I due marescialli

Anno: 1961

Durata: 99 min

Regia: Sergio Corbucci.

Soggetto: Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi, Marcello Fondato, Sandro Continenza, Totò, Ugo Guerra.

Sceneggiatura: Sandro Continenza, Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi.

Zona ambientazione: Lazio.

Fatto storico: armistizio dell’8 settembre.

Trama

È l'8 settembre del 1943, in una stazione di un paese campano si aggira un ladro, Antonio Capurro: travestito da sacerdote ruba la valigia di un passeggero. Nella stazione si trova anche il maresciallo dei carabinieri Vittorio Cottone, che riconosce la sua vecchia conoscenza Capurro e lo arresta. Allorché gli ha già messo le manette, arrivano gli aerei degli Alleati che bombardano la stazione. Tra le macerie, il primo a riprendersi è Capurro; visto Cottone ancora svenuto accanto a lui, lo deruba dei vestiti e si traveste da carabiniere. Antonio non sa dello sfascio causato dell'armistizio e tranquillo arriva al paese di Scalitto, dove i Nazisti, comandati dal tenente Kessler, hanno occupato il paese.
Capurro, che adesso si presenta come maresciallo Cottone, è costretto a collaborare con i Tedeschi, ma è osteggiato dal podestà del paese, il fascista Pennica. Frattanto arriva a Scalitto anche Vittorio, che senza neanche sapere come, si ritrova indosso l'abito talare. Antonio, che non è un cuor di leone, ha il suo da fare per non insospettire i Tedeschi, ma si prodiga per cercare di salvare gli abitanti del paese, che hanno aderito alla Resistenza. Anche Vittorio ha i suoi problemi: i modi spicci da carabiniere, poco si accordano con quelli di un sacerdote e infatti Vittorio confessa al parroco del luogo, don Nicola, chi egli sia in realtà. Il parroco, che già nasconde un soldato americano, decide di aiutare anche Cottone. 

Ma i nodi vengono al pettine: quando i Tedeschi scoprono che Capurro protegge il soldato americano e un'ebrea, lo condannano a morte. Ma arrivano gli Alleati. I Nazisti scappano, portandosi via Antonio. Grande è lo strazio di Vittorio, che si sente in colpa per non aver salvato quello che oramai era diventato un amico.
Ma ancora più grande è la sorpresa di Vittorio quando vent'anni dopo, sempre alla stessa stazione, un sacerdote gli ruba il bagaglio. Il maresciallo, ora a riposo, è dapprima sorpreso, poi irritato ma al contempo felice: sa che quel furfante è Antonio Capurro, dunque ancora vivo, e gli corre dietro chiamandolo per nome ad alta voce.

[rif. Archivio del cinema italiano]