

Qual è la cosa più bella che ha visto succedere in questi anni?

Quando incontro un alunno a cui la scuola non piace mi metto in dialogo con lui perché possa cambiare idea e scoprire come la scuola possa essere un luogo prezioso nel quale può trovarsi a casa. Quando questo accade a qualcuno dei miei studenti è per me un'esperienza molto bella.

A suo avviso la scuola negli ultimi anni la scuola sta cambiando veramente tanto?

Sì moltissimo, la scuola è come una spugna: assorbe tutte le situazioni che gli studenti vivono e anche tutte le loro fatiche. Inoltre, la scuola oggi chiede di più, è più difficile ma anche gli alunni si distraggono di più.

C'è qualche elemento che lei ritiene debba rimanere costante?

Il rispetto degli alunni verso i professori e viceversa.

Come si trova con i diversi gruppi di lavoratori che operano nella scuola?

Mi trovo molto bene: mantengo alto il livello di ascolto e in questo modo nella maggior parte dei casi riesco a ridimensionare i conflitti che talvolta vedo accadere.

Ha un ricordo molto speciale legato alla scuola?

Ci sono stati periodi nei quali non sono stata bene e in questi momenti gli alunni mi sono sempre stati vicini. E ancora ho visto la rinascita di un ragazzo tossicodipendente che piano pian è riuscito ad affrontare quello che gli stava succedendo grazie al rapporto con me e con i suoi docenti.

Simone Franzoso