BIOGRAFIA
Nata a Massa Marittima (Grosseto) nel 1921. Dopo l'armistizio dell'otto settembre 1943, seguendo l'esempio del marito, partecipò alla lotta clandestina. Militò nel raggruppamento «Amiata» della III Brigata «Garibaldi» operante nella zona di Massa Marittima. Nella trattoria gestita dalla madre avvicinò e indusse a disertare, per raggiungere le formazioni partigiane, numerosi prigionieri di nazionalità straniera al seguito delle truppe tedesche. Tradita da uno di questi, un mongolo, la sera del 22 giugno 1944, fu arrestata insieme alla madre. La mattina successiva fu rinvenuto il suo corpo straziato dalle fucilate. Medaglia di Oro al Valor Militare «alla memoria» con la seguente motivazione: «Giovane sposa e madre, fra le stragi e le persecuzione, mentre nel litorale maremmano infieriva la rabbia tedesca e fascista, non accordò al suo corpo né piegò la sua volontà di soccorritrice, di animatrice, di combattente e di martire. Diede alle vittime la sepoltura viétata, provvide ospitalità ai fuggiaschi, libertà e salvezza ai prigionieri, munizioni e viveri ai partigiani e nei giorni del terrore, quando la paura chiudeva tutte le porte e faceva deserte le strade, con l’esempio di una intrepida pietà donò coraggio ai timorosi e accrebbe la fiducia alla forza. Nella notte del 22 giugno, tratta fuori della sua casa, martoriata dalla feroce bestialità dei suoi carnefici, spirò, sublime offérta alla patria, l'anima generosa».
Massa Marittima, giugno 1944
Legge la professoressa Marika Lima