2022-23

La prospettiva di questo periodo di proposte pastorali per i ragazzi, gli adolescenti e i giovani dei nostri ambienti educativi è segnata dal richiamo “carismatico” al sogno di don Bosco dei “9 anni” (il secondo centenario ricorre nel 2024) e dalle linee tracciate dal Sinodo dei giovani (Christus vivit, Documento finale e Instrumentum laboris). All’interno di questi riferimenti viene proposta una traccia per tre anni che esprima la continuità e lo sviluppo di un’idea, di uno stile. 

Il triennio incomincia chiarendo la nostra posizione nel mondo: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” dice la donna vestita di luce al piccolo Giovannino. Proprio nel bel mezzo di un cortile deve esprimere il meglio di sé e proprio “nel cuore del mondo” sta la missione salesiana (e cristiana). 

Nel secondo anno – anno pastorale 2021- 2022 – saranno ancora le parole di Maria, madre e maestra, ad orientarci: “Renditi umile, forte e robusto”. È un programma di formazione della personalità, che prepara alla missione e chiarisce che tutti noi siamo “amati e chiamati”. 

Infine nel terzo anno pastorale si metterà a tema il metodo educativo salesiano: “Non con le percosse, ma con la mansuetudine e colla carità”. Un programma anche qui di formazione personale e comunitaria che valorizza la presenza attiva in mezzo ai giovani: “Noi ci s(t)iamo!”. Il tracciato di questa progressione è insieme logico e pedagogico. Esso va: - dalla scoperta-consapevolezza del “mondo” in cui siamo e in cui viene seminato e si manifesta il Regno di Dio, della “storia” dove si incarna (e ne diventa il banco di prova) la fede, e che sollecita e orienta a una vocazione - alla cura della propria identità vocazionale soprattutto nella sua dimensione affettiva e “generativa” - all’impegno concreto e incarnato, missionario, di attenzione e cura all’umano e all’umano più bisognoso, e attuato soprattutto attraverso una dimensione che previene. 

ANNO 2021-22 -  "Renditi umile, forte e robusto"

"Non con le percosse, ma con la Mansuetudine..."Quest'anno la proposta formativa ci invita a sostare sullo stile e sul volto del sistema educativo di Don Bosco che si identifica con la cifra dell’Amorevolezza. Il termine esprime la necessità che, per avviare un’efficace relazione educativa, i giovani non solo siano amati, ma conoscano di essere amati; è un particolare stile di rapporti ed è un voler bene che risveglia le energie del cuore giovanile e le fa maturare fino all’oblatività.

Essa si esprime come accoglienza incondizionata, rapporto costruttivo e propositivo, condivisione di gioie e di dolori, capacità di tradurre in "segni" l'amore educativo.

Esprime anche quella carità pastorale che promuove nuova cultura educativa "offrendo uno specifico contributo alle iniziative degli altri educatori ed educatrici". Abbiamo un dovere esplicito di cercare le vie e i modi migliori per trapiantare la genialità di don Bosco nella vita pubblica, nel mondo della cultura, della politica, della vita sociale. Essa potrà allora dare vita a quella nuova educazione, che apre la strada alla nuova evangelizzazione.

Con speciale attenzione occorrerà studiare strategie per consegnare il sistema preventivo alle famiglie, aiutandole a illuminare le aspirazioni e i problemi di oggi, a creare un ambiente di allegria, dialogo e solidarietà, trasformandole così in autentiche "chiese domestiche".