luigi da porto

Storia della novella di luigi da porto

Luigi Da Porto

Fu uno scrittore Vicentino nato il 10 agosto 1485, in famiglia nobile Da Bernardino ed Elisabetta Savornian, Sorella di Antonio, cui dedicò la raccolta delle lettere storiche.

Per completare la propria istruzione ed educazione, non ancora ventenne, fu mandato ad Urbino verso la corte federiciana. Ritorno Vicenza probabilmente a causa della peste del 1505, che aveva colpito anche Urbino. Nel 1509 iniziò la stesura delle 69 lettere storiche sugli avvenimenti di guerra seguiti alla lega di cambrai. Nel giugno 1511 un colpo di lancia lo ferì gravemente alla gola e in fin di vita, fu portato inizialmente ad Udine per le prime cure, poi a Venezia dove inizierà una lente parziale guarigione.

Nella primavera del 1529 la salute di Luigi da Porto peggiorò il 10 maggio dello stesso anno morì a Vicenza.

Fu sepolto all'interno della Chiesa di Santa Corona, nella cappella fatta erigere dalla famiglia Da Porto.

La celebre novella

Grazie a lui, Shakespeare si ispirò alla sua più celebre tragedia: Giulietta e Romeo. Infatti Da Porto racconta di due giovani nobili amanti, con la loro pietosa morte nella città di Verona nel tempo del signore Bartolomeo della Scala.

L’ispirazione per la storia a sua volta deriva probabilmente da alcuni racconti presenti nell’opera di Masuccio Salernitano “Mariotto e Ganozza”, che Da Porto rielabora modernizzando e introducendo numerosi elementi.

Sin dall'inizio della storia l'autore fa riferimento alla propria vita per raccontare la vicenda del tormentato amore di Romeo Montecchi (Luigi da Porto) e di Giulietta Cappelletti (Lucina Sarvognan).

La storia

Il ventiseienne Luigi Da Porto si innamora, ricambiato, della giovane quindicenne Lucina Sarvognan del ramo Del Monte, nel corso di un ballo in maschera che si tiene la sera del 26 febbraio 1511 nel Palazzo Savorgnan di Udine. L'indomani giovedi 27 febbraio, "Giovedi grasso", scoppia a Udine un memorabile tumulto ed una strage sanguinosa nota come "Zobia grassa" tra i due partiti opposti degli "Zambarlani". La strage della "Zobia grassa" sfocia in una faida che coinvolgerà anche i due rami della famiglia Savorgnan: i Del Monte e i Del Torre.

Un violento terremoto ad appena un mese dai tumulti e lo scoppio della peste aggravano ulteriormente questo scenario. Luigi Da Porto e Lucina non possono professare apertamente il loro amore, poiché le rispettive famiglie di appartenenza, i Savorgnan Del Torre e i Savorgnan Del Monte sono in lotta. Si fanno in segreto una promessa di matrimonio e consumano questa unione. Nel giugno del 1511, in uno scontro armato, Luigi Da Porto è ferito da una punta di lancia al collo che gli lede il midollo spinale e lo lascia per sempre paralizzato nella parte sinistra del corpo. In un sol colpo tutto è perduto per lui: salute, carriera militare ed il futuro con Lucina.

Per decisioni politiche, Lucina Savorgnan Dal Monte, orfana di padre viene data in sposa nel 1517 a Francesco Savorgnan Del Torre. Quando Luigi Da Porto apprende la notizia di queste nozze decide di scrivere in una novella lo strazio del suo amore finito. Per ragioni di prudenza e per tener segreta la vera identità dei protagonisti coinvolti, Luigi ambienta la novella nella Verona del Trecento. Dalla finestra della sua villa di Montorso Vicentino, dove egli talora soggiorna, vede in lontananza le torri dei castelli di Montecchio Vicentino. Da qui forse trae ispirazione per uno dei nomi delle famiglie. Da Porto era inoltre un buon conoscitore di Dante, che aveva citato le famiglie dei Montecchi e Cappelletti nel VI canto del "Purgatorio".