Progetto educativo

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI RIVALTA

Scuola dell’infanzia Mary Poppins


LE INTENZIONALITA' EDUCATIVE

La scuola dell’infanzia

Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, scuola e persona, la finalità centrale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione Italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie.[1]

In riferimento specificatamente alla scuola dell’infanzia, essa si rivolge a tutti i bambini dai 3 ai 6 anni di età e mira a promuovere in ciascuno lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e della competenza, preparando quelli che saranno i futuri cittadini globali del domani.

Sviluppare l'identità significa imparare a stare bene e a sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze in un ambiente sociale allargato. Vuol dire imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile, ma vuol dire anche sperimentare diversi ruoli e diverse forme di identità: figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, appartenente a una comunità.

Sviluppare l’autonomia comporta l’acquisizione della capacità di interpretare e governare il proprio corpo; partecipare alle attività nei diversi contesti; avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; realizzare le proprie attività senza scoraggiarsi; provare piacere nel fare da sé e saper chiedere aiuto; esprimere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni; esplorare la realtà e comprendere le regole di vita quotidiana; partecipare alle negoziazioni e alle decisioni motivando le proprie opinioni, le proprie scelte e i propri comportamenti; assumere atteggiamenti sempre più responsabili.

Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio del confronto; descrivere la propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere, negoziare i significati.

Sviluppare il senso di cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso le relazioni, il dialogo, l’espressione del proprio pensiero, l’attenzione al punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomo-natura.

Tali finalità sono perseguite attraverso la strutturazione di un ambiente accogliente, all’interno del quale ogni bambino può vivere esperienze e consolidare apprendimenti significativi.

Il nostro spazio scuola

L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. In particolare:

· lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola.

· Il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita.[2]


La scuola dell’Infanzia Mary Poppins si trova all’interno di una zona residenziale del comune di Rivalta di Torino.

L’edificio si sviluppa su un unico piano ed è circondato da un ampio giardino alberato nel quale sono disposti giochi strutturati di vario tipo. Entrando all’interno della struttura vi è un primo ambiente comune nel quale sono disposti gli armadietti di tutti i bambini e dal quale si diramano i due corridoi che portano ai due padiglioni della scuola: il corridoio di sinistra alle sezioni A-Aironi e D-Dinosauri, quello di destra alle sezioni B-Bruchi e C-Coccinelle.

Nello spazio centrale comune si trovano i “ristoranti della scuola”, il salone motorio, l’aula insegnanti e l’area adibita alle attività di insegnamento della Religione Cattolica o dedicata alle attività in piccolo gruppo.

Lo spazio all’interno della scuola parla dei bambini, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’organizzazione degli ambienti volti a creare un luogo funzionale e invitante. A tal fine ciascuna sezione viene pensata in angoli ludico-esperienziali dove il bambino ritrova gli elementi che lo rassicurano e gli permettono di usare autonomamente i materiali:

· Angolo della casetta: dove cucinare, prendersi cura di bambole, far finta di…

· Angolo dei travestimenti: dove mascherarsi, sperimentare ruoli, personaggi nuovi…

· Angolo morbido: dove leggere, fantasticare, rilassarsi…

· Angolo delle costruzioni: dove assemblare, sperimentare, progettare…

· Angolo delle macchinine: dove creare percorsi sempre nuovi…

· Angolo grafico-pittorico-manipolativo: dove colorare, dipingere, modellare, creare…

· Angolo del tavolino: dove sperimentare giochi strutturati quali incastrare, seriare, classificare, misurare…


Il nostro tempo scuola

La progettualità si esplica all’interno di un tempo scuola pensato su misura del bambino, finalizzato al benessere di ciascuno e alla realizzazione di esperienze di vita, di relazione, di apprendimento di qualità.


8:15 – 8:45 Ingresso a scuola ed accoglienza

I bambini vengono accompagnati in sezione e vengono accolti dalle insegnanti che attivano modalità di accoglienza secondo le specifiche necessità di ciascun bambino. L’accoglienza è il momento in cui i genitori e bambini possono entrare nell’atmosfera di sezione, riconoscere lo spazio e scambiare brevi notizie ed informazioni con le insegnanti.

9:00 Gioco libero in sezione

I bambini possono scegliere liberamente angoli di gioco, pianificando con i compagni modalità e tempi. Il gioco libero viene riconosciuto come risorsa privilegiata attraverso la quale i bambini si esprimono, raccontano ed interpretano in modo creativo esperienze soggettive e sociali.

