Alimentazione e la moda dei fast food

Oltre a rappresentare due dei diritti umani fondamentali, alimentazione e buona salute sono strettamente correlate. Un’errata alimentazione può essere causa di malattie croniche e disturbi moderati. Nonostante ciò sia risaputo però, la moda dei fast food sembra non si sia mai fermata dagli anni ottanta. Ma perché?

Sicuramente lo stile di vita eccessivamente impegnato dal lavoro e affaccendato trova comoda soluzione nei fast food.


Prima di tutto però è bene ricordarci di come funziona il nostro corpo: 1 kg di grasso è più voluminoso di 1 kg di muscolo. Pertanto due persone di pari sesso, età, altezza e peso possono risultare una obesa e l’altra estremamente salutare e magari assumono la stessa quantita di calorie. 


È tanto la quantità di cibo che assumiamo ma anche la sua qualità a fare la differenza (oltre ovviamente ad attività fisica e stile di vita).

Gli alimenti si distinguono anche per le modalità con cui sono stati lavorati prima della vendita. Quelli verso i quali dovremmo prestare più attenzione sono gli alimenti processati. Possono essere cibi semplici come pane e formaggio ma con aggiunta, anche limitata di conservanti, grassi e zuccheri, come la bresaola che presenta l’aggiunta di additivi. 

I peggiori, anche se quelli che ci attirano di più, sono gli alimenti ultra processati: prodotti derivanti da lavorazioni industriali che prevedono l’aggiunta di molti conservanti, grassi ecc… che, oltre a renderli più appetibili, li rendono anche pronti all’uso e in grado di conservarsi più a lungo. Cibi cioè ad alta concentrazione calorica ma poco nutrienti. Per intenderci una porzione piccola di patatine fritte del McDonald's contiene le stesse calorie di 3-4 mele, secondo voi quale sazia di più? 

Negli Stati Uniti, sotto alcuni aspetti il Paese più progredito al mondo (a detta loro), per raggiungere un supermarket dove poter fare una spesa sana a volte occorre fare anche decine di km, mentre in pochi passi ci si può imbattere in diversi fast food.

Mentre noi possiamo scegliere tra alimenti sani e non, in alcuni paesi degli Stati Uniti non è possibile. Ciò è anche il motivo per il quale vi è un tasso maggiore di obesi in America rispetto all'Italia.

 I peggiori Stati sono il West Virginia, il Kentucky e l’Alabama, tutti con un tasso di obesità intorno al 40%. 4 americani su 10 sono obesi, ma sono etnie specifiche a patire maggiormente la piaga dell’obesità: prima tra tutte quella afroamericana con un tasso intorno al 50%; seguono gli ispanici e poi i bianchi.

 Diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra tassi di obesità e reddito dei cittadini. È infatti risaputo che sono le classi meno abbienti a essere maggiormente a rischio. Pertanto ci sono delle motivazioni che non hanno nulla a che vedere con ingordigia, o problemi di responsabilità individuale del singolo.

Secondo il USDA (United States Department of Agriculture) quasi il 90% delle famiglie americane riesce a sfamarsi quotidianamente, ma di cosa? Banalmente uno dei fattori principali è la diffusione di siti dove nutrirsi malsanamente nettamente maggiore rispetto a quella di salutari supermarket (come accennato anche prima). Ciò quindi mette il problema sotto un’ottica diversa e per la quale spesso i cittadini possono farci ben poco. 



Ma lo stesso discorso vale per l’Italia?


Per iniziare bisogna ricordare che anche se spesso sono i cibi ultra processati a risultare più golosi, l’Italia ha confermato anche nel 2023 l’oro per la cucina, nella fattispecie quella romana, nonostante le pietanze tipicamente italiane non sono dello stesso carattere di quelle offerte dai fast food.  

Nonostante ciò in Italia 1 persona su 10 è obesa. Tuttavia questo dato scaturisce da situazioni diverse da quelle statunitensi. La diffusione di supermercati dove poter acquistare cibo sano nel nostro Paese è nettamente superiore, anche se sta crescendo sempre di più la diffusione di fast food. 

Stando agli ultimi dati gli italiani sono ancora, anche se non di molto, distanti dalla situazione degli Stati Uniti. Sarà così anche in futuro? Saremo in grado di educarci correttamente a seguire una dieta sana ed equilibrata?



Fabrizio Zampetti 4°BIA