Indicazioni generali per la tesina d'esame delle classi quarte
La tesina del quarto anno - Istruzioni per l’uso
Introduzione: che cos’è la tesina del quarto anno?
Per il terzo anno vi è stato chiesto di scrivere una tesina riguardo un argomento a piacere, ricercando informazioni e trattando il tema in maniera congrua rispetto al vostro indirizzo di studi. Oltre a questo scritto, avete realizzato un progetto allegato, un prodotto concreto che rispecchiasse la vostra acquisita professionalità, la vostra creatività e la vostra capacità rielaborativa.
Quest’anno, in quarta, vi si chiede qualcosa di più raffinato e, se vogliamo, più stimolante: vogliamo che la vostra tesina sia incentrata su di un progetto fondamentalmente pratico. Se volete vederla sotto una luce comparativa, i ruoli si invertono: rispetto al terzo anno, il progetto non è più “allegato” allo scritto, ma diventa l’elemento protagonista del vostro esame, mentre la parte testuale non scompare ma cambia veste e consistenza, diventando un apparato che spiega, commenta e accompagna il vostro lavoro.
Parte prima: l’ideazione
Come faccio a farmi venire una buona idea?
Dopo aver stabilito che il punto fondamentale sarà realizzare un progetto concreto, serve, ovviamente, una fase preparatoria e riflessiva, in cui possiate radunare le idee. Un buon punto di partenza può essere l’individuazione della vostra area di comfort: qual è l’ambito professionale con cui avete avuto a che fare a scuola e durante gli stage che vi ha più appassionato, con cui avete più confidenza e di cui vi sentite maggiormente padroni? In parole povere, partire da ciò che sapete fare meglio può essere un’ottima prima mossa.
Potete riguardare i vostri vecchi lavori, svolti lungo il corso degli anni (e questa sarebbe una grande occasione per controllare il vostro portfolio, assicurandovi di avervi incluso i lavori di cui siete più orgogliosi!), oppure potete iniziare a considerare di approfondire degli aspetti trattati dalle nuove materie che avete conosciuto durante il quarto anno.
La chiave di tutto dev’essere, in ogni caso, l’interesse e la confidenza con la materia affrontata: non possiamo diventare esperti, da un giorno all’altro, in qualcosa che non conosciamo; come in ogni cosa, per diventare bravi, ci vuole tempo. Chiedetevi cosa vi piace di più e cosa vi riesce meglio (e ricordatevi di essere positivi in questa fase: sminuirsi e auto-sabotarsi non vi aiuta mai!), vedrete che poi tutto sarà più facile.
Una volta trovata la vostra area di comfort, potete iniziare ad affinare la vostra ricerca, concentrandovi specialmente sui tipi di lavori svolti in quell’ambito. Qui, il vostro progetto inizierà a prendere forma, a sembrarvi più chiaro e dettagliato, perché starete pensando in concreto, avrete in mente un oggetto di cui conoscete dimensioni, caratteristiche, pregi e difetti. In questa fase è fondamentale appuntarsi le idee: non battete la fiacca e non rimandate! Se vi viene in mente qualcosa, che vi possa sembrare buono o meno, non lasciate che l’idea vi abbandoni dopo qualche istante, scrivetela!
Prendere appunti ci aiuta sempre a filtrare le idee e ci permette di distinguere gli abbagli dalle vere opportunità. Può darsi che vi vengano in mente più idee e che, all’apparenza, vi possano sembrare tutte più o meno valide; va benissimo, non temete! Più idee avete in questa fase, meglio è, non solo per una questione di scelta e varietà, ma anche e soprattutto perché, quando avrete di fronte a voi, scritte, tutte le vostre proposte, potrete iniziare a confrontarle tra di loro, trovando in ciascuna pregi e difetti che vi faranno propendere per un determinato tipo di prodotto. La diversità è sempre ricchezza e questo progetto non fa eccezione, non siate pigri e appuntatevi qualsiasi spunto vi possa venire in mente, anche se, ad un primo sguardo, vi potrà sembrare strampalato o poco interessante: meglio abbondare, meglio avere diverse opzioni da confrontare e scartarne parecchie per poter arrivare a quell’idea che sicuramente vi soddisfa. Ci sarete arrivati tramite un percorso ragionato ed efficace, sarà l’idea giusta!
Ma c’è da scrivere parecchio?
