Comportamento etico
La Banca Etica scrive ai suoi Soci
Cara socia, caro socio, gentile cliente,
con dolore siamo ancora qui ad assistere a una guerra alle porte d’Europa.
A un anno dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina non si vede soluzione e nei consessi internazionali prevale ancora la via del sostegno in forniture militari a scapito della via diplomatica.
Come ha scritto il filosofo Edgar Morin: “È sorprendente che in una congiuntura così pericolosa, il cui pericolo aumenta continuamente, si levino così poche voci in favore della pace nelle nazioni più esposte, in primo luogo in quelle europee. È sorprendente vedere così poca coscienza e così poca volontà in Europa, soprattutto nell'immaginare e nel promuovere una politica di pace”.
Tra le voci che si levano a favore di una risoluzione diplomatica in Italia e in Europa sono fondamentali quelle di tutte e tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno alle manifestazioni per la pace, come la straordinaria Marcia di notte da Perugia ad Assisi, che si inseriscono nel solco delle richieste di Pace già condivise lo scorso 5 novembre in occasione della grande Manifestazione Nazionale di Roma con oltre 100.000 partecipanti, a cui ha aderito anche il Gruppo Banca Etica.
Manifestazioni nel corso delle quali si ribadisce che la risoluzione del conflitto non può essere lasciata solo al fragore delle armi. Dobbiamo attivare tutti gli strumenti di diplomazia ufficiale e popolare, con la pressione internazionale, il disarmo, il sostegno alle forme di trasformazione nonviolenta dei conflitti, il superamento delle attuali alleanze militari, l’opposizione alla militarizzazione e soprattutto la protezione della popolazione civile che sta pagando il prezzo più alto in questa guerra.
La finanza etica ha tra i suoi valori fondanti il rifiuto di fare affari con chi produce e commercia armi: un settore che in ogni epoca, ma ancor più negli ultimi 12 mesi, assicura lauti e macabri profitti a banche e investitori senza scrupoli.
I titoli delle principali multinazionali che producono armi, nel 2022, hanno visto aumenti compresi tra il +50% e il +100%, mentre gran parte degli altri settori dell'economia soffrivano, generando grandi profitti macchiati di sangue.
Il settore degli armamenti non può generare in nessun modo un impatto sociale positivo. Per questa ragione, in 23 anni di storia, i nostri fondi etici non hanno mai investito in società coinvolte nella produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione e stoccaggio di armi controverse o di loro parti chiave (per esempio le mine antiuomo, le bombe a grappolo o gli ordigni nucleari). E neanche in società coinvolte nella produzione di armi convenzionali, di loro parti chiave e di altri prodotti o servizi destinati ad uso militare.
La guerra e l’aumento del costo delle materie prime ha posto in evidenza anche l’urgenza di svincolarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia da cui l’Europa importa ingenti quantità di gas e petrolio: ci si augura che questo porti ad un’accelerazione negli investimenti green, allo scopo di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, ma anche di contrastare il riscaldamento globale. La produzione di energie da fonti rinnovabili è da sempre un settore che Banca Etica finanzia con convinzione perché pensiamo che la lotta ai cambiamenti climatici passi in prima battuta dall’abbandono delle fonti fossili.
In questo periodo, già costellato da conflitti sanguinosi ed eventi naturali estremi, vi invitiamo a portare la vostra solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto avvenuto il 6 febbraio al confine tra Turchia e Siria che conta oltre 46.000 vittime. Per chi volesse fare una donazione, abbiamo stilato un elenco delle realtà nostre socie e clienti che si sono attivate per portare aiuti.
È necessario aumentare immediatamente l’assistenza alle persone colpite dal terremoto per far fronte ai nuovi bisogni umanitari che si aggiungono a quelli già presenti nell’area. In Siria, infatti, è in corso una guerra che ha causato centinaia di migliaia di morti, sfollamenti di massa e distruzione di infrastrutture civili.