9:40 Circle Time e organizzazione collegiale della giornata scolastica

I bambini, seduti in cerchio insieme all’insegnante, condividono un momento destinato alla vita di relazione: conducono l’appello, il “calendario”, assegnano gli incarichi della giornata e condividono racconti di esperienze con la consapevolezza di essere parte di un gruppo. Il Circle Time permette di valorizzare la dimensione affettiva come componente essenziale del processo di crescita di ogni bambino, di acquisire gradualmente autostima, di maturare identità e rispetto nel confronto con l’altro e condividerne le regole.

10:00 Spuntino di metà mattina

Il momento dello spuntino è considerato un “momento educativo” di convivenza civile e socializzazione, si condivide insieme la merenda dando valore a ciò che si mangia, gustando differenti sapori e sperimentando nuovi cibi.

10:30 Attività per gruppi d’età

Vengono formati i gruppi omogenei per età con tutti i bambini della scuola: amici dell’acqua – 3 anni, amici della terra – 4 anni, amici dell’aria – 5 anni. L’intersezione è il luogo delle esperienze educativo-didattiche e permette al bambino di confrontarsi e di socializzare con figure diverse dalle proprie insegnanti e compagni di sezione. Insieme alle insegnanti, il gruppo realizza percorsi di apprendimento secondo gli interessi e le necessità di ciascun bambino.

11:45 Sala igienica

Prima di recarsi al “ristorante della scuola”, viene chiesto ai bambini di andare autonomamente nella sala igienica, lavarsi le mani ed indossare il bavaglino per il pranzo. La sala igienica è il luogo della scoperta, del fare da solo, del riuscire a essere “grande”. È un rito di cura quotidiana grazie al quale il bambino impara le prime norme di igiene e mette alla prova la sua autonomia. Bicchierini, asciugamani e bavaglini sono contrassegnati da un simbolo, in modo che ognuno possa riconoscere i propri oggetti personali.

12:00 Pranzo

Il pranzo è parte integrante dell’attività educativa e viene servito in due sale dedicate – “ristoranti della scuola”. I bambini condividono il pasto occupandosi dei piccoli incarichi loro assegnati in base all’età: servire ai tavoli, usare il coltello, versare l’acqua, distribuire il pane e sparecchiare.

Tale momento permette di sviluppare competenze trasversali quali: convivenza sociale, aiuto reciproco, acquisizione di norme igieniche fondamentali, acquisizione di regole e ruoli, educazione alimentare corretta, in altre parole educazione alla salute.

13:30 Riposo pomeridiano e rilassamento

La giornata a scuola si scandisce con routine che corrispondono a esigenze importanti dei bambini che fanno riferimento anche a bisogni fisiologici. Il riposo pomeridiano è una di queste e richiede attenzione perché è garanzia di benessere.

Per i bambini di 3 e 4 anni inizia un momento di riposo pomeridiano in cui vengono accompagnati al sonno attraverso ninne-nanne, coccole, racconti di storie e pupazzi.

Per i bambini di 5 anni è il tempo del rilassamento accompagnato dall’ascolto di musica e lettura di storie.

14:30 Attività per bambini di 5 anni

Le attività promosse fanno leva sull’originaria curiosità del bambino e vengono attivate attraverso percorsi didattici specifici: Logico-matematico, Dal movimento al segno grafico, Educazione alla cittadinanza, Creatività e arte. In un clima di esplorazione e di ricerca, i bambini confrontano situazioni, pongono problemi, costruiscono e verificano ipotesi, valorizzando le esperienze dirette, il contatto con la natura, con le cose che li circondano, con l’ambiente sociale e culturale, tramite le loro proposte e iniziative.

15:30 Risveglio e termine attività

Ciascun bambino ritorna nella propria sezione ritrovandosi con i propri compagni. Viene condivisa una piccola merenda e ci si prepara al saluto.

16:00 – 16.15 Arrivederci a domani

Le insegnanti salutano bambini e genitori/nonni e si conclude la giornata scolastica.

