Le restrizioni talebane imposte alle donne in Afghanistan sono estremamente severe e limitano praticamente ogni aspetto della loro vita quotidiana.
Quando i talebani sono tornati al potere nel 2021, hanno ristabilito un regime autoritario che ha fortemente limitato i diritti e le libertà delle donne, imponendo leggi e regolamenti che ne comprimono la dignità e le opportunità.
Le ragazze e le donne non possono frequentare scuole secondarie e università (l'istruzione è consentita fino a 12 anni), impedendo loro di accedere all'educazione e di costruire una carriera.
Tuttavia, molte ragazze e donne coraggiose, nonostante i rischi, frequentano scuole segrete per continuare a imparare, spesso nascoste e protette dalla comunità.
Le donne non possono lavorare in molti settori, in particolare in quelli pubblici, e in molti casi, anche nei settori privati sono costrette a rimanere a casa.
Le donne possono solo lavorare in alcune professioni ritenute accettabili, ma devono essere sempre accompagnate da un parente maschio.
Medicina e assistenza sanitaria
Le donne possono lavorare come infermiere o mediche, ma solo in spazi separati dagli uomini e senza trattare pazienti maschi. La professione di ostetrica è considerata fondamentale, poiché le donne devono essere curate da altre donne in contesti esclusivamente femminili.
Educazione nelle scuole primarie
Le donne possono insegnare solo alle ragazze nelle scuole primarie, in ambienti separati da quelli maschili. Dove le scuole sono ancora aperte, possono insegnare, ma molte sono state chiuse o limitate.
Settori legati alla casa e alla famiglia
Lavori come tessitrici, sarte o cuoche sono permessi, poiché si svolgono principalmente in ambienti domestici o separati e sono considerati accettabili all'interno della visione tradizionale del ruolo della donna nella società.
Donne nelle ONG locali
Le donne possono partecipare a progetti umanitari, ma solo in contesti separati dai colleghi maschi e se rispettano le rigide regole di segregazione di genere talebane.
Le donne sono fortemente limitate nella loro libertà di movimento. Non possono uscire di casa senza essere accompagnate da un parente maschio (mahram), il che le rende dipendenti dagli uomini per ogni attività quotidiana, come andare a fare la spesa o lavorare.
Le donne devono indossare il burqa o almeno un abbigliamento che copra completamente il corpo, compreso il viso, in pubblico. Questa legge impone una forma di controllo e repressione sulla loro libertà di espressione e di identità.
Il suo scopo principale era quello di segnalare le differenze sociali, indicare le donne che dovevano essere oggetto di un particolare rispetto, e spesso marcare la differenza tra sacro e profano.
Le donne sono praticamente escluse dalla vita politica e dalla partecipazione attiva alla società. Non possono ricoprire posizioni di potere o essere coinvolte in attività pubbliche che vanno contro le normative talebane.
Le donne non hanno parità di diritti legali.
Ad esempio, in tribunale, la testimonianza di una donna vale meno di quella di un uomo. Inoltre, la violenza domestica e le punizioni fisiche, comprese le esecuzioni sommarie e le lapidazioni, sono aumentate sotto il regime talebano, senza che le vittime abbiano adeguata protezione legale.
Una nuova legge in Afghanistan permette agli uomini di picchiare mogli, figlie e sorelle senza rischio di prigione, tornando indietro dopo anni di progressi nella lotta contro la violenza domestica. La legge modifica il codice penale, impedendo ai parenti delle vittime di testimoniare contro gli aggressori, costringendo le donne al silenzio. La legge è pronta a entrare in vigore con la firma del presidente Karzai, ma le associazioni per i diritti umani sperano che segua l'esempio del 2009, quando annullò una legge che legalizzava lo stupro coniugale.
Queste restrizioni sono solo alcune delle gravi limitazioni alla libertà e ai diritti delle donne in Afghanistan sotto il regime talebano. La situazione continua a peggiorare, con una crescente repressione delle libertà fondamentali e una negazione dei diritti umani più elementari.