Sgombriamo subito il campo da dubbi: no, non c’è da scrivere tanto quanto l’anno scorso. Soprattutto, il tipo di testo che dovrete scrivere sarà completamente diverso dalla tesina del terzo anno.
In terza, infatti, avete redatto un testo argomentativo, in cui avete esposto, sostenuto e dimostrato la vostra tesi in merito a un problema a piacere. Quest’anno, invece, partirete da un progetto concreto, che dovrete concepire, studiare, mettere a punto e realizzare con le vostre forze e le vostre competenze acquisite nel corso del quadriennio.
Ora, pensate di essere già all’esame, la commissione si riunisce ed esamina le vostre tesine. Sicuramente ci sarà almeno uno dei vostri professori dell’area tecnica, che saprà riconoscere le capacità e lo studio che avrete applicato nella realizzazione della vostra tesina, perché vi avranno dato gli strumenti per farlo ma, soprattutto, perché loro, in prima persona, sono esperti del settore, sanno di cosa state per parlare al vostro esame. Con ogni probabilità, però, oltre a queste figure ben informate, ci saranno anche altri componenti della vostra commissione che non saranno altrettanto ferrati nelle vostre materie d’indirizzo, primo fra tutti il presidente di commissione, che è esterno e potrebbe sapere poco o niente a livello tecnico riguardo ciò che avete realizzato. Questo significa una cosa ben precisa: non potete e non dovete lasciare nulla al caso e all’improvvisazione.
La vostra idea, realizzata al meglio delle vostre capacità, si merita un testo che non solo loaccompagni, ma che la spieghi in maniera chiara, concisa ed efficace: quest’anno, per la tesina, oltre alla parte principale che resta pratica, dovrete redigere un report di lavoro.
Di seguito vedremo come questo stesso testo possa non solo aiutarvi all’esame, facendo capire il vostro operato anche agli occhi di chi non sa granché delle materie tecniche che avete studiato qui a scuola, ma diverrà anche e soprattutto un indispensabile alleato nel percorso che, dall’idea iniziale, vi condurrà ad avere tra le mani il vostro progetto di tesina.
Parte Seconda: prepararsi a scrivere
La forma da conoscere: il report di lavoro
Lo scopo principale di un report di lavoro è spiegare chiaramente e in modo esaustivo ciò che si è realizzato. Nel vostro caso siete avvantaggiati, sapendo in anticipo chi saranno i vostri destinatari e conoscendo il loro grado di preparazione in ambito professionale.
Sarà necessario rivolgersi quindi a un pubblico ristretto ma eterogeneo, che solo in parte conoscerà la vostra professionalità in modo approfondito; sebbene questo possa sembrare un punto a vostro sfavore, cercate di vedere il lato positivo: se so in anticipo che il mio interlocutore è poco preparato al discorso che sto per sviluppare, stendere un testo semplice, chiaro ed efficace diverrà un lavoro molto più sistematico e metodico. In buona sostanza, potrete aiutarvi con una struttura rigorosa, un filo conduttore del testo che vi possa accompagnare efficacemente tanto nella spiegazione scritta quanto nell’esposizione orale e una scaletta che, punto dopo punto, vada a chiarire inequivocabilmente ciò che avete fatto e come l’avete fatto.
Di seguito vedremo innanzitutto alcune caratteristiche fondamentali del report di lavoro, ovvero, della forma testuale che dovrete affrontare per la vostra tesina, dopodiché, analizzeremo la scaletta del vostro testo, fornendo un modello da seguire passo passo nello sviluppo sia del vostro scritto sia del vostro progetto.
Di cos’ho bisogno per iniziare?
Innanzitutto, è fondamentale avere ben in mente l’obiettivo (comunicare alla commissione d’esame, durante lo svolgimento dell’esame, quello che ho realizzato e come l’ho realizzato) e l’oggetto del mio report di lavoro (il mio progetto, la mia tesina ). Sembra scontato, ma non è affatto banale: possiamo parlare e scrivere solo di ciò che conosciamo, quindi diventa fondamentale definire in maniera ottimale le nostre intenzioni.
Non esiste una singola buona ragione per la quale dobbiate iniziare a scrivere il report prima di esservi chiariti in maniera definitiva le idee riguardo il vostro progetto, non abbiate fretta! Prima di scrivere è necessario pensare, non esiste un’altra maniera.
