Niente di nuovo sul fronte occidentale

Autore: Erich Marian Remarque, illustrato da Marco Cazzato

Casa editrice: Neri Pozza

Anno di pubblicazione: 2020

Pagine: 194

Erich Maria Remarque nasce a Osnabrück in Germania nel 1898.

Nel 1916 all’età di 18 anni entrò volontariamente nell’esercito e fu spedito sul fronte occidentale, dove rimase ferito gravemente.

Nel 1929 fu pubblicato il suo primo libro « Niente di nuovo sul fronte occidentale».

Nel 1933 i nazisti bruciarono le sue opere, nel 1939 dalla svizzera andò negli stati uniti dove continuò a scrivere fino alla sua morte, nel 1970.


Di questo autore non ho letto altri libri ma mi piacerebbe molto leggerne altri perché mi ha colpito molto il suo modo di scrivere e le riflessioni che ha fatto all’interno della vicenda .

Il genere narrativo e a tratti riflessivo mi appassiona molto perché ti fa conoscere e apprezzare i pensieri dell’autore.

Nel 1914 quando inizia la prima guerra mondiale, Paul e i suoi coetanei Kropp, Müller, Westhus, Tjaden partono volontari per il fronte, convinti di vivere un’entusiasmante avventura all’insegna degli ideali dell’eroismo e del coraggio. Ben presto però, il protagonista e i suo compagni si rendono conto che la realtà della guerra è ben diversa da quella descritta dalla propaganda.

La fatica della trincea, la mancanza di cibo, il rischio costante della morte segnano il passaggio di Paul dall’adolescenza alla vita adulta.

La crudele guerra, in cui Paul non vede più né fine né scopi, si manifesta anche nei brevi periodi di congedo e di ritorno alla vita civile, da cui il protagonista sente che quella vita non gli appartiene più, come se l’orrore della guerra l’avesse prosciugato di ogni traccia di umanità.

Paul riesce a trovare un’intesa solo con la madre morente, poco prima di tornare al fronte, dove nel frattempo si susseguono le morti dei compagni e degli amici.

Paul perde così ogni desiderio di vivere, tanto che gli risulta del tutto indifferente morire sul campo di battaglia o sopravvivere alle ostilità. Poco prima della fine della guerra nell’autunno del 1918, viene ucciso da una granata in un giorno in cui, come recita il bollettino di guerra, non c’è “niente di nuovo sul fronte occidentale”.

I fatti sono raccontati in ordine cronologico e la vicenda è di facile comprensione.

La storia mi ha colpito molto perché viene raccontata da un soldato che ha vissuto in prima persona la guerra per cui ti fa capire ancora meglio che cosa si provava a stare in trincea.

La scelta del narratore dell’uso della prima persona risulta sicuramente efficace perché è ancora più realistica.

All’interno del racconto sono presenti delle riflessioni. In particolare mi ricordo quando Paul e i suoi compagni tornano dalla prima linea , si mettono a giocare a carte e nel frattempo pensa a come sta svanendo la sua adolescenza e a come potrà essere il suo futuro.

Il protagonista è Paul Baumer nato a Duisburg l'11 maggio 1896.

Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale viene assegnato a un battaglione di rimpiazzi, arrivando sul fronte occidentale dopo due mesi di addestramento.

Paul era un ragazzo di 19 anni, alto con capelli e occhi scuri, molto abile e tenace nel campo di guerra.

Andava molto d’accordo con i suoi amici ed era sempre pronto ad aiutarli e qualche volta riusciva a divertirsi ed essere spensierato con loro.

In alcune parti del libro mi ha fatto molto tenerezza perché pensare che un ragazzo così giovane debba subire la crudeltà della guerra è davvero triste.

In altre parti della vicenda mi ha suscitato tenacità e coraggio e un grande desiderio di sopravvivenza che lui ha.

Paul Baumer è un soldato esistito veramente, cadde nel 1918, caduto a testa in giù in avanti, quando lo trovarono e lo voltarono capirono che non aveva sofferto molto e il suo volto aveva un’ espressione così serena, quasi fosse contento di finire così.

La vicenda si svolge nel corso prima guerra mondiale.

Nel libro non sono presenti molto descrizioni, in particolare però ricordo quando i soldati sono mandati a stendere i reticolati. Man mano che si avvicinano al fronte la nebbia si fa più densa e i colpi di fucili e bombe si fanno sempre più distinguibili.

Giungono a una foresta rada, nebbia e fumo di artiglieria coprono i bassi prati, sopra splende la luna e alcune truppe ogni tanto passano dalla strada.

Il terreno diventa più scosceso man mano che avanzano, dei razzi volano per minuti interi prima di bruciare completamente.

Paul sente scoppi, urli e fischi sibilanti nell’aria.

L’autore usa un linguaggio sostanzialmente semplice senza uso di dialetti o termini in gergo, con l’uso abbastanza frequente del discorso diretto . A seconda delle situazioni il ritmo della narrazione è veloce, ad esempio quando Paul trovandosi nel bel mezzo di una sparatoria si rifugia in una buca piena d’acqua, altre volte invece il ritmo risulta più lento ad esempio quando Paul e i suoi amici si riposavano nelle baracche.

Definirei lo stile dell’autore semplice e a tratti tragico o drammatico.

È la prima volta che leggo un libro che tratta temi che riguardano in modo così reale la guerra e le sue crudeltà. Inoltre sono presenti anche il tema dell’amicizia, la disperazione e il coraggio, tutti raccontati in modo realistico.

Le idee dell’autore sulla guerra si deducono attraverso le riflessioni di Paul. Infatti egli pensa che alla fine la guerra è stata del tutto inutile, portando via a lui e a tutti gli altri giovani soldati un’adolescenza libera e felice.

Questo libro mi ha fatto capire meglio come è stato trovarsi in una situazione di guerra e come vivevano sempre a contatto con il pericolo.

Ho impiegato circa 2 settimane per leggerlo e ne consiglierei la lettura sia ai ragazzi della mia età, sia a persone adulte .

L.E. 3D