LE SCELTE METODOLOGICHE

Ogni scuola vive e opera come comunità nella quale cooperano studenti, docenti e genitori. Al suo interno assume particolare rilievo la comunità professionale dei docenti che, valorizzando la libertà, l’iniziativa e la collaborazione di tutti, si impegna a riconoscere al proprio interno le differenti capacità, sensibilità e competenze, a farle agire in sinergia, a negoziare in modo proficuo le diversità e gli eventuali conflitti per costruire un progetto di scuola partendo dalle Indicazioni Nazionali.[3]

Per consentire quindi a tutti i bambini di conseguire i Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze relativi ai cinque Campi di Esperienza, è stata pensata una scuola “su misura” di bambino, permeata da un clima sociale positivo in cui vi è ascolto, attenzione ai bisogni di ognuno e tempi distesi. Particolare attenzione viene data al gioco, al movimento, all’espressività e alla relazione. Vengono accolte, valorizzate ed estese le proposte di ciascun bambino creando occasioni per stimolare e favorire in tutti degli apprendimenti significativi.

Alla base del nostro “agire quotidiano” si ritrova, pertanto, un’intenzionalità didattica mirata alla valorizzazione delle seguenti metodologie:

· Accoglienza e Inserimento



Sempre, ma in modo particolare nel momento dell’inserimento, che spesso coincide per il bambino con il primo distacco dalla madre e dall’ambiente familiare, la scuola dell’infanzia è chiamata a prestare grande attenzione alla dimensione dell’accoglienza e dello star bene a scuola, a favorire il coinvolgimento e il dialogo con la famiglia facendosi carico delle emozioni del bambino e dei suoi familiari in questo delicato momento dell’ambientazione quotidiana e della costruzione di nuove relazioni con i compagni e con altri adulti. Ne consegue la necessità di dare ad ogni bambino un tempo ed una modalità di inserimento individualizzato in un ambiente rassicurante favorito dalla qualità delle relazioni tra adulti e tra adulti e bambino. A tal fine è importante che il bambino incontri nella scuola persone significative, disponibili e comprensive che sappiano contenerne le ansie e sostenere lo sviluppo dell’autostima.

Prima dell’inserimento

- Riunione con i genitori dei bambini nuovi iscritti per la “presentazione” della scuola.

- Visite alla scuola dell'infanzia da parte dei bambini che frequentano l’asilo nido adiacente alla scuola.

- Colloqui individuali con i genitori e compilazione di una scheda informativa del bambino.

Fasi dell’inserimento

1° settimana: apertura della scuola per mezza giornata senza refezione e con insegnanti di sezione in

compresenza.

1° giorno di scuola: solo i bambini di 4 e 5 anni

dal 2° giorno: inserimento a piccoli gruppi dei bambini “nuovi iscritti”

2° settimana: esperienza “graduale” al pranzo

esperienza “graduale” al riposo

· Pedagogia della mediazione

Per mediazione si intende la possibilità che un adulto, genitore o insegnante, ha di organizzare, prevedere e analizzare le interazioni di ciascun bambino con l’ambiente esterno in modo che tutte le informazioni siano oggetto di riflessione e divengano conoscenze. Tra le esperienze del soggetto e la riflessione si pone quindi il mediatore che ha il compito di offrire ai bambini la possibilità di imparare ad interpretare, organizzare e strutturare le informazioni ricevute dall’ambiente e, di conseguenza, dare la possibilità di rendersi autonomi nell’apprendimento e di potersi adattare con flessibilità a tutte le situazioni nuove. Il mediatore efficace permette la realizzazione di riflessioni mirate in modo da creare nella mente del bambino delle regolarità – idee chiave – che gli consentano di comprendere la realtà.

La pedagogia della mediazione considera il rapporto educativo come un tratto di vita comune tra mediatore e bambino, un pezzo di strada percorso insieme. Ciascun bambino, tuttavia, riveste un ruolo attivo nella maturazione delle proprie riflessioni e apprendimenti.

· Intelligenze multiple



L’intelligenza viene definita come la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo e di risolvere i problemi ambientali, sociali e culturali che ci vengono posti in ogni momento della nostra esistenza. Grazie agli studi di Howard Gardner oggi viene riconosciuto che non esiste una facoltà comune di intelligenza, bensì diverse forme di essa, ognuna indipendente dalle altre. Tali intelligenze sono:

o Intelligenza linguistica

o Intelligenza logico-matematica

o Intelligenza spaziale

o Intelligenza musicale

o Intelligenza cinestetica o procedurale

o Intelligenza interpersonale

o Intelligenza intrapersonale

o Intelligenza naturalistica

o Intelligenza filosofico-esistenziale

Alla scuola spetta quindi il compito di promuovere tutte le forme di intelligenza in modo tale che ciascun bambino possa, utilizzando la propria, acquisire conoscenze utili e funzionali che possa in seguito padroneggiare nei diversi contesti di vita. L’obiettivo a cui si mira è quello di formare persone creative e di offrire a ogni bambino strumenti cognitivi per formulare interrogativi, elaborare strategie e risolvere problemi in un mondo sempre più complesso, interconnesso e in continuo divenire.

