Le olimpiadi del 1936

Avvenimenti

La Cio (Comitato Olimpico Internazionale) decise di assegnare i Giochi a Berlino nel 1931 senza sapere che nel 1934, Adolf Hitler avrebbe emanato le prime leggi razziali dopo essere salito al potere nel 1933. A questo proposito, De Coubertin, ormai non più partecipe alla Cio, chiese disperatamente di far cambiare sede alle Olimpiadi. Il 2 giugno 1933 il nuovo ministro nazista dell’Educazione annunciò che gli ebrei sarebbero stati esclusi dalle organizzazioni giovanili, statali e di ginnastica e che tutti gli impianti sportivi sarebbero stati loro negati e questo portò al suicidio di alcuni funzionari sportivi ebrei. A partire dal 1935 agli ebrei venne proibito l’accesso ai campi di allenamento pubblici e privati, e non fu loro permesso di competere con atleti ariani (vale a dire non ebrei). A questo punto, alcuni atleti ben noti emigrarono. Naturalmente questi notevoli avvenimenti vennero notati all’estero e negli Stati Uniti, nacque, crebbe e morì un movimento di boicottaggio contro i Giochi olimpici del 1936: altrove vi furono poche proteste. A nulla valsero gli sforzi di De Coubertin e i Giochi si aprirono il primo agosto allo stadio olimpico. Il governo tedesco non badò a spese e tutto questo portò a un’olimpiade organizzata perfettamente. Nonostante un dominio della Germania, si registrarono alcune delusioni.

IL CASO OWENS

Jesse Owens veniva dall’Alabama ed era nero. Vinse quattro medaglie d’oro :100 e 200 metri, staffetta veloce e soprattutto, il salto in lungo. “Soprattutto” perché in questa disciplina la Germania schierò il fuoriclasse Luz Long. Hitler era in tribuna e Luz fino al penultimo salto, era primo. A quel punto Owens fece un balzo incredibile volando a 8.13, nuovo record del mondo, che resterà per 25 anni. Le cronache raccontano che il fuhrer, per non premiare il nero dell’Alabama, sia scappato di corsa dallo stadio. è leggenda assai diffusa, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, il rifiuto di Hitler di riconoscerne le vittorie. Egli infatti non celebrò alcuna vittoria, ma anzi mentre l’atleta statunitense passava sotto la tribuna d’onore, venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose. Per ironia della sorte, fu il presidente statunitense dell’epoca, Franklin D. Roosvelt, in quel periodo impegnato in un’elezione , e preoccupato della reazione degli sati del sud, a cancellare un appuntamento con Jesse Owens alla Casa Bianca : l’atleta fece notare successivamente che fu Roosvelt, e non Hitler a snobbarlo.