FOGLIO 4
Sezione longitudinale interna arredata.
FOGLIO 2
Studio della pianta arredata con quote e computo
metrico degli ambienti; sono evidenziati con tempera verde acquerellata i corridoi e gli spazi di collegamento.
FOGLIO 5
Prospettiva accidentale dell’esterno.
Nel Fondo Antico IsArt è conservata una cartella che raccoglie i disegni per il progetto di un villino al mare eseguiti nel 1953 da Stefano degli Esposti, un allievo della "Scuola Statale d'Arte e Industrie artistiche" di Bologna.
Link disegni album D29ISAB
https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/samira/link/gm4tkmjt
La cartella ha la copertina rigida in cartone marrone chiaro, con rilegatura a vite, e contiene 10 fogli, 5 in carta velina e 5 in carta avorio, con studi planimetrici e prospettici per la progettazione di un villino al mare.
Solo il primo disegno su carta velina è controfirmato da due docenti, da Cesare Valeriani e da un secondo docente la cui firma risulta illeggibile; su questo foglio è assegnata anche la valutazione del progetto (7/10).
il prof. Cesare Valeriani ha insegnato Discipline architettoniche presso la "Scuola Statale d'Arte e Industrie Artistiche" di Bologna dal 1946 al 1964 (cfr. W.Bergamini e altri, Arti e professioni - Istituto Statale d'Arte di Bologna, 1885-1985, Modena, ed. Panini, 1986).
FOGLIO 1
Planimetria con studio preliminare dell’edificio,
del volume iniziale in relazione allo spazio
circostante e moduli compositivi con studio
delle ombre. La freccia rossa indica il nord.
FOGLIO 3
Prospetto frontale e del retro di villetta con ambientazione esterna
La nostra docente di Discipline progettuali Architettura e Ambiente, prof.ssa Celano, ha considerato il progetto dello studente Stefano Degli Esposti per elaborare un'unità didattica e di apprendimento che ha proposto a noi studentesse e studenti di 5A come traccia per la simulazione della seconda prova dell'esame di Stato, con il compito di elaborare un progetto di "una villetta con patio e zona verde attorno, per la stagione estiva. L’abitazione, progettata su un unico livello, sarà destinata alle vacanze di un piccolo nucleo familiare".
Il candidato, sulla base delle conoscenze acquisite nel corso degli studi, dovrà effettuare le proprie scelte progettuali tenendo presente che la superficie complessiva è di 616,25 mq e lo spazio abitativo dovrà essere costituito dai seguenti ambienti:
1. ampio soggiorno, con sala da pranzo e terrazzo esterno vista mare
2. cucina 3. lavanderia, 4. due camere da letto, 5. due bagni,
6. un garage; 7. due ingressi esterni.
Si richiedono i seguenti elaborati:
1.Analisi con schizzi e bozzetti di studio preliminari;
2.Planimetria in scala 1:100 con l’assetto territoriale urbanizzato della località turistica;
3.Pianta, prospetti e sezione in scala 1:50;
4.Prospettiva ambientata, da intendersi anche come vista tratteggiata a mano libera, purché proporzionata secondo le regole geometriche
proprie della rappresentazione;
5.Realizzazione di modello o prototipo di una parte significativa del progetto, con mezzi tradizionali o con strumenti informatici;
6.Relazione illustrativa dell’intero iter progettuale;
7. Relazione tecnologica dei materiali per la realizzazione dell’opera, con l’uso di nuove tecnologie a risparmio energetico"
Abbiamo così avuto la possibilità di porre a confronto i nostri elaborati progettuali con i disegni architettonici datati 1953, scoprendo corrispondenze e analogie ma anche differenze, soprattutto nella tipologia di relazioni tecniche richieste in due contesti di formazione
così distanti tra loro.
In particolare, il punto 7 della traccia per la simulazione della seconda prova d'esame richiede una relazione tecnica dei materiali che
consideri l'uso di "nuove tecnologie a risparmio energetico", fondamento della progettazione architettonica contemporanea, in linea
con gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile in Agenda 2030.
