Storia



Dopo la prima guerra mondiale, la Germania diventa una repubblica, ma la situazione politica ed economica è difficilissima. Lo Stato è poverissimo a causa delle spese fatte in guerra e anche perché deve dare molti soldi ai Paesi vincitori. Il marco, la moneta tedesca, vale pochissimo. In questa situazione si affermano le idee di Adolf Hitler, che nel 1920 fonda il Partito nazista. Hitler vuole riarmare la Germania per ingrandire i suoi territori e sostiene che la razza ariana, cioè la razza dei popoli del Nord, è superiore a tutte le altre; inoltre, afferma che in particolare gli Ebrei sono una razza inferiore e pericolosa. Nel 1929, una grande crisi economica mondiale peggiora la situazione in Germania.

Molta gente pensa che solo Hitler può risolvere i problemi dei Tedeschi. Così, nel 1930, il partito di Hitler ottiene la maggioranza alle elezioni. In poco tempo, la Germania diventa una dittatura e Hitler diventa il Führer, il capo assoluto: scioglie il Parlamento, sospende la Costituzione del 1919, abolisce i partiti e i sindacati. Con l’enorme potere di cui disponeva, Hitler concentrò tutti i suoi sforzi nel raggiungimento di un unico obiettivo: la rivincita dopo la sconfitta del 1918 e, in prospettiva, il dominio del mondo. Il Führer crea una polizia politica, la Gestapo, che arresta o uccide tutte le persone con idee politiche diverse. Iniziano anche le persecuzioni contro gli Ebrei. All’inizio, gli Ebrei vengono allontanati dalle scuole e da alcuni lavori; in seguito, vengono esclusi da ogni attività, vengono privati dei loro beni e deportati nei Lager, i campi di concentramento. Oltre agli Ebrei, il nazismo perseguita tutte le persone che considera “diverse” e inutili: gli omosessuali, i malati di mente, i bambini con handicap.