Il progetto è sostenuto da Architetture sostenibili per i luoghi della cultura, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea  del Ministero della Cultura

The project is supported by Architetture sostenibili per i luoghi della cultura, promoted by the Directorate-General for Contemporary Creativity  of the Italian Ministry of Culture

En Plein Air

Architettura minima, sostenibilità massima


En Plein Air

Minimum architecture, maximum sustainability

Alberto Sinigaglia, Castel Bravoll, 2017. Courtesy: the artist.

abstract

Lucius Burckhardt in The Minimal Intervention (2013) sottolinea come sia ormai consolidata la tendenza a costruire sempre più di quanto sia necessario. La ricerca si propone di indagare azioni progettuali misurate sull’intervento minimo nello spazio aperto capaci di comprendere l’assetto esistente e risignificarlo con nuovi usi muovendosi nel campo dei luoghi della cultura. Se il termine “sostenibile” contiene etimologicamente in sé l’azione di resistenza, dal verbo latino substenere spesso impiegato nel gergo militaresco, la ricerca evidenzia come la cultura possa trovare espressione in progettualità dal minimo impatto ambientale e massimo riflesso sociale. Le architetture e gli allestimenti sottoposti qui ad esame critico sono interpretati quali “resistenze” che risultano strategiche in quanto risposte tecnologiche innovative che insistono sulla progettazione di un nuovo punto di vista su un luogo e i suoi contenuti.

I casi studio inquadrano architetture e allestimenti en plein air, la cui temporaneità determina una reinvenzione della spazialità trovata. Lo studio approfondisce architetture e allestimenti modulari in grado di costruire nuove alleanze tra i luoghi e le comunità, definendo un diverso dialogo tra il progetto e le sue ricadute sociali. Architetture con un basso impatto energetico e di emissioni di CO2 in tutte le fasi, dal progetto alla messa in opera, dal trasporto alla dismissione e al riutilizzo.



In The Minimal Intervention (2013) Lucius Burckhardt underscores the prevailing trend of excessive construction beyond necessity. This research aims to explore architectural interventions in open spaces – en plein air – that prioritise minimal intrusion, seeking to comprehend existing structures and redefine them for new cultural purposes. Burckhardt’s observation prompts an investigation into architectures that embody minimal intervention, emphasising the need to understand and repurpose open spaces within the realm of cultural venues. Exploring the etymology of “sustainable”, rooted in the Latin verb substenere with military connotations of resistance, this research asserts that culture can manifest in design with minimal environmental impact and profound social reflection. The architectural design under scrutiny is viewed as a form of “resistance”, strategically employing innovative technological responses. These interventions persistently advocate for a new perspective on a location and its contents, emphasising sustainability and cultural relevance. 

obiettivi

Attraverso forme di progettazione che riscoprono luoghi dimenticati e risemantizzano paesaggi urbani e naturali, l’obiettivo finale del progetto è la schedatura di architetture minime en plein air, modulari e sostenibili, dal forte impatto sociale e capaci di integrare il pragmatico con l’esistenziale, la pertinenza con l’audacia, la creatività con il buonsenso, costruite dal 2000 in poi da studi di architettura italiani. Oltre a fornire modalità e strumenti esportabili da poter impiegare nei luoghi della cultura italiana e che possano essere strumento per la formazione di una nuova generazione di progettisti, la ricerca vuole dimostrare le vaste possibilità progettuali dell’intervento minimo, in grado non solo di modificare il disegno e la percezione di uno spazio vuoto, dismesso, o dimenticato, ma soprattutto di stimolare le capacità di interazione tra coloro che lo vivono. La proposta apre il campo a ricerca sperimentale ponendo al centro lo spazio pubblico come laboratorio en plen air per ripensare la città, il paesaggio e il pianeta e prefigurando una nuova era geologica, quell’Aerocene già immaginato da Tomas Saraceno, sempre più partecipativa e inclusiva


Through forms of architectural design that rediscover forgotten places and resemantise urban and natural landscapes, the project’s primary objective is to create an atlas of open-air, modular, and sustainable architectures. While this architectural approach, predominantly implemented by Italian architectural firms since 2000, emphasises a strong social impact, it seeks to seamlessly integrate practicality with existential elements, relevance with audacity, and creativity with common sense. The research intends to provide exportable methods and tools applicable in Italian cultural settings, that will contribute to the training of new generations of architects. The primary focus is on showcasing the extensive design possibilities of minimal intervention. This approach not only transforms the design and perception of vacant, unused, or forgotten spaces but, more importantly, encourages interaction among their inhabitants. The proposal advocates for experimental research, positioning public spaces as en plein air laboratories to rethink cities, landscapes, and the planet. It envisions a new geological era, reminiscent of Tomas Saraceno’s Aerocene, characterised by increased participation and inclusivity. Overall, the project aims to stimulate a shift towards a more engaged and collaborative approach to shaping our environments.