· Cultura della continuità orizzontale e verticale – coerenza educativa

Il concetto di continuità educativa allude a una dimensione di sviluppo e maturazione della persona che avviene in maniera progressiva e per fasi. Pertanto la continuità, nei servizi educativi all’infanzia, costituisce un valore irrinunciabile ed è praticata in tutte le articolazioni possibili, pedagogiche e organizzative. Tuttavia, anche la discontinuità, intesa come cambiamento non lineare, è altrettanto necessaria nel processo di sviluppo e viene inserita in una cornice di coerenza educativa che considera l’unicità della persona, al di là dei cambiamenti portati dalla sua crescita, in quanto l’esperienza formativa è necessariamente permanente durante la vita.

Quando i bambini vengono accolti nei servizi alla prima infanzia, il primo “ponte” viene costruito con le famiglie, quello successivo con la scuola dell’infanzia. Per garantire ai bambini il diritto a un percorso formativo coerente, organico e completo, la scuola dell’infanzia si rapporta a sua volta con la famiglia e le altre istituzioni educative, dal nido d’infanzia alla scuola primaria.

Nelle istituzioni educative e scolastiche la continuità educativa si realizza pertanto attraverso due linee parallele, ma che talvolta si attraversano reciprocamente:

  • la continuità orizzontale (continuum tra servizio, scuola, contesto familiare e territoriale)

  • la continuità verticale (passaggio tra le diverse istituzioni educative e scolastiche)


Nel nostro Istituto e nella nostra scuola dell’infanzia la ricerca, in atto ormai da anni, per rendere sempre più presente nell’operatività quotidiana la “cultura della continuità” si traduce:

  • All’interno della scuola dell’infanzia con:

- Unitarietà del progetto educativo

- Coerenza degli stili educativi

- Continuità e complementarietà delle esperienze

- Rispetto dei ritmi di crescita e delle caratteristiche di ciascun bambino

- Flessibilità del progetto educativo

  • Nel rapporto con gli altri ordini di scuola:

- Aggiornamenti in comune degli insegnanti

- Riflessione sulle metodologie, gli stili educativi

- Coordinamento dei curricoli

- Confronti continui e mirati negli organi collegiali

- Attività e laboratori progettati in comune con svolgimento “in progress” dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare

- Il passaggio di informazioni dal nido alla scuola dell’infanzia e da quest’ ultima alla scuola elementare

- Le feste dell’accoglienza

- Lo scambio di visite sia dei bambini che degli insegnanti tra i diversi ordini di scuola

- La verifica sulla formazione delle classi prime elementari e le modalità di raccordo negli anni ponte

  • Con la famiglia:

- Colloqui preliminari con i genitori per raccogliere informazioni sulla vita del bambino e concordare un inserimento graduato per favorire il distacco e rassicurare la famiglia

- Incontri per illustrare l’organizzazione scolastica

- Presentare le attività e coinvolgere le famiglie nel progetto educativo

- Organizzazione di momenti d’attività in occasione di momenti particolari dell’anno scolastico come feste, attività sul territorio etc.

  • Con il territorio:

- Attività per conoscere il paese e i suoi luoghi più significativi come biblioteca, parchi, piazze, mercato, luoghi storici etc.

- Collaborazione con l’amministrazione comunale e le associazioni

- Gite, attività culturali, collaborazione con enti e musei

· La routine

La vita quotidiana di ognuno si svolge secondo tempi e momenti che si ripetono, giorno dopo giorno, attraverso una regolarità di sequenze che ci danno sicurezza e che ci facilitano nei nostri compiti, nel nostro lavoro e nelle relazioni con gli altri.

