ATTUALITà

germania: campi di detenzione contro il covid

di Pierluigi

Avete tutti presente i campi di concentramento per gli ebrei nella seconda guerra mondiale? Credo di sì.

La Germania vorrebbe creare delle strutture centralizzate per il ricovero forzato di chi non rispetta la quarantena o l’isolamento. Le strutture sarebbero localizzate ad esempio in Baden-Württemberg, al confine con la Svizzera, ma anche in altri lander tedeschi (stati federati). Si rassicura che ci saranno sempre molte guardie per controllare e le persone che saranno ricoverate non soffriranno di fame o freddo. Un’idea assurda, però, che ricorda, in un paese come la Germania, i campi di concentramento.

Perché la Germania è arrivata a pensare questo metodo per le persone che non rispettano le regole anti Covid? La risposta è semplice, su sette giorni ci sono 136 nuovi casi d'infezione ogni 100mila abitanti (dati risalenti al 17/01/2021). Lo stato tedesco non ha ancora confermato che applicherà questa soluzione. Alcuni vorrebbero mettere le persone in ospedale, ma non c’è più spazio!

Ci sono stati diversi scontri e arresti nelle manifestazioni contro questa idea. Su alcuni cartelli che attraversano le strade del centro di Berlino sono raffigurate anche persone famose, per esempio: la cancelliera Angela Merkel, il virologo Christian Drosten e la conduttrice televisiva Anja Reschke. Quest’ultima è vestita con l'uniforme bianconera di una prigioniera del campo di concentramento e il cartello dice: "Colpevole".

Che cosa ne pensate? Scrivetelo nei CONTATTI.

cimon, un robot oltre l'atmosfera

di Edoardo e Gabriele

Come molte persone di voi sapranno nella I.S.S., cioè la “Stazione Spaziale Internazionale”, è arrivato CIMON, il primo astronauta robot dotato di intelligenza artificiale. Il nome CIMON è l'abbreviazione dell'espressione "Crew Interactive Mobile CompanioN", che significa compagno mobile e interattivo per l'equipaggio.

Se volete "vedere" CIMON, basterà cliccare sul video in cui l'astronauta Alexander Gerst interagisce con CIMON.

La vita degli astronauti a bordo della ISS è dura e solitaria: esperimenti, manutenzione della stazione e delle apparecchiature e addestramento occupano la maggior parte delle loro giornate, con poche possibilità di interagire con i colleghi di missione o di avere una mano per portare a termine i propri incarichi. Sono queste le considerazioni che hanno ispirato gli ingegneri di IBM, dell’Agenzia Spaziale Tedesca DLR e di Airbus a mettere a punto CIMON.

Forma sferica e sorriso disarmante, CIMON è un robot che è arrivato sulla Stazione Spaziale Internazionale lo scorso 1 luglio a bordo di un razzo Falcon 9 di Space X.

Questo nuovo membro dell’equipaggio aiuterà gli astronauti umani nelle loro mansioni quotidiane, migliorandone la produttività e riducendo lo stress. “Diversi studi hanno dimostrato che i compiti particolarmente impegnativi sono meno stressanti se fatti insieme a un collega” spiega Matthias Biniok, leader del team di IBM che ha realizzato CIMON.

Il robot potrà essere utilizzato come manuale interattivo, mostrando sul suo schermo o leggendo i testi, i grafici e gli schemi indispensabili nelle operazioni di routine a bordo della stazione e affiancherà l’equipaggio nell’esecuzione di alcuni esperimenti.

Nel corso di questa sua prima missione CIMON farà da assistente ai geologi di bordo in una serie di test sulla crescita dei cristalli in microgravità, risolverà un cubo di Rubik utilizzando le immagini riprese girandogli attorno e farà da telecamera intelligente per documentare un esperimento medico.

Il punto di forza di CIMON è però il suo cervello elettronico: una rete neurale, cioè un sistema in grado di riprodurre i meccanismi del cervello umano, dotato dell’intelligenza artificiale della piattaforma Watson di IBM.

Il robot può essere controllato esclusivamente con comandi vocali, risponde alle domande, può cercare oggetti e riconosce i colleghi umani dell’equipaggio.

In conclusione, speriamo che questa invenzione possa rivoluzionare la vita e la produttività della Stazione Spaziale Internazionale.

quando la felicità vale più di ogni altra cosa

di Agata e Alberto

Avete mai sentito parlare di uno stato in cui la felicità e la libertà di una persona valgono più della ricchezza della nazione? Be’, neanche noi avevamo mai sentito una notizia così curiosa, ma oggi ve la spiegheremo.

In un mondo in cui ogni persona cerca sempre più il benessere materiale, il Bhutan è un esempio da cui trarre ispirazione. Infatti, qui, insieme al PIL (prodotto interno lordo), viene calcolato anche il FIL (Felicità Interna Lorda).

Esso è un indicatore di sviluppo che nasce da un concetto piuttosto strano: calcola il livello di benessere degli individui, non sulla base di parametri materiali, ma trae ispirazione dalla filosofia buddhista, dal miglioramento degli standard di vita, i valori culturali e la protezione dell'ambiente, puntando ad un aumento della felicità delle persone, piuttosto che la crescita economica.

Principalmente, la tecnica di sviluppo della felicità del Bhutan si basa su “quattro pilastri” che sono:

  1. sviluppo socio-economico equo e sostenibile;

  2. promozione e conservazione culturale;

  3. buona governance.

Questi “pilastri” segnano positivamente la vita degli abitanti che abitano in questo piccolo paradiso montano.

Nel 1972, il re dello stato asiatico creò un nuovo indicatore per misurare il livello del FIL dei cittadini. A farci caso è stata un’intera nazione su impulso di un reggente illuminato, Jigme Singye Wangchuck, che ha trasformato una filosofia di vita in un indice di misurazione adottato oggi anche nelle Nazioni Unite.

Proprio lui, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, il re del Bhutan, è il primo che, invece dei benesseri materiali, ama una persona tanto da “infrangere “ le regole che il titolo ereditario impone.

Be’ nessun re del Bhutan, prima di lui, aveva mai osato infrangere la poligamia (cioè l’unione matrimoniale di un individuo con due o più dell'altro sesso) e lui l’ha fatto: “Ho scelto lei e lei soltanto” e non solo. Jigme ha sposato Khesar Namgyel Wangchuck, che però, non possiede un titolo ereditario, essendo una borghese.

Nonostante questo, Jigme non ha voluto ascoltare gli altri, ma si è voluto concentrare solo su sé stesso, infatti dice: “Molti hanno la loro idea di come dovrebbe essere una regina: straordinariamente bella, intelligente, aggraziata. Per me, conta che come individuo sia un buon essere umano, mentre come regina che sia pronta a servire la sua gente e il suo Paese. Io la mia regina l’ho trovata e il suo nome è Jetsun Pema”.

E voi cosa ne pensate? Vi capita mai di affezionarvi ai beni materiali? Scrivetelo su CONTATTI.