Subito dopo aver pensato, è necessario prepararsi. Avrete a che fare con molte informazioni di diverso tipo (testi, immagini, fonti multimediali, ecc.) e vi servirà un posto sicuro in cui immagazzinare e recuperare tutto all’occorrenza.
Dimenticatevi delle chiavette e degli hard disk: perderete salvataggi e pazienza. Andate su Drive e create una cartella dedicata esclusivamente alla vostra tesina. Al suo interno sarebbe ideale creare altre sottocartelle per raccogliere i materiali, le bozze testuali e così via; non c’è una regola precisa, se non quella di seguire il buon senso e l’ordine. In questa maniera sarete certi di non perdere nulla e di poter ritrovare sempre tutto a colpo d’occhio e in tempo zero.
Dopo aver concepito e affinato la vostra idea, diventa importante darle un supporto autorevole, in particolare, visto che state sviluppando un progetto per la scuola, indagare, approfondire e ricercare degli argomenti all’interno delle materie tecniche professionali da cui siete partiti può essere un ottimo inizio.
Non abbandonatevi, però, alla prima ricerca sul libro di testo, sugli appunti o, peggio ancora, su Google: abbiamo bisogno di materiale sicuro, chiaro e comprensibile, che possiamo utilizzare nel nostro testo (attenti al copyright!). Siate pignoli, se una fonte non vi fornisce chiarezza sufficiente, mettetela in discussione, ricercate più a fondo e trovate anche altre fonti, poi, mettetele a confronto e traete le vostre conclusioni.
In questa fase è essenziale lavorare velocemente, con concentrazione e chiedere il parere dei vostri insegnanti; non siate timidi e non rimandate, spesso anche solo pochi minuti di confronto bastano per fare la differenza. Ricordate, inoltre, di creare un documento di testo nella cartella di Drive della vostra tesina in cui vi annoterete sitografia e bibliografia di ciascuna fonte che avrete raccolto. Non dimenticatevene, perché vi salverà un sacco di tempo quando andrete a scrivere la biblio-sitografia definitiva!
Avete dunque in mente la vostra idea? Bene, ora potete svilupparla e realizzarla, ma ricordatevi sempre di documentare il processo creativo! State spiegando ciò che avete fatto a persone che sanno poco o nulla di quello che presenterete, è essenziale essere precisi e meticolosi, pertanto, fornire documentazione non solo scritta, ma anche iconografica e fotografica (e perché no multimediale) è sempre un’ottima idea, perché ci permette di arricchire il nostro report, renderlo interessante e più intuitivo, anche per chi non è ferrato in materia.
Non siate pigri, appuntatevi i passaggi del vostro lavoro mentre lo realizzate, scattate delle foto e girate dei piccoli video, anche solo con il vostro telefono, non lasciatevi sedurre dalla mentalità del “Ma sì, l’ho fatto io, figurati se poi non me lo ricordo!”. Qui non stiamo cercando di ricordare, ma di raccontare, spiegare e far capire, e per raggiungere questi obiettivi dobbiamo usare tutti i mezzi a nostra disposizione. Ovviamente, anche queste documentazioni, andranno archiviate in Drive, nella cartella della vostra tesina.
Parte terza: scrivere il report della tesina
Ok, ho tutto… e adesso, come si scrive?
Passando ora a qualche consiglio di natura più squisitamente tecnica, per quanto riguarda la scrittura, la raccomandazione è quanto mai semplice: il report di lavoro deve essere un testo di facile comprensione, finalizzato a farsi capire e che tratta di un argomento certo per chi scrive.
Tenere sempre in mente l’obiettivo per cui si sta scrivendo e mettersi costantemente nei panni di chi ci ascolterà all’esame è di fondamentale importanza e ci aiuterà moltissimo a superare i momenti di difficoltà che potremo incontrare nel corso del nostro lavoro. La buona notizia è che non è necessario, anzi, non è consigliato essere prolissi, perché, ammettiamolo, a nessuno piace leggere report di lavoro troppo lunghi e che tardano ad arrivare al punto!
Quando apriamo o sfogliamo un report ci aspettiamo che vada subito al sodo, che rispetti la sua natura di testo pratico e ci dica solo quello che dobbiamo sapere per comprendere al meglio il lavoro che descrive e niente di più. Se vi spaventa la scrittura, c’è un’altra buona notizia: il report di lavoro è un testo che può essere molto facile da scrivere, perché segue un ordine logico ben preciso, è rigoroso e premia la semplicità.
