Giovani e droga

Per via della pandemia, e la mole di avvenimenti successi negli ultimi anni, si è purtroppo smesso di parlare di alcuni argomenti, uno tra questi è il rapporto che hanno i giovani con le droghe, e quanto questo può nuocere a loro sia sul lato della salute, sia su quello sociale.

Oramai la maggior parte degli adolescenti può dire di essere entrata in contatto con le droghe, anche solo vedendole, ma questi incontri occasionali, per alcuni diventano abituali, fino a che non possono più farne a meno.

Con questo articolo non si vuole condannare o puntare il dito su coloro che, sfortunatamente, fanno uso di droghe pensando che non provochi alcun male, ma ci si pone solo lo scopo di riportare alla luce un problema che forse abbiamo dimenticato, o  cui non volevamo più pensare.


Dove inizia.


Spesso è un amico, un conoscente o un compagno di classe, che neanche con malevolenza o volontà di ferire, introduce la persona  alle droghe, e qui sta all’individuo, ne è attratto o le ripudia, sono ipotesi che potrebbero realizzarsi in quel momento.

La reazione è influenzata anche dallo stato emotivo del giovane, certe situazioni potrebbero spingere una persona ad essere attratta dalle droghe, situazione analoga a quella con l’alcool (di fatti entrambe le dipendenze sono considerate malattie), mentre altre lo faranno allontanare, o evitare completamente le sostanze.

L’incitamento all’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani può avvenire per molti motivi. Questo tipo di sostanze, viste da un pubblico minorile, sono un modo per scappare dalla realtà per quelle poche ore per cui l’effetto può durare, o per sembrare un pò più grandi agli occhi degli sconosciuti o addirittura fare colpo.

Vengono usate soprattutto per aumentare un momento di gioia, magari ad una festa o per migliorare un momento di tristezza che un soggetto sta passando, purtroppo questo non funziona sempre, poiché è presente molta disinformazione al giorno d’oggi, per questo queste sostanze sono sempre più in voga tra i giovani.

Le droghe come dicono molti medici o psicologi non cambiano la propria visione del mondo né la migliorano, l’unica cosa che fanno è amplificare i propri sensi o i propri sentimenti per tutta la durata dell’effetto, quindi se il soggetto utilizzatore  sta provando  uno sbalzo emotivo, l’uso di droghe sia leggere che pesanti amplificheranno il proprio umore e non, come pensano molti, lo miglioreranno. 

Il primo contatto, stimato dall'Osservatorio sulle tossicodipendenze di San Patrignano nel rapporto del 2019, inizia a 15 anni con la cannabis, e a 18/19 con la cocaina ed eroina, dati preoccupanti se si considera che molti di questi giovani, dai 15 ai 35 anni muoiono per overdose, come riportato dal Briefing dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze.

Soprattutto nei soggetti giovani questo può accadere, questi individui non hanno un metodo per misurare la pericolosità di tutto questo, o semplicemente la ignorano e quando iniziano ad usare le droghe, si ritrovano in una situazione non facile.

Per chi si allontana subito da queste sostanze il gioco è semplice, ma chi ne rimane assopito, dovrà sottoporsi ad un percorso molto più lungo ed intenso per uscirne.


Riuscire a liberarsi.



Quando si pensa ad un tossicodipendente, abbiamo tutti in mente l’immagine di un volto scavato, spento e pallido, una triste  realtà, questo è quello che si ottiene, ovviamente non si sta dicendo che tutti coloro che usano droghe finiscono in questo stato, anzi, molti ne escono prima che questo accada, prima che si ottengano risultati irreversibili, ma se si arriva ad un certo punto, è difficile tornare quelli di un tempo, è difficile tornare a vivere pienamente.

Ci sono tanti esempi di ciò nei film, e documentari su queste situazioni, le quali dilaniano e stremano l’individuo, e spesso non gli lasciano scampo, ma cosa si può fare?

Per queste persone sono nati percorsi dedicati ai tossicodipendenti, che riescano ad aiutarli e sostenerli nel loro percorso, l’aiuto umano e soprattutto psicologico in questo momento è indispensabile, bisogna capire che da queste situazioni non si esce da soli, bisogna farsi aiutare, bisogna chiedere aiuto.

In media un percorso richiede dai 3 ai 5 anni, durata influenzata dai bisogni del soggetto preso in considerazione, ed ogni percorso è diverso, per lunghezza appunto, e difficoltà.

Tuttavia finire un percorso non significa liberarsi completamente, si è sentito di persone ricadute nel giro, ed alcune che anche  durante il percorso non smettevano di “farsi”, purtroppo quando si supera una certa linea, non si torna indietro, si entra in un travaglio che consuma e distrugge, non basta avere buone intenzioni a volte, un passo falso può costare caro nel mondo degli stupefacenti, e più ne si fanno più aumenta esponenzialmente questo costo.




Conclusione



Alla fine non sarà quella canna fatta con amici a rovinare la vita di qualcuno, ma un uso frequente ed eccessivo di queste sostanze portano un soggetto ad abusarne, e a superare la linea di non ritorno, l’importante, per quanto ne si condanni l’uso e lo si ripudi, è controllarsi ovvero l’unico modo per non arrivare all’abuso di ogni sostanza stupefacente o non che sia...si possono comprendere le persone che utilizzano droghe e non vogliono smettere, ma si deve sempre e comunque incoraggiare lo stop all’uso e denigrare non la persona, ma le sostanze stesse.



Famiani Luca, Lencses Catalin 5CIA