Il filo rosso del rispetto
Un’esperienza di collaborazione e di amicizia tra le studentesse e gli studenti classe II E Ites “R.Valturio” ( Rimini) e le alunne e gli alunni del Consiglio Comunale delle ragazze e dei ragazzi Scuola media Giovanni XXIII Misano Adriatico
La diversità è un valore ribadito nell’art. 3 della nostra Costituzione; eppure è facile trascurarlo. Perfino lo spazio pubblico di una città, la sua toponomastica, sminuiscono le tante differenze che abitano una comunità. Così, le direzioni che la nostra quotidianità ogni giorno prende, riflettono -proprio nel nome delle vie-la stratificazione culturale di una società patriarcale, dove l’agito delle donne, ad esempio, è ignorato o sminuito. L’esame delle mappe di 30 città in 17 Paesi, rivela che su 145.933 strade e piazze, il 91% di quelle intitolate a persone, sono dedicate a uomini e, nelle poche dedicate a donne, il soggetto prevalente è la Vergine Maria, seguita da sante e suore. Tra le poche laiche spicca il nome di Marie Curie, spesso ricordata dopo il nome del marito. Tra le capitali d’Europa, la più inclusiva è Stoccolma, che tuttavia non raggiunge nemmeno il 20% di strade intitolate a donne. È seguita da Madrid (18,7%), Copenaghen (13,4%) e Berlino (12,2%). In fondo alla classifica ci sono Atene (4,5%) e Praga (4,3%). L’Italia si attesta sul 6,6%, con Bolzano come la città più virtuosa quanto a toponomastica femminile. Riguardo a Rimini, il nostro capoluogo di provincia, su un totale di 1808 strade, 867 sono dedicate a uomini e solo 85 a donne, di cui, seguendo il trend europeo, 16 religiose, 16 letterate e umaniste, due scienziate, 14 donne dello spettacolo, 1 artista, 23 tra figure storiche e politiche, 1 sportiva, 2 legate alla tradizione e 10 figure mitologiche[1]. Analogamente per Misano Adriatico, su 280 luoghi pubblici, 132 sono intitolati a uomini, mentre solo 5 alle donne: una letterata, “Maria Montessori”, una figura storica d’oltralpe “Giovanna D’arco”, un nome probabilmente legato agli antichi residenti di quelle zone “Camilluccia” e un’altra, via Viola che, per quanto ne sappiamo, potrebbe rappresentare semplicemente il nome del fiore. Nonostante i progressi nella legislazione, poco o nulla è cambiato nella toponomastica delle nostre città; passeggiando per le vie , le bambine ed i bambini, le ragazze ed i ragazzi, si trovano immersi in un “mondo stradale” anacronistico nonostante a scuola respirino tutti i giorni la parità di genere. Questa riflessione ha spinto noi docenti a concertare, nell’ambito di “RispettoSì”, un percorso di ricerca-studio in cui alunni e alunne del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Misano Adriatico e studenti e studentesse dell’ITES “Valturio” di Rimini, hanno unito le loro energie per ricercare e scrivere una “nuova mappa” da proporre ai Comuni di Misano e di Rimini, ad integrazione di quella esistente. I ragazzi del CCRR hanno sperimentato in un laboratorio con la dott.ssa Melissa Ciacci gli elementi fondanti il rispetto, nel suo essere attenzione ai bisogni dell’altro, gentilezza ed inclusione, per poi passare al concetto agito di parità di genere e alla lettura della carta topografica di Misano Adriatico analizzandola in chiave femminile. I compagni più grandi della classe II E della scuola secondaria “Valturio” hanno invece approfondito la tematica del “gender gap”, realizzando presentazioni sull’emancipazione femminile e biografie di donne che, nelle loro aree d’azione, hanno dimostrato un alto profilo valoriale. Dal loro scambio, che si è nutrito di incontri in presenza e a distanza e di attività didattica inparallelo, è nata la proposta di “stradario di genere” descritta nelle pagine di questo opuscolo. Poca cosa per invertire una rotta culturale percorsa per secoli? E’ possibile, tuttavia, offre alle nostre ragazze la possibilità di rispecchiarsi nelle donne di valore che le hanno precedute e che hanno lasciato un segno nel mondo delle arti, dello sport, delle scienze, della politica. Parimenti per i ragazzi, può accrescere la consapevolezza che la parità tra i generi è naturale, è necessaria, è un diritto. Il progetto RispettoSì ha supportato la scuola nel suo essere laboratorio privilegiato per lo sviluppo e l’esercizio della competenze di cittadinanza, rendendo possibile una rete tra diversi ordini secondo un potente orizzonte orientativo, allo stesso modo ha saputo sostenere il bisogno dei nostri giovani di misurarsi e confrontarsi con le istituzioni del territorio, per un ritorno di autostima, motivazione e percezione di vera autoefficacia, nella certezza di aver dato il proprio contributo, anche se piccolo, ad un cambiamento culturale necessario, anche alla luce dell’Agenda Onu 2030, affinché non rimanga sulla carta, ma si traduca nel nostro divenire.
Prof