Ecco qualche breve consiglio stilistico per guidarvi nella composizione:
● Scrivete frasi brevi ma coerenti (una frase deve sempre comunicare un pensiero univoco e non contraddittorio).
● Usate un linguaggio semplice.
● Evitate di scrivere periodi troppo ricchi di subordinate: affaticano il lettore e gli tolgono concentrazione. Per non incappare in questo errore, vi servirà una scaletta rigorosa e pazienza nella rilettura.
● Siate chiari, precisi e concreti: evitate i giri di parole, esempi vaghi, divagazioni. Restate sul vostro argomento e spiegatelo bene con le fonti che avete recuperato.
● Evitate uno stile barocco o supponente. Non ci stiamo autocelebrando, non dobbiamo apparire spocchiosi e arroganti, vogliamo essere onesti e coerenti, preparati e sicuri del nostro lavoro.
● Se usate dei termini tecnici dovete spiegarli sempre alla prima occasione in cui li introdurrete. A questo scopo, potrebbe essere un’ottima idea usare le note a piè pagina.
● Non improvvisate mai! State aderenti alla scaletta!
Organizziamo il testo: la scaletta
Veniamo al dunque e chiariamo qualche punto fisso del nostro report di lavoro:
● Dobbiamo dare un titolo alla nostra tesina e questo sarà anche il titolo del nostro report.
● Dobbiamo avere un indice, che, all’inizio, può anche aiutarci nella stesura della scaletta, ma che poi, a report finito, sarà il primo elemento che comparirà nel nostro scritto, con i titoli dei capitoli e il numero delle pagine presso cui li troveremo nell’impaginato definitivo.
● Dobbiamo suddividere il nostro testo in capitoli, per una più facile consultazione. Ogni capitolo curerà una parte del report e tutti i capitoli dovranno essere collegati logicamente tra loro, sviluppando il discorso in modo chiaro, dall’introduzione (parte più generale) alla conclusione (parte più specifica).
● Vi servirà un reparto iconografico (immagini, tabelle, grafici, infografiche, materiale multimediale) ad alta definizione e di ottima qualità. Siate pignoli nella scelta!
● Sarà necessario fornire una sito-bibliografia delle fonti consultate nel corso del lavoro.
Titolo
Il titolo va scelto con cura, come avete fatto per il vostro lavoro di terza. Non siate generici, al contrario, cercate di essere più specifici e accattivanti possibile, conservando, comunque efficacia e chiarezza comunicativa. Un titolo esclusivamente emotivo o ad effetto, infatti, può far presa, può catturare l’attenzione del lettore, ma se è privo di relazioni col testo e col progetto, rischia di confondere, invece che chiarire.
Se il titolo che avete usato in principio non vi piace più, cambiatelo, basta che sia sempre coerente col vostro lavoro.
Indice
L’indice è lo scheletro di partenza, la struttura della nostra tesina. In linea di massima, dovrebbe rispettare questa struttura:
● Indice
● Introduzione/premessa
● Relazione
● Conclusione
● Biblio-sitografia
Ricordatevi di creare un documento provvisorio per l’indice, che andrete ampliando via via che aggiungerete contenuti e dettagli al vostro report e questo diventerà la vostra scaletta. La regola d’oro per scrivere una buona scaletta-indice è decidere la direzione in cui il testo deve procedere. Stiamo scrivendo un report di lavoro, quindi, la direzione è quella cronologica: spiegare ciò che abbiamo fatto dal momento della concezione dell’idea, attraverso la fase di documentazione, quella della preparazione, della realizzazione, fino ad arrivare alle considerazioni e riflessioni conclusive. Non complicatevi la vita tornando sui vostri passi, attenetevi alla scaletta e tutto andrà per il meglio.
Introduzione/premessa
L’introduzione è un breve testo in cui spiegherete alcuni elementi di contesto necessari per leggere il vostro report di lavoro. Potete anche inserire una premessa, dando all’inizio della vostra tesina un taglio più personale e narrativo (di solito, nella premessa, si tratta la scrittura del documento che segue da un punto di vista più individuale, mettendo in campo la variabile dell’esperienza, della propria storia e così via). In ogni caso, è sconsigliabile anticipare in maniera troppo puntuale i contenuti che seguiranno nel vostro report, mantenendo in questa sezione comunque una funzione chiarificatrice e preparatoria alla lettura.
