“Mostrare non dire”, usando i cinque sensi per descrivere profumi, colori, presenze, suoni e sapori, fu l'obiettivo principale di questi incontri di laboratorio.

Il primo testo che scrivemmo fu la descrizione sensoriale di un risveglio, che la Tognolini raccolse alla fine delle due ore e ci restituì nell’incontro successivo. Analizzando i testi nei particolari, molti di noi divorarono idee e spunti per i loro prossimi racconti, utilizzando frasi e paragoni degli altri risvegli come dettagli aggiuntivi, fronzoli che donavano alle parole scritte una vita terrena. Il secondo testo che mettemmo per iscritto fu la descrizione di un personaggio immaginario, sfornato interamente dalla nostra fantasia, dalle punte delle orecchie alla personalità. 

Poi stilammo la narrazione del risveglio di questo personaggio, in prima persona, e ciò che ne risultò fu fonte di orgoglio per molti di noi. Quello che scrivemmo in qualche modo ci rappresentava: chi raccontava di voler fuggire dalla propria gabbia, chi di compiere un omicidio con gli occhi ancora impastati di sonno, chi invece di mangiare pancake appena sfornati. 

Senza che nessuno se ne fosse accorto, le parole sul foglio avevano preso vita, proprio come in un risveglio, e avevano iniziato a danzare sulla pagina al ritmo del racconto, che poteva essere intorpidito, violento, sognante. Guardando verso le macchioline d’inchiostro, si poteva leggere l’inizio della storia più bella di sempre: quella evasa dalla fantasia, quella che era uscita nonostante le barriere e le censure. Quella che nessun divieto era riuscita a fermare. Ogni singolo racconto di quelli che erano sul tavolo nell’aula di scienze era un capolavoro nel suo essere imperfetto, una bozza da correggere e limare ma che anche lasciata così era meglio di qualsiasi libro mai scritto, perché veniva dalla nostra testa. La Tognolini lo sapeva e ci lodava per questo: ”Hai un dono,” diceva a ogni singolo ragazzo presente con un sorriso da far invidia al sole, “coltivalo.” 

 Scritto da un'alunna che vuole coltivare il suo dono