Lettera a una compagna speciale

EDITORIALE

SONO ATTERRATO IN III G: 

CON LA MACCHINA DEL TEMPO


Ogni tanto mi capita. Sapete, è come se in cantina custodissi una macchina del tempo. Strana, non è proprio come quella del dottor Emmet Brown de “Ritorno al futuro”. E poi sono sì un po’ strampalato ma non come lui. E vale anche per il genio, purtroppo. Ogni tanto scendo le scale dell’edificio dove abito, apro la porta, sento quell’odore un po’ stantio, tolgo il telone che la nasconde e… voilà! Eccola là. La mia vecchia macchina del tempo. Basta regolarla, dopo aver avuto le necessarie autorizzazioni e girare la vecchia chiavetta. E poi, zac! In un attimo torno indietro.  Stavolta mi è capitato di tornare in terza. Cambiano le terminologie, resta la sostanza: ora si dice scuola secondaria, allora, appunto, media. L’ultima volta in una terza… hmmm, vediamo. Circa cinquantadue anni fa! Già, era il 1970, tanto tanto tempo fa. 

Oh, non è mica il viaggio più lungo, a ritroso, che ho fatto. Perchè, poteva essere il 2008 quando finii in una quinta elementare. Pardon, quinta primaria! Poi ho fatto altri viaggetti, svolazzando all’università, anzi per meglio dire a incontrare i laureati in scienze della comunicazione che si sono iscritti a un Master di giornalismo. Fino all’anno passato, quando a chiamarmi prof, non doc come Marty chiama l’inventore del Ritorno al futuro, erano i ragazzi del liceo sportivo della Fondazione Malavasi. Stavolta i giornalisti in erba hanno tredici anni, sono prossimi a un esame, e alla svolta importante della secondaria di secondo grado. Quella che comincia a perfezionare, ma non è neanche detto, sulle scelte importanti che si fanno nella vita. A differenza del doc del film di Zemeckis, all’arrivo in terza sono stato accolto da un “tutor” coi fiocchi. Il professor Antonio Marino. Mi colpisce molto la sua passione, quella che si riconosce a un educatore modello. E, badate, non è piaggeria. La passione per l’educazione propedeutica la si nota nel linguaggio, nell’atteggiamento, nel piacere di offrire ai ragazzi un’occasione in più. Diversa. La stessa cosa vale per la professoressa di tecnologia, Anna Crivella, che cura del progetto grafico.  In questo, io e loro, ci assomigliamo. 

Il mestiere del giornalista è cambiato moltissimo, nel linguaggio, negli strumenti. Ho cominciato con una macchina da scrivere, io. Ma non posso certo raccontarlo a chi smanetta sui tablet e i telefonini. Anzi, glielo racconto. Dirò loro com’è cambiato questo mestiere, come a farlo sono persone spinte da tante motivazioni: il potere per esempio. Ma anche il piacere di incontrare gli altri, di arricchirsi nelle diversità di pensiero, migliorare nel confronto aperto e pluralista. 

La scrittura è una passione che può essere giornalistica, ma per fare il giornalista oggi, non basta. Ai miei tempi, sì, battevi lentamente sui tasti di una Olivetti 32, rispettavi il numero di righe e di battute e il gioco era fatto. Oggi, per diventare giornalista, tutto questo è “giurassico”. Oggi al giornalista è richiesto di essere anche un video-operatore (videomaker), cioè saper fare un articolo passando anche dal montaggio video. Più facile, più difficile? Sono al passo coi tempi. 

Cambia il linguaggio, cambiano gli strumenti, senza dubbio si può essere “influencer”, senza obbligatoriamente dover passare dal giudizio della critica. Basta il favore del pubblico. Bando alla teoria, però. Quello che vogliamo provare a fare, con la terza G, è dare vita a una vera e propria redazione. Fare un giornale di classe. Verrà bene o verrà male? Giudizio soggettivo, come all’edicola. 

Il mio/nostro compito è quello di stuzzicare a questa esperienza, provare a fare un “prodotto” che possa, in futuro, essere un bel ricordo. I ragazzi sembrano ben disposti. Basti pensare al nome che hanno scelto per la testata: III Gimensione Un’ottima base di partenza, no?