Di seguito presentiamo due dei progetti realizzati: il primo di Alessandro Capano, il secondo di Sara Geraci.
Prospettiva accidentale dell’esterno
Progetto di Alessandro Capano
https://drive.google.com/file/d/18e6PNrFGcKBXcwygNftaR3HrIpZpjztJ/view
Progetto di Sara Geraci
https://docs.google.com/document/d/1qJVhW1jsd9KliDa8VDayvJ4vwzFfGvAdjyocBnay6g4/edit
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU,
l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione
più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
La sostenibilità non è una questione puramente ambientale: vi è sempre più consapevolezza nella società civile, nel mondo delle imprese, nel Governo nazionale, nelle Amministrazioni e nell’opinione pubblica, riguardo la necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio
di paradigma socio-economico, le numerose e complesse sfide ambientali e istituzionali, con l'obiettivo comune di:
“un mondo dove gli insediamenti umani siano sicuri, resistenti e sostenibili e dove ci sia un accesso universale ad un’energia economicamente accessibile, affidabile e sostenibile. Un mondo in cui i consumi, i processi di produzione e l’uso delle risorse naturali (dall’aria alla terra, dai fiumi, i laghi e le falde acquifere ai mari e agli oceani), siano sostenibili. Un mondo in cui lo sviluppo e l’impiego della tecnologia siano sensibili al clima, rispettino la biodiversità e siano resilienti.”
(Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015)
Per avere una visione pratica dell’effetto che l’edilizia può avere su scala globale, citiamo un estratto del rapporto annuale 2018 della "Cooperazione Internazionale Svizzera", che sta portando avanti progetti di edilizia sostenibile in un paese in via di sviluppo quale l’India:
“A livello mondiale, il settore immobiliare e dell’edilizia è responsabile di quasi il 40% delle emissioni di anidride carbonica (CO2). La CO2 viene prodotta durante la fabbricazione dei materiali edili, in particolare il calcestruzzo; inoltre gli impianti di riscaldamento e raffreddamento degli edifici consumano una quantità enorme di energia. Le emissioni di CO2, in aumento nel mondo intero, sono una causa determinante del cambiamento climatico.”
L’intero settore edile, vista la sua rilevanza a livello ambientale, non può e non deve sottrarsi ad una nuova presa di consapevolezza: costruire edifici a basso
impatto ambientale non è soltanto una possibilità. Se vogliamo, infatti, abbattere il prezzo che paga il pianeta per i nostri insediamenti, ora è diventata una necessità. Anche nel nostro paese.
Dei 17 obiettivi elencati in Agenda, vogliamo declinare quelli sui quali la bioedilizia ha una maggiore forza impattante.
La bioedilizia impiega materiali di costruzione naturali, regionali o riciclati e per questo persegue alti valori etici e sociali e opera in direzione della maggior parte degli obiettivi in Agenda.
La costruzione di edifici con materiali naturali e locali crea una economia circolare virtuosa, che a sua volta genera ridistribuzione delle risorse e favorisce i cicli produttivi ed economici locali, aumentando la ricchezza media distribuita in quella regione.
La bioedilizia incentiva sia lo sviluppo di nuove figure professionali e nuove specializzazioni di manodopera, sia la nascita di nuove forme produttive e industriali, strettamente legate al territorio e all'ambiente naturale o rurale in cui sono localizzate.
A parità di cubatura, la costruzione di una casa naturale richiede maggior impiego di manodopera locale, a fronte di un minor impiego di materiali edili derivanti da produzioni industriali delocalizzate. In qualunque parte del mondo si costruisca con materiali naturali regionali, tipici del territorio e a filiera corta, si innesca un meccanismo di miglioramento delle condizioni produttive ed economiche generali di quella comunità.
Alcuni esempi di materiali naturali presenti in un territorio come l'Italia e utilizzabili ai fini edili sono il legno, la fibra di canapa, il cannucciato, le balline di paglia,
la lana di pecora, il sughero, la calce, l'argilla e il bambù. Costruire in bioedilizia ha, quindi, una capacità riparatrice dirompente.