La svolta
La campionessa olimpica Caster Semenya è stata discriminata dalla Corte Suprema svizzera, che si era pronunciata contro di lei sostenendo una decisione del Tribunale arbitrale dello sport, che aveva convalidato il regolamento dell’Organizzazione mondale di atletica leggera.
La campionessa olimpica Caster Semenya è stata discriminata dalla Corte Suprema svizzera, che si era pronunciata contro di lei sostenendo una decisione del Tribunale arbitrale dello sport, che aveva convalidato il regolamento dell’Organizzazione mondale di atletica leggera.
La World Atheltics richiede ad atlete come Semenya che hanno naturalmente alti livelli di testosterone di abbassare i loro livelli ormonali attraverso l’intervento medico.
La World Atheltics richiede ad atlete come Semenya che hanno naturalmente alti livelli di testosterone di abbassare i loro livelli ormonali attraverso l’intervento medico.
La Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa su un trattamento di discriminazione di cui l’atleta è stata vittima, in quanto non ha potuto beneficiare di garanzie istituzionali e procedurali.
La Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa su un trattamento di discriminazione di cui l’atleta è stata vittima, in quanto non ha potuto beneficiare di garanzie istituzionali e procedurali.
Nonostante la vittoria di oggi, si tratta comunque di un risultato parziale. La questione rimane aperta: il risultato non significa ancora la certezza per Semenya di poter gareggiare a Parigi nel 2024 senza sottoporsi alle cure. La World Athletics ha commentato così la vicenda: “La nostra opinione rimane che i regolamenti DSD sono un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato per proteggere la concorrenza leale nella categoria femminile”.
Nonostante la vittoria di oggi, si tratta comunque di un risultato parziale. La questione rimane aperta: il risultato non significa ancora la certezza per Semenya di poter gareggiare a Parigi nel 2024 senza sottoporsi alle cure. La World Athletics ha commentato così la vicenda: “La nostra opinione rimane che i regolamenti DSD sono un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato per proteggere la concorrenza leale nella categoria femminile”.