Prefazione

di Maria Vittoria Amantea, Dirigente Scolastica dell'IIS Falcone-Righi di Corsico

Lavorare su qualcosa scritto da altri e a distanza di tanto tempo non è un'impresa facile: si rischia di sentirsi lontani da certe espressioni, di non comprendere alcune scelte, di non essere coinvolti, di creare un prodotto senza anima. Eppure i nostri studenti sono riusciti nell'impresa e nel farlo si sono sentiti vicini a chi prima di loro aveva voluto raccontare la triste storia della shoah. Non è stato facile ma l'obiettivo voluto dai docenti che li hanno guidati è stato raggiunto. E dopo tanti anni il libro è ora di nuovo vivo e palpitante di nuove emozioni. Oggi come allora, oggi come sempre. Per sempre.

Cosa ha determinato il successo dell'impresa? Il cuore. Credo fermamente nell'importanza di insegnare ai giovani il valore delle emozioni, di saper fare i conti con i propri sentimenti, quelli positivi e quelli negativi. Condividere la gioia e comprendere il dolore. Solo questo può salvarli, solo questo può salvarci. Se diamo retta al cuore scopriamo che questo poetico muscolo non ha colore, non ha razza, non batte in modo diverso se il credo politico o religioso è diverso. La gioia e il dolore sono uguali per tutti, con la stessa maggiore o minore intensità. Le ragioni dei poeti che lo hanno celebrato sono le stesse dalla notte dei tempi e accomunano ed emozionano generazioni diverse da secoli. Coltivare il cuore, alimentare l'educazione ai sentimenti vuol dire far capire, fin dal profondo, il dolore delle ingiustizie, l'aberrazione di un'umanità razzista ed emarginante. Può far capire fin nelle viscere del nostro essere umani l'assunto “ non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” perché se lo si racconta a parole può sembrare bello e giusto ma se lo si sente sulla pelle o dentro di noi genera quel sentimento che ci impedisce di compiere il male, di giudicare, di disprezzare, di isolare, di respingere, di uccidere...

Solo il cuore può fare capire fino in fondo il senso dell'accoglienza, del donare e del donarsi, del comprendere, del rimanere sintonizzati sui sentimenti che accomunano i cuori di ogni tempo, terra, razza o religione. E' questo il senso dell'operazione che hanno fatto i nostri studenti, riscoprire il “fil rouge” che unisce generazioni distanti nel tempo e nello spazio e riportare alla luce ogni singolo sentimento che ha reso palpitanti quelle parole “antiche” risvegliando sentimenti mai fuori dal tempo perché ancora vivi e pulsanti oggi dentro di loro.

Questo libro è un ponte fra il passato e il presente ma è anche un'àncora di salvataggio lanciata verso il futuro perché fino a quando i giovani sapranno vivere con semplicità le loro emozioni ridendo con gioia e piangendo con chi piange, il mondo sarà ancora un grande cuore palpitante pronto ad accogliere tutti senza “se” e senza “ma”.

Grazie ragazzi, la vostra lezione di oggi a noi adulti è il regalo più bello che ogni educatore possa ricevere. Grazie, di cuore.

prof.ssa Maria Vittoria Amantea

Dirigente Scolastica IIS Falcone Righi di Corsico