L’ ACQUEDOTTO DI MARIA TERESA
L’OPERA PIU’ IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DELLA TRIESTE EMPORIALE
Per più di mille anni dalla distruzione degli acquedotti romani a causa delle invasioni barbariche, Trieste dovette provvedere al suo approvvigionamento idrico con pozzi e fontanoni cioè cisterne sulle quali era stata eretta una costruzione più o meno artistica fornita di cannelle e vasche che servivano da abbeveratoi o lavatoi con pompe a mano per sollevare l’acqua a livello stradale.
Il nome di via del Fontanone – oggi via San Michele- ricorda il serbatoio terminale dell’acquedotto romano di Bagnoli.
Nel 1749 Maria Teresa d’Austria finalmente Imperatrice “consorte” (dopo 8 anni di guerra per la successione) ordinò la costruzione di un acquedotto (già suo padre Carlo VI avrebbe voluto costruirlo ma non ci riuscì) e incaricò l’ingegnere De Bonomo – patrizio triestino delle 13 casade- che si basò per la costruzione sfruttando in parte il tracciato dell’acquedotto romano di San Giovanni.
La costruzione dell’acquedotto che avvenne in soli 2 anni fu finanziata dal dazio del nocchiero (riscosso sulle merci che venivano caricate e scaricate dalle navi) , il dazio del pesce e dell’olio.
Nel 1751 quindi l’acquedotto fu completato e venne posta una lapide barocca ancora oggi visibile sul capofonte con un’iscrizione in latino:
L’acqua fatta scorrere dai romani è ora nuovamente restituita alla città e al mondo imperando gli augusti Maria Teresa e Francesco con la sollecita diligenza dei curatori De Chotek e Hammilton.
Per utilizzare le diverse sorgenti esistenti nella valle di San Giovanni venne scavata una serie di gallerie di captazione (wassergalerien) il cui scopo era quello di raccogliere l’acqua piovana che si infila nelle fratture della pietra arenaria presente nella montagna sopra San Giovanni.
Il capofonte si trova- ed è visibile ancora oggi – a San Giovanni in via delle cave.
L’acquedotto percorreva la via Pindemonte, via Crispi, v.le xx Settembre (antico nome Acquedotto) , via delle Torri via Ponchielli e arrivava in p.zza Ponterosso dove alimentava la fontana del Giovannin, p.zza della Borsa dove alimentava la fontana del Nettuno e p.zza San Pietro oggi p.zza Unità dove alimentava la fontana dei 4 continenti. Le 3 fontane furono costruite dal Mazzoleni
Dopo solo pochi anni l’acquedotto teresiano si dimostrò insufficiente per una città che cresceva sempre più.
Finalmente nel 1855 venne fondata la società per l’acquedotto di Aurisina che fu in grado di realizzare il sollevamento dell’acqua degli sbocchi sottomarini del Timavo e di convogliarla verso la città seguendo il percorso della linea ferroviaria.
L’acquedotto di Aurisina fu inaugurato nel 1859.
Dopo la prima guerra mondiale a causa dell’inquinamento l’acquedotto teresiano fu staccato dalla rete potabile e declassato ad acquedotto industriale. Alla fine della seconda guerra mondiale venne allacciato alla fognatura. Dopo 200 anni di servizio non fu più utilizzato.
Dal 1929 funziona l’acquedotto del Randaccio e dal 1970 la condotta sottomarina che attraversa il golfo di Trieste
Sintesi tratto dal libro di
Sergio degli Ivanissevich
L’ ACQUEDOTTO DI MARIA TERESA
Luglio Editori