Diego Costa

Copia di Lettera Ketelina

INTERVISTA ALLA DIRIGENTE DELL'IC9 

I nostri inviati, Hanin, Davide, Fabiana, Ricardo e Cristian hanno incontrato la dirigente scolastica, dott.ssa Ernestina Spiotta. 

"Posso dire di essermi realizzata - dice la dirigente - perchè faccio il lavoro che desideravo fare fin da bambina. Ho lavorato in tante regioni, da due anni sono qui a Bologna. Abbiamo sfruttato al meglio le risorse europee per ammodernare il Guercino. Faremo una grande festa per illustrare le nostre novità"

 INTERVISTA AL CAPOCANTIERE  -  Viaggio al centro dei lavori che renderanno il Guercino un plesso scolastico dotato di ogni modernità.  

Austein e Emma, indossato l'equipaggiamento di cantiere,  hanno incontrato il capocantiere Loconte e il tecnico Campeggi per scoprire tempo, modi e numero di operai che si accingono a completare la ristrutturazione della scuola. Un vademecum interessante su tutto quello che c'è da sapere. 


       VIAGGI E TERRITORIO   -  Oggi la nostra redazione ha deciso di diventare un'agenzia di viaggi e di far scoprire a Sultan, un nostro compagno appena arrivato in Italia, la nostra città.

Inchiesta a cura di Sultan , Emma  , Emanuele  e  Austein 



NON SOLO SCUOLA La nostra generazione è appassionata ai videogiochi, per loro è un modo per scappare dalla vita reale. La domanda che ci si pone è: questa attività nuoce alla salute? La nostra risposta  è no, e vi spieghiamo perché.

 Inchiesta a cura di Hanin, Fabiana, Ricardo, Davide, Kristian 



BOLOGNA SECONDO ME Se andate a Venezia trovate le gondole, a Firenze il patrimonio artistico, ma perché visitare Bologna? Vi prendiamo per mano e vi portiamo in città.

Inchiesta a cura di Achille, Ayoub, Elsa, Emma 




 MUSICA...MENTE NOI Immaginatevi un mondo senza musica... ci sarebbe da impazzire. Viaggio nel mondo delle note che piacciono a noi

Inchiesta a cura di Alice, Emma, Matilde e Ketelina 


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NON MI VA GIU' - Nella società dei nostri tempi esistono molte ingiustizie nei vari campi sociali, come nella scuola, nel campo politico e addirittura nello sport. 

Inchiesta di Donato, Greta, Kristiano, Giulia



Il giornale web III GMensione nasce dal progetto didattico  "Scoop! La nostra redazione".                                                                                          Scuola: Istituto Comprensivo n 9 di Bologna                                       Classe: III G                                                                                                      Referente: prof. Antonio Marino                                                              Esperto esterno: Diego  Costa                                                                    Docenti coinvolti: Anna Crivella, Benedetto Chieffo, Margherita Colombini, Giada Tomba

DALL'UCRAINA

CIAO, MI CHIAMO KETELINA...

Mi chiamo Ketelina e sono nata a Orlovka, in Ucraina, 14 anni fa. Sono venuta qui, a Bologna, a marzo del 2022, insieme a mia sorella perché nel mio paese c'era la guerra.  La mia scuola era più grande di questa, era circondata da un grande spazio verde, mi piaceva com'era costruita, sia dentro sia fuori; c'erano tanti studenti e stavo lì tutti i giorni, dalle 8.30 alle 15.00; a pranzo mangiavamo tutti insieme, in mensa. In classe eravamo in 12 ed avevamo tanti insegnanti.   Mi mancano gli amici della classe. Loro sono rimasti lì e rimaniamo in contatto grazie ad Instagram. La mia migliore amica si chiama Violetta: In Ucraina stavamo sempre insieme, sia a scuola sia fuori. Adesso mi racconta che sta bene, tranne quando ci sono i bombardamenti; per fortuna nella nostra città non ci sono spesso. Quando vivevo lì dopo la scuola, facevo danza moderna e popolare, poi tornavo a casa, cenavo, facevo i compiti e andavo a dormire. I giorni in cui non facevo danza e durante i weekend potevo vedere la mia amica Violeta, facevamo delle passeggiate in città, andavamo in giro per i negozi o a prendere un the. Qui al pomeriggio passo il tempo a fare dei lavoretti artistici oppure al telefono. Mi piacerebbe molto poter tornare a Orlovka.