Relazione
A seguire, dovrete dedicare il corpo del vostro report alla relazione, ovvero, la descrizione del processo creativo del vostro prodotto. Considerate questa scansione:
● Intenzione : in che ambito professionale avete voluto cimentarvi e perché.
● Idea : qual è il vostro progetto, dalla prima concezione alla visione più completa e chiara.
● Ricerca e studio : quali materie e fonti avete consultato per informarvi sulla fattibilità e sulla meccanica della realizzazione del vostro progetto.
● Fase preparatoria : dalle bozze e schizzi fino ad arrivare al progetto dettagliato e articolato, pronto per essere realizzato.
● Fase operativa : le fasi, i tempi e gli strumenti che avete impiegato per rendere concreto il vostro progetto.
Notate che questa scansione non dovrebbe dilungarsi molto in termini di quantità di testo; come sempre nel report di lavoro, poche frasi chiare e precise, con il lessico giusto, saranno più che sufficienti, fintantoché avrete cura di affiancare loro un buon corpo iconografico che avrete prodotto e recuperato strada facendo nella vostra lavorazione.
Dividere la scansione del report in capitoli e sottocapitoli darà al vostro testo un ordine logico e consequenziale che aiuterà la comprensione e renderà la lettura più piacevole. Se la relazione del vostro lavoro sarà un po’ lunga, è consigliabile l’uso degli abstract.
Un abstract è un testo breve di cento o duecento parole al massimo che viene messo all’inizio di ogni capitolo e che spiega al lettore che cosa troverà in quella parte della relazione; una sorta di micro-riassunto che aiuti il lettore a orientarsi.
Conclusione
Ogni report dovrebbe, infine, essere corredato di una conclusione. In questa porzione di testo avrete l’ultima possibilità di lasciare una buona impressione in chi vi legge, dovrete cercare di ribadire il valore del vostro lavoro ricordando che state sostenendo un esame per qualificarvi come figure professionali specializzate nel vostro settore: non perdete mai di vista il vostro obiettivo, tantomeno alla fine del report!
Alcuni punti utili da toccare (uno o più) nella conclusione possono essere:
● Autovalutazione del lavoro: come pensate sia riuscito il vostro progetto e perché. Cercate di autovalutarvi prendendo in considerazione il vostro percorso scolastico e professionale: com’è il vostro lavoro se paragonato a quelli che avete in portfolio, o quelli svolti durante lo stage/apprendistato, o magari, rispetto a quelli che avete visto eseguire dai vostri amici, professori o colleghi?
● Eventuali difficoltà incontrate: quali sono state, come avete fatto a superarle e come fareste a riconoscerle ed evitarle in futuro. Non sottovalutate mai l’importanza di questo punto, perché, in questa maniera, darete una buona impressione delle vostre capacità di problem solving.
● Riflessioni finali sulle evidenze emerse dall’esperienza: avete imparato qualcosa di nuovo svolgendo questo lavoro? Qualche prospettiva riguardo la vostra esperienza scolastica o lavorativa è cambiata? Avete scoperto qualche applicazione inedita delle vostre capacità?
● Proposte per il vostro futuro.
Un ultimo, ma importantissimo, avviso: rileggete, sempre, più e più volte e in modo critico. Non dovete per forza essere duri con voi stessi o trascorrere ere geologiche su pochi paragrafi, semplicemente, tenete presente che il testo deve soddisfare in primis voi stessi che lo scrivete: è la carta d’identità del vostro progetto e il vostro biglietto da visita per l’esame orale, vale decisamente la pena impegnarsi un po’ affinché tutto sia in ordine e svolto nel miglior modo possibile.
Non rileggete mai quando siete stanchi o quando avete appena finito di scrivere un paragrafo o un capitolo lungo, fate una bella pausa, scaricatevi e solo dopo, a mente fresca, rileggete più volte, pensando di trovare, ad ogni passaggio un diverso tipo di errore o incongruenza. Lo scopo dell’operazione è riuscire ad avere un testo esente da errori di battitura, grammaticali e di concetto. Se non vi fidate del vostro giudizio, chiedete aiuto a qualcuno di esterno, non sarà un testo molto prolisso, un vostro amico, familiare o professore vi aiuterà di sicuro!
Parte quarta: gli ultimi ritocchi
Bene, ora impaginiamo!
