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di Giaime Lampis 2^AM
LONDRA - Maggio 2021. Un anno disastroso. L’arrivo sulla panchina dell’Arsenal di Mikel Arteta non ha cambiato niente rispetto alla burrascosa gestione targata Unai Emery. Ottavo posto e bisogno di un’immediata ricostruzione di fronte a dei tifosi mesti e spenti. Arteta, a dispetto dell’opinione pubblica, viene confermato sulla panchina dei Gunners. L’inizio di stagione è in linea con la negatività generale: nove gol presi in tre partite sono una sentenza senza appello. Poi qualcosa cambia. Arteta, a livello tecnico, cambia il modulo passando dal 4-2-3-1 al 4-3-3 ma l’intervento applicato dal tecnico spagnolo che si sente di più è quello psicologico: fiducia ai giovani (Saka, Smith-Rowe, Odegaard…) e chi non accetta la rivoluzione è fuori. Da questo principio non sono esenti le grandi stelle come Pierre-Emerick Aubameyang che, non d’accordo con il cambio di modulo, ha perso il posto in rosa e la fascia di capitano. Un metodo severo, da molti definito cattivo e dai maligni sadico. Duro ma giusto perchè ormai dai tempi di Wenger la rosa era arricchita ma la guida tecnica trascurata. Nel dopo Wenger infatti Unai Emery ha avuto a disposizione una rosa che fioccava campioni ma nella quale l’allenatore spagnolo non ha lasciato la dovuta impronta. Con Arteta è diverso e dopo un anno di assestamento l’attuale tecnico ha portato un Arsenal che ha trovato nuova linfa e fiducia da parte dei tifosi in quarta posizione. Non si sa come finirà questa favola: giocatori giovani, un allenatore giovane senza esperienza e tanta, tanta voglia di stupire.
(24 dicembre 2021)
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Giornalino Scolastico della Scuola Secondaria di I grado "G.MANNO" di Cagliari fondato nel 2019