Carriera docenti: prima stabilizzare i precari e rinnovare il contratto di lavoro

Data pubblicazione:  30 marzo 2023

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Carriera docenti: ogni ragionamento solo dopo la stabilizzazione dei precari e il rinnovo del contratto che recuperi l’11% d’inflazione 

La posizione della FLC CGIL, nell’ampio lasso di tempo che separa dal primo incontro con le OO.SS. per il lancio dell’idea fortemente voluta dell’assessore Bisesti e dalla sovrintendente Sbardella, si è mantenuta cauta ma disponibile al dialogo per capire se, col nostro contributo, ne potesse scaturire un progetto foriero di miglioramenti del lavoro dei docenti e un trattamento economico più giusto. La nostra disponibilità al confronto non è stata raccolta e anche la riunione fissata dall’Assessore col Consiglio educativo provinciale prevista per giovedì 30 marzo è stata rinviata; oggi ci troviamo a fare i conti con un’accelerazione dell’iniziativa legislativa, affrettata e priva di connotati progettuali.

Anzitutto, come FLC CGIL, non perdiamo di vista quella che a nostro giudizio è la via maestra per riconoscere il percorso formativo e professionale di molti docenti: la stabilizzazione mediante procedure concorsuali ampie, frequenti e prevedibili. Siamo convinti che questo sarebbe già un passo da gigante per chi da anni s’impegna per lavorare in modo stabile e continuativo nella scuola, che si vedrebbe riconosciuto anche il servizio preruolo. Parallelamente, in linea generale chiediamo puntualità e ritmo nei rinnovi contrattuali, e in particolare maggiori risorse a bilancio per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024 che tenga conto di un tasso d’inflazione che supera l’11%, a fronte di nessuno stanziamento nella legge finanziaria 2023 della PAT. La soddisfazione di queste due priorità consentirebbe di mettere ordine, di appianare le disuguaglianze fra persone che svolgono la stessa professione docente con trattamenti e condizioni anche molto diverse, di guardare al futuro in modo più disteso. Solo a quel punto si potrà cominciare a ragionare su altre strade per rendere la professione sempre più dinamica, gratificante e contemporanea, sia dal punto di vista economico sia normativo. Oggi riteniamo che quest’idea di “carriera docenti” apporterebbe maggiore complessità a un sistema che si regge su un equilibrio precario, e appesantirebbe ulteriormente, in tempi ristrettissimi, il lavoro di reclutamento del servizio preposto che non nasconde la propria difficoltà a stare al passo per insufficienza di organico, anche in considerazione del fatto che i docenti vincitori del concorso lasceranno ore d’aula libere, che dovranno comunque essere coperte, ma che probabilmente rimarranno vincolate al titolare e non potranno essere assegnate definitivamente.

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali ancora non è noto quali saranno i criteri di accesso, in quanto è prevista una preselezione messa in atto a livello delle singole scuole, guidata dal dirigente, sulla base di competenze desiderabili, che dovrebbero individuare e accompagnare al concorso il 10% dei docenti di ruolo con almeno cinque anni di servizio; ma che sia chiaro, escluderà chi di ruolo non è, i precari. Da ciò che possiamo solo intuire, i docenti vincitori di concorso, pari al 5%, confluiranno in un unica graduatoria dei docenti esperti che dovranno essere distribuiti su tutta la provincia e in alcuni casi la destinazione sarà probabilmente una scelta obbligata, perché chi ricoprirà le prime posizioni avrà facoltà di decidere la sede più congeniale e più ambita, mentre gli altri dovranno adeguarsi. La mobilità rimane uno dei temi più complessi perché si declina su tre piani: comunale, provinciale e interprovinciale. E’ un meccanismo molto tecnico, fatto di diversi passaggi, in alcuni casi molto delicati. Non riusciamo a comprendere come i vincitori potranno utilizzare lo strumento della mobilità a livello comunale e provinciale, perché se non vi saranno posti disponibili da esperto o ricercatore nella scuola su cui si chiede la mobilità, il docente dovrà comunque rinunciare a qualcosa: o lo status che si è appena guadagnato col concorso, a alla possibilità di trasferirsi.

Per ciò che concerne la mobilità interprovinciale in uscita questa potrà avvenire solo ed esclusivamente come docente di ruolo senza poter portare con sé lo status di esperto o ricercatore, mentre in entrata i posti si ridurranno, in quanto una parte delle ore per la definizione degli organici saranno blindate dallo status di esperto o ricercatore cui i docenti da fuori non potranno accedere.

Infine una considerazione sullo stipendio. L’assessore ha parlato di quattromila euro per gli esperti e cinquemiladuecento euro per i ricercatori - lordi ben inteso. Considerando che il DdL prevede la possibilità di usufruire di esoneri o semiesoneri dal lavoro d’aula per lo svolgimento delle funzioni da esperto o ricercatore, viene da chiedersi come saranno riconosciute queste cifre. Quattromila euro lordi su tredici mensilità equivarrebbero a poco più di duecento euro nette in più al mese, ma vien da pensare che questa sia la cifra massima ottenibile, quindi da riconoscere a chi avrà l’impegno orario più alto per lo svolgimento di quelle funzioni e il maggior sgravio di ore d’aula.

Troppi i nodi da sciogliere in un tempo così breve per una riforma tanto ampia, profonda e discutibile.


Per approfondire a questi link sottostanti trovate i precedenti comunicati della FLC del Trentino:

Carriera docenti: caos annunciato 

FLC sulla carriera docenti 

Carriera docenti: la FLC CGIL Trentino chiede criteri oggettivi e risorse extra-contratto