Nella giornata scolastica dei bambini questi “tempi e momenti che si ripetono” si chiamano la routine. La conoscenza sperimentata nella quotidianità sostiene e incoraggia la crescita dei bambini ed è un campo d’azione piacevole, rassicurante e ricchissimo di apprendimenti. La routine è ricorrente come il ritornello di una canzone e durante la giornata costituisce una sorta di orologio vivente che dà forma al tempo che scorre, permettendo ai bambini di orientarsi. Conoscendo il suo quotidiano il bambino struttura il suo contesto di vita secondo tempi ed azioni prevedibili e rassicuranti, ma anche elabora strategie cognitive che arricchiscono le sue conoscenze. È la stabilità che dà a queste azioni il senso di continuità che aiuta il bambino a costruire una memoria degli eventi. Vivere la routine costituisce un momento importante e privilegiato dove i bambini possono conoscere e diventare competenti in numerosi aspetti cognitivo-relazionali: prendersi cura di sé, degli altri, dell’ambiente e dell’intera “piccola comunità” a cui appartengono, occupandosi di svolgere gli incarichi loro assegnati durante la giornata.

· Il prendersi cura

Quando si parla del “prendersi cura”, in genere, si fa prevalentemente riferimento alla cura corporea dei bambini e al loro contenimento emotivo. Tuttavia, la dimensione del prendersi cura non si occupa solo del benessere fisico, ma incide proprio sugli apprendimenti e sulla costruzione delle rappresentazioni mentali di ogni bambino. In particolare, attraverso l’esperienza della cura, ogni bambino crea legami affettivi e mentali, costruisce percezioni di sé e dell’altro attraverso la sperimentazione della presenza, della vicinanza, della costanza, della disponibilità di chi si prende cura di lui.

Tale attenzione deve essere poi rivolta anche all’organizzazione degli ambienti, alla sistemazione dei mobili, all’ordine dei giochi e dei materiali: come vengono collocati, proposti, messi a disposizione, costituisce o meno il tramite tra bambino e mondo. Nella scuola dell’infanzia i materiali didattici, strutturati, non strutturati, naturali, affettivi, hanno una grande importanza e costituiscono parte integrante del curricolo esplicito e implicito della scuola. Conoscere i materiali, averne cura, usarli con attenzione, riporli con attenzione in spazi adeguati, favorisce il rispetto delle cose e degli oggetti, dell’ambiente, del sé e degli altri.

· Il Circle Time



Il Circle Time rappresenta un momento in cui i bambini si siedono in cerchio e, insieme all’insegnante, condividono emozioni, vissuti e saperi. Il ruolo dell’insegnante è quello di facilitatore della comunicazione e del processo di interpretazione e condivisione. La disposizione è fondamentale per garantire una comunicazione realmente circolare, non solo con l’insegnante.

Il Circle Time permette di sviluppare diversi atteggiamenti positivi all’interno del gruppo:

- Sviluppare una maggiore consapevolezza di sé;

- Favorire la conoscenza reciproca, la comunicazione e la cooperazione tra tutti i membri del gruppo;

- Creare un clima sereno di reciproco rispetto in cui ognuno soddisfi il proprio bisogno sia di appartenenza che di individualità;

- Promuovere atteggiamenti di cittadinanza: rispetto delle regole, disposizione ad ascoltare, considerazione del punto di vista dell’altro;

- Esprimere i propri stati d’animo;

- Imparare ad ascoltare;

- Risolvere i conflitti analizzando con il contributo di tutti il problema e trovando insieme possibili soluzioni.

Il Circle Time viene effettuato con regolarità, quotidianamente come momento previsto all’interno della giornata scolastica, ma anche in via eccezionale, in caso di avvenimenti che necessitano di essere discussi insieme.

· La didattica come speciale normalità


Tale scelta metodologica vede gli insegnanti attenti alla fisiologica eterogeneità della popolazione scolastica d’aula e sperimentatori di didattiche che prevedano, nel normale “a priori” della progettazione, differenti modalità e strumenti per tutti.

Ogni bambino vive all’interno di una scuola pensata come presa in carico globale e complessiva di tutti e di ciascuno e che realizza il principio del “farsi carico” come competenza di base di tutti i docenti, non solo specifica delle insegnanti di sostegno.

La riflessione si articola intorno a due principi chiave:

La visione della didattica come relazione

L’idea di didattica specializzata per tutti gli allievi, non specialistica per qualcuno.

I processi di apprendimento e quelli cognitivi “allargati” sottostanti, comprendenti gli aspetti extracognitivi, infatti, sono comuni a tutti gli alunni: ciò che è utile e funziona, dal punto di vista educativo e didattico, per i bambini con bisogni educativi speciali, in linea di massima è utile anche per tutti gli altri bambini. Il modello di didattica nella quale si basa la presente progettazione annuale si costruisce, quindi, a partire dal percorso di apprendimento migliore per i bambini con BES che diventa così inclusivo.

