Museo Diocesano Diffuso

Un itinerario tra le navate della Basilica Cattedrale, fondata da Ruggero II d'Altavilla nel 1131, con le sue torri, aperte al pubblico nel 2019. Nell'abside brillano i mosaci bizantini e il volto di Cristo Pantocrate. La visita prosegue lungo la Sacrestia, il Tesoro, la Cappella Vescovile e il Chiostro Canonicale con capitelli istoriati su colonne binate. A seguire la piccola galleria epigrafica e l’esposizione fotografica d'epoca. ​Dal 02 aprile 2022 è possibile visitare anche l’Osterio Magno, dimora storica della famiglia Ventimiglia, affidato dalla Regione Siciliana alla Diocesi di Cefalù. La gestione dell'itinerio è affidata alla Cooperativa Sociale "Il Segno".

Il Museo Fra Giammaria da Tusa, allestito nell'antica stalla del convento del secolare Santuario di Maria Santissima di Gibilmanna, ospita manufatti propri della cultura francescana, paramenti e arredi sacri di pregio, donati, come segno di devozione, alla Gran Signura di Gibilmanna ed oggetti provenienti da altre culture. Conserva diversi dipinti e preziosi lavori di legno intarsiato ed intagliato: dai candelieri settecenteschi ed ottocenteschi di fattura cappuccina, a due statue in legno policromo della Madonna e di San Giuseppe in adorazione (XVII sec.). Non mancano alcuni esemplari di opere in cera del tardo XVIII sec., una tecnica diffusa nella Val Demone. ​Si citano ancora una Pietà marmorea del cefaludese Jacopo del Duca (1522-1604) e un raro organo a canne palustri del XVII secolo.

Un ​​​piccolo Museo del Duomo allestito nelle sale adiacenti la cosiddetta Fossa di Parrina (1725-1872) della Chiesa Madre di Gangi. Conserva pale d’altare, la Sancta Ecclesiae Navis e l’Ultima Cena, tronetti e cornici intagliate, calici madoniti, argenti, suppellettili, paramenti ed ex voto. Nel presbiterio è conservato il Giudizio Universale (XVII sec.), opera di Giuseppe Salerno, detto lo Zoppo di Gangi. La visita prosegue nella torre campanaria della chiesa.

Il Museo, istituito nel 1990, è allestito negli spazi della cripta. Presenta un'interessante collezione di suppellettili liturgiche d'argento della Chiesa Madre, (XIV e XVIII secc.): paramenti sacri, gioelli ed ex voto in onore dei santi protettori. La maggior parte delle opere afferiscono al barocco, al rococò e al neoclassico. Di grande importanza è il Reliquiario di San Bartolo che si compone della base-fusto di età medievale e della parte superiore con la teca di cristallo e statuina apicale di San Bartolomeo (XVI sec.). La parte più antica (XIV sec.), recante smalti con figure di Santi e gli stemmi della famiglia committente, è opera dell'orafo pisano Piro di Martino o Martini, mentre come committenti sono stati indicati Francesco I Ventimiglia o Francesco II Ventimiglia; in quest'ultimo caso la datazione dovrebbe riguardare gli anni 1361-1365.​

Il Museo storico del Crocifisso attua la valorizzazione del sito ecclesiale grazie a un percorso sulla storia della chiesa (1676) e della venerata immagine del Crocifisso (XV-XVI secc.), con la realizzazione, in due stanze attigue alla sacrestia, di una sorta di “museo della memoria” dove sono esposti anche alcuni monili in oro e argento che prima dell’ultimo restauro adornavano il manufatto. Un museo che racconta la storia culturale di questa comunità; una storia di vicissitudini e traversie, tra le quali la grande frana che nel 1851, pur distruggendo il centro antico del paese, lambì la chiesa senza intaccarla; uno dei momenti più significativi della storia della comunità.

Il piccolo museo, allestito nella sacrestia della Chiesa Santi Apostoli Pietro e Paolo, conserva suppellettili liturgiche d’oro e d’argento e paramenti sacri di pregio. Nel 2019 è stata realizzata la teca museale ed è possibile accedere alla torre campanaria "nuova".