6. Salone d'onore



Il piano superiore presenta caratteristiche sia quattrocentesche che cinquecentesche, rintracciabili anche nel salone d' onore, l’ambiente di rappresentanza di casa Romei. Dominato dal soffitto ligneo quattrocentesco a losanghe, è decorato da una fascia successiva a grottesche che percorre tutto il perimetro della stanza. Le decorazioni mostrano scene e divinità della mitologia classica, nastri, maschere e festoni, affiancati a farfalle, cardellini e cavallette. Singolari per l’eleganza e per i soggetti mitologici, sono attribuite tradizionalmente alla bottega dei Filippi di cui troveremo traccia anche nelle sale adiacenti. Questo modo di decorare con ornati fantastici ha origine nell'antica Roma e viene riscoperto e apprezzato durante scavi archeologici che riportano alla luce, nel corso del Cinquecento, la Domus Aurea di Nerone.

*Ex chiesa e convento di Santa Caterina martire

Fra i quattro stemmi presenti nelle grottesche della sala, al centro di ogni lato, quello sul camino si differenzia dagli altri per la presenza dell'aquila stilizzata secondo lo stile araldico, che compare inquartata con gigli e sormontata da un cappello cardinalizio a testimoniare il passaggio di Ippolito II d'Este che scelse nel 1550 Casa Romei quale sua dimora. Nei lati minori invece l'aquila all'interno degli stemmi è in volo ed è resa in modo naturalistico con un cartiglio sul basso il quale riporta il motto "AB INSOMNI NON CUSTODITA DRACONE" con delle mele d'orate sulla corona d'alloro che la circonda. Quest'ultimo si rifà all'undicesima fatica di Ercole che richiama le imprese compiute da Ippolito II d'Este.


Fra i quattro stemmi presenti nelle grottesche della sala, al centro di ogni lato, quello sul camino si differenzia dagli altri per la presenza dell'aquila bianca all’interno di uno stemma completo, che compare qui inquartata con gigli e sormontata da un cappello cardinalizio a testimoniare il passaggio di Ippolito II d'Este che scelse casa Romei quale sua dimora nella seconda metà del ‘500. Nei lati minori invece l'aquila, all'interno di ghirlande foglie e circondata da pomi dorati, è resa in modo naturalistico con un cartiglio sul basso che riporta il motto "AB INSOMNI NON CUSTODITA DRACONE". In questo modo sembra volersi riferire all'undicesima fatica di Ercole, quella compiuta nel Giardino delle Esperidi, e richiamare con essa le imprese della famiglia d'Este.

La parte museale del salone d'onore ospita degli affreschi strappati dalla ex chiesa di Santa Caterina delle martiri, ora trasformata in palestra di un istituto tecnico superiore.

Gli affreschi presenti sono databili alla fine del XIV secolo, sono attribuibili ad un anonimo artista dell'area padana sono stati staccati negli anni 1934-1937. Raffigurano Santi e Dottori della chiesa e facevano parte del ciclo "Giudizio Universale" ricoperto di intonaco nel XVIII secolo e riportato alla luce negli anni 30 del 900.

Degno di nota è l'affresco trecentesco della Crocifissione che presenta una impostazione classica: Cristo crocifisso al centro, S. Giovanni e la Maddalena alla sua sinistra e la Vergine nell'atto di svenire sorretta dalle pie donne alla sua destra. Al posto di quest'ultima parte dell'opera, però, possiamo notare una grande lacuna e sembra poterla riconoscere in un lacerto conservato nella collezione privata di una famiglia fiorentina.

Nel momento in cui si decise di strappare gli affreschi dalla chiesa, infatti, si chiese ad un restauratore di dare prova della sua abilità chiedendogli di rimuovere solo una piccola parte di un affresco a sua scelta. Egli strappò questo tassello e ottenne l'incarico per procedere con tutte le altre opere. Il committente, però, a corto di denaro, decise di ricompensare l’artista concedendogli il primo pezzo strappato.