Per una nuova cittadinanza

Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.[…] La finalità (della scuola) è una cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato.[4]

Le competenze chiave europee

Il 22/05/2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato una nuova Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente che rinnova e sostituisce il precedente dispositivo del 2006 poiché pone maggiormente l’accento sul valore della complessità e dello sviluppo sostenibile.

Nella Raccomandazione le competenze sono ancora definite come una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti, in cui:

a) la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento;

b) per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati;

c) gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.

Le competenze chiave hanno tutte pari importanza, possono essere sovrapposte e interconnesse l’un l’altra e applicate in molti contesti differenti e in combinazioni diverse. Insieme consentono la maturazione di elementi indispensabili al vivere quotidiano quali il pensiero critico, la risoluzione di problemi, il lavoro di squadra, le abilità comunicative e negoziali, le abilità analitiche, la creatività e le abilità interculturali.

Le nuove otto competenze chiave europee risultano, quindi, le seguenti:

· Competenza alfabetica funzionale

· Competenza multi linguistica

· Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria

· Competenza digitale

· Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare

· Competenza in materia di cittadinanza

· Competenza imprenditoriale

· Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali

Il compito della scuola è quello di conoscere tale raccomandazione di carattere Europeo e di realizzare percorsi di apprendimento che mirino alla maturazione di tali competenze in ogni grado di formazione scolastica. Le competenze chiave, infatti, risultano necessarie a ogni individuo per la realizzazione e lo sviluppo del sé e si realizzano in una prospettiva di apprendimento permanente, dalla prima infanzia alla vita adulta, mediante l’apprendimento formale, non formale e informale in tutti i contesti di vita: famiglia, scuola, comunità, luogo di lavoro, ecc.

I traguardi per lo sviluppo delle competenze

All’interno del documento nazionale di riferimento per la scuola dell’infanzia, Le Indicazioni Nazionali per il curricolo, vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai cinque campi di esperienza: Il sé e l’altro, Il corpo e il movimento, Immagini, suoni e colori, I discorsi e le parole, La conoscenza del mondo.

Tali traguardi risultano essenziali nell’agire scolastico quotidiano poiché permettono di avere piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale di ogni bambino.

Per ciascun traguardo per lo sviluppo, quindi, vengono individuati numerosi obiettivi di apprendimento che definiscono il campo del sapere, le conoscenze e le abilità ritenuti indispensabili per la maturazione della competenza in relazione al contesto specifico nella quale si opera, alle singole necessità educative, ai differenti tempi e stili di apprendimento.

Nella presente progettazione annuale si è deciso di mirare alla maturazione delle competenze chiave nel rispetto dei tempi di sviluppo di ciascun bambino. Sono state strutturate, quindi, rubriche valutative per le tre fasce di età – 3 anni, 4 anni e 5 anni – declinando ciascun traguardo di competenza e i rispettivi obiettivi di apprendimento attraverso indicatori di difficoltà mirati ai differenti gradi di sviluppo.


La valutazione

Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. […] La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.[5]

La valutazione delle abilità acquisite e degli atteggiamenti maturati dai bambini trova, all’interno della nostra scuola dell’infanzia, strumenti privilegiati come:

· Osservazione occasionale e sistematica del comportamento verbale, motorio, logico, esperienziale degli alunni;

· Prove oggettive con l’ausilio di schede strutturate e di giochi/sussidi didattici;

· Prove aperte: registrazioni di conversazioni, realizzazione di elaborati grafico-pittorici e di varia natura, messa in scena di drammatizzazioni, attuazione di attività ludiche;

· Compiti autentici;

· Autovalutazione delle proposte educative da parte delle insegnanti: si evidenziano i punti di forza e di debolezza di ciascuna unità di apprendimento;

· Autovalutazione del proprio apprendimento da parte di ciascun bambino attraverso differenti strumenti di valutazione;

· Strutturazione e compilazione della rubrica valutativa per la valutazione iniziale e finale delle abilità e delle competenze raggiunte da ciascun bambino;

· A conclusione dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia le insegnanti raccolgono tutte le informazioni in una scheda che riassume il livello di competenza raggiunto da ciascun bambino/a. Questo tipo di valutazione costituisce un utile strumento per il passaggio delle informazioni sui bambini e sulle bambine agli insegnanti della Scuola Primaria.