LE NOSTRE TECNICHE

PACCIAMATURA naturale

La pacciamatura naturale è alla base della coltivazione biologica. Nell’orto biologico infatti il suolo non dovrebbe mai essere lasciato spoglio e privo di protezione: sole e vento rischiano di seccarlo, mentre gli scrosci d’acqua dilavano il morbido strato superiore. Senza contare le erbe infestanti che, come negli orti di ogni tipo, competono con le verdure.

La pacciamatura è come posare un mantello a protezione del suolo dalle intemperie e, nel contempo, contenere la crescita delle erbe infestanti. Per questa funzione di copertura e contenimento si possono usare svariati materiali (per esempio dei teli di plastica), ma se si vuole effettuare la pacciamatura naturale la scelta si restringe a quelli naturali biodegradabili (paglia, fieno, erba di sfalcio, segatura ecc.).

Ad esempio la pacciamatura con la segatura è l’ideale per tenere lontane lumache rosse e limacce, che detestano strisciare su questo materiale, ma la presenza di tannino nel legno può costituire un problema rendendo il terreno eccessivamente acido. Particolarmente ricche di tannino sono le cortecce di castagno, quercia, abete e acacia, meglio non esagerare. Inoltre è necessario verificare che la segatura non provenga da legni trattati o da cascami di lavorazioni che prevedono l’impiego di colle o vernici.

Al momento noi pratichiamo la pacciamatura con la paglia, che risulta estremamente efficace e praticamente non ha controindicazioni.

Il vantaggio della pacciamatura naturale rispetto a quella fatta con la plastica è che il terreno si mantiene morbido, umido, caldo e nel contempo ben aerato. Inoltre i componenti visibili e invisibili della fauna ipogea divorano lentamente lo strato di pacciamatura vegetale e pian piano la decompongono, trasformandola in terriccio fertile.

Se non avete a disposizione materiale organico adatto potete fare una pacciamatura naturale biologica con questo telo di carta per pacciamatura.

consociazione delle colture

Nel nostro orto pratichiamo la rotazione delle colture, che prevede la variazione degli ortaggi coltivati nello stesso appezzamento al fine di migliorare o mantenere la fertilità del terreno e garantire una maggiore resa. Inoltre adottiamo la consociazione delle colture, cioé la coltivazione contemporanea di piante di specie diversa nello stesso appezzamento di terreno, che vengono trapiantate vicine in modo da aiutarsi reciprocamente. È una pratica agricola antica che si ispira a ciò che avviene normalmente in natura, dove la biodiversità vegetale spontanea aiuta l'ambiente a rimanere sano.

Le piante interagiscono tra loro e col suolo in diversi modi: scambiano sostanze nutritive, attirano o allontanano insetti differenti con i loro fiori e con i loro profumi, ombreggiano il suolo e lo mantengono umido. I vantaggi derivanti dalla consociazione sono molteplici: con i giusti accostamenti è possibile allontanare insetti nocivi o spore patogene, salvaguardando le colture; si può migliorare l'apporto di sostanze nutritive aumentando la fertilità del suolo; e si può risparmiare spazio, ottimizzando così la gestione dell'orto.

Alcuni esempi di consociazioni tra ortaggi:

  • barbabietola e lattuga
  • carote (o sedano) e cipolle (o porri, aglio, scalogno)
  • cavoli e barbabietole
  • cavoli ed erbe aromatiche
  • cavoli e pomodori
  • fagioli e patate
  • finocchio e cipolle
  • fragole e fagiolini
  • lattuga e fragole
  • melanzane (o peperoni) e fagiolini (o fagioli)
  • piselli e carote
  • pomodori e menta (o melissa, basilico)

concimazione naturale

Per concimare usiamo esclusivamente humus di lombrico di nostra produzione, che è consentito anche in agricoltura biologica. Solamente per la coltivazione delle patate aggiungiamo una piccola quantità di pollina, che abbiamo visto dare ottimi risultati. Inoltre, prima dell'aratura annuale, spargiamo del letame bovino per arricchire il terreno. Non utilizziamo concimi chimici di nessun tipo.

prevenzione/trattamenti contro parassiti e malattie

I macerati vegetali sono ottimi rimedi naturali per proteggere le piante dell'orto. Si tratta di composti liquidi ottenuti dalla fermentazione in acqua.

Come preparare i macerati?

Procurarsi un contenitore in plastica, e riporre all’interno il vegetale che si desidera macerare. Riempire il contenitore con dell’acqua tenuta per qualche giorno alle intemperie. Attenzione a non riempirlo fino all’orlo: il processo di fermentazione produrrà un bel po’ di schiuma. Coprire il contenitore con della retina per evitare che all’interno possano cadere animaletti o foglie, assicurandosi che il macerato abbia aria a sufficienza. Mescolare il contenuto del recipiente una volta al giorno: al sole l’operazione ha un effetto più rapido. Dopo circa tre settimane il macerato è pronto per l’uso. Il macerato va conservato, una volta pronto, in un recipiente chiuso con coperchio.

Macerati vegetali: quali utilizzare?

AFIDI, ACARI e RAGNETTI: macerato d’ortica e/o di peperoncino;

LUMACHE: macerato d’aglio;

RAGNO ROSSO: macerato d’ortica ed equiseto;

ALTICHE e COLEOTTERI: macerato d’assenzio;

CAVOLAIA: macerato di femminelle di pomodoro;

LARVE: macerato di tanaceto;

BRUCHI: macerato di tabacco;

OIDIO: macerato di equiseto;

MUFFA e FUNGHI: macerato d’equiseto e d’ortica.

  • European Research Institute [Corso Siccardi 11 – Torino] | [Corso Monferrato 119 – Alessandria]
  • Laboratorio "rAccogliamo" [Via Conte Cristiani 22-26 – Solero (AL)]
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