Avete scritto il testo, avete radunato il materiale e avete controllato tutto secondo l’ordine logico seguendo la scansione della scaletta e il vostro progetto è pronto. Tutto è andato bene!
Cosa potrebbe mai rovinare una bella presentazione della vostra tesina all’esame? Semplice! Un report di lavoro trasandato e poco accattivante nella sua presentazione grafica.
Ricordatevi sempre di impaginare con Indesign, non accontentatevi di testi raffazzonati in Google Docs o, peggio ancora, in Word o affini: la vostra tesina vi rappresenta, dice chi siete, volete che sia curata e che tenga gli occhi del lettore incollati al foglio.
Se non sapete usare Indesign, chiedete ai vostri professori e vi aiuteranno, oppure, se siete amanti del fai-da-te, cercate qualche tutorial su YouTube ( qui potete trovare un videocorso che copre le basi del programma). Insomma, non lasciate che la pigrizia vi rovini la buona riuscita dell’esame!
Ma, mi serve davvero una presentazione?
Risposta breve: assolutamente sì .
Se state pensando di far a meno di una presentazione, davvero, ricredetevi subito, perché, ancora una volta, vi garantisco che è la pigrizia che sta parlando per voi! Arrivare all’esame di quarta senza una bella presentazione è tanto grave quanto arrivarci senza report o senza il progetto: sarete manchevoli di una parte del vostro lavoro e se ne sentirà il peso durante il vostro discorso.
Le presentazioni ben fatte sono strumenti comunicativi potentissimi, che possonon trasformare una spiegazione lunga e noiosa in un’esperienza avvincente e ricca di interesse. Inoltre, non dimentichiamo che una presentazione aiuta tanto chi ascolta quanto chi parla a seguire il filo del discorso. Sicuramente avrete già realizzato delle presentazioni lungo il corso dei vostri studi e avrete capito la loro regola base: un’immagine vale più di mille parole .
Cosa dovete assolutamente evitare d’inserire nella vostra presentazione:
● Riassunti o parti del vostro report
● Frasi lunghe o interi periodi
● Immagini poco significative, di bassa qualità o confuse
● Slide non formattate o con formattazioni diverse l’una dall’altra, con vesti grafiche poco piacevoli o che addirittura disturbino la fruizione (colori troppo violenti, o accoppiati in maniera bizzarra, ecc.)
Cosa invece dovreste includere:
● Immagini di ottima qualità, significative, che potrete raccontare durante il vostro discorso
● Parole chiave e segni logici (frecce, simboli matematici, insiemi, ecc.)
● Grafiche e infografiche
● Una veste grafica accattivante e omogenea, che non disturbi ma anzi aiuti e stimoli l’attenzione
Conclusione: va bene, è tutto molto bello, ma…
...vi siete bloccati! La tesina può essere una spada di Damocle, anche quando vi viene richiesto di svolgere un lavoro concreto e quando il testo d’accompagnamento è relativamente facile e breve da stendere. Sappiamo benissimo che avete poco tempo in quarta, che i programmi sono più voluminosi e che avete molte consegne, farsi prendere dallo sconforto o dal panico può essere facilissimo, quindi, meglio correre ai ripari.
Qual è la maniera migliore per farsi passare “l’ansia da tesina”? Semplice: lavorare alla tesina! No, non è uno scherzo o il solito consiglio da prof noioso e pedante, è la pura e semplice verità.
Tutti noi abbiamo una riserva più o meno limitata di entusiasmo, voglia di fare e disponibilità alla fatica e al lavoro; più facciamo e più questa riserva si assottiglia e ci vuole tempo per far sì che si rigeneri, una volta esaurita. Ma qui viene il bello, perché, cosa ci aiuta a trovare nuovi stimoli e impulsi a fare? La gratificazione.
Sapere di star facendo un buon lavoro ci aiuta enormemente, più di quanto possiate pensare, nel proseguire sul nostro percorso, pertanto, lavorate alla vostra tesina non appena avete del tempo libero da dedicarle, ponetevi delle scadenze, oltre a quelle che vi assegneremo noi, datevi dei termini e, soprattutto, tenete sempre aggiornati noi docenti, su Classroom, via email o anche a voce. Noi di consigli ve ne diamo in continuazione, il vostro compito è quello di capirli e cogliere quelli che ritenete più funzionali per voi e le vostre idee.