"La luce che sta emergendo dal buio".

Per ora nebbia e buio, ma il team XRacket sta indagando e accenderà le luci...


Per noi il buoi rappresenta il male, che per il momento ha la supremazia. Quelle piccolissime luci, siamo noi, che in questo percorso vogliamo far sentire la nostra voce e far emergere qualcosa di positivo.




XRacket è il nome che ci rappresenta in questo progetto di ASL OpenCoesione, al quale i nostri professori ci hanno suggerito di aderire. Con questa iniziativa si possono scoprire quali piani di lavoro vengono finanziati dall’Unione Europea e la loro evoluzione.

Le politiche di OpenCoesione impiegano risorse pubbliche europee e nazionali, con l'obiettivo di aumentare le opportunità di crescita e partecipazione sociale dei cittadini e promuovere la coesione economica fra i territori italiani.

Siamo i ragazzi della 3^B Istituto tecnico Benini di Melegnano, il nostro progetto si chiama Open Re.G.I.O. e riguarda i beni confiscati alla mafia.

Open RE.G.I.O. è una piattaforma ufficiale dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.

Inizialmente non sapevamo di preciso come avviarlo, ma successivamente le nostre professoresse ci hanno illustrato come realizzare le varie fasi, che in questo testo cercheremo di riassumervi.

Prima tra queste: la scelta del progetto; non possiamo nascondere che non è stata una decisione semplice.

Le iniziative che avremmo potuto monitorare erano molteplici e tutte molto interessanti e hanno portato la classe ad avere pareri molto contrastanti tra loro.

In un primo momento avevamo sposato l’idea di lavorare nell’ambito dei trasporti, in particolare nel settore della logistica.

Uno dei progetti che più ci incuriosiva riguardava la realizzazione della fermata metropolitana M4 di Milano Forlanini, perché l’utilizzo da parte dei cittadini potrebbe ridurre emissioni di CO2 in un’area molto trafficata e inquinata della nostra città. Inoltre la sua creazione permetterebbe l’accessibilità ad una zona periferica di Milano, avvantaggiando chi, come noi, abita nelle zone lontane dal centro.

Le idee per sviluppare questo progetto erano buone, ma dopo aver approfondito le ricerche abbiamo capito che questa alternativa non suscitava in noi molto interesse.

Nei giorni seguenti i nostri docenti ci hanno riferito che saremmo andati in gita a Palermo, per approfondire i temi dell’anti-mafia, legalità e responsabilità collettiva, con la consapevolezza di non lasciare nemmeno un centesimo a tutte le organizzazioni a stampo mafioso.

Dopo il confronto con i nostri professori, un lampo a ciel sereno ha illuminato la nostra via: abbiamo pensato di poter associare la nostra esperienza nella città siciliana al progetto OpenCoesione.

Come? Documentandoci, abbiamo trovato informazioni inerenti a svariati progetti di riqualificazione di edifici e spazi confiscati alla mafia. Solo nella provincia di Milano sono ben 628, mentre in Lombardia sono 1078, un’importante testimonianza che la malavita ha potere in tutta la nostra penisola.

Inoltre, parlando con l’insegnante che ha organizzato il viaggio d’istruzione, è emerso che ad accompagnarci per le vie di Palermo ci sarebbe stata l’associazione “AddioPizzo”, una cooperativa sociale che sostiene un movimento anti-mafia. La sede si trova in un appartamento confiscato alla famiglia Spataro, una delle più importanti di Palermo, nel 1996.

Il nostro itinerario prevederà visite a luoghi simbolo della ribellione contro ogni tipo di organizzazione mafiosa, uno dei più significativi è sicuramente “l'Antica focacceria di San Francesco”, nella quale i proprietari si sono opposti agli estorsori che chiedevano il pizzo, denunciando il fatto nel 2005.

Gli stimoli che abbiamo ricevuto ci hanno indirizzato verso qualcosa di più intrigante e coinvolgente, così che abbiamo scelto di monitorare la piattaforma di Open Re.G.I.O.

Dopo questa prima tappa, il nostro percorso è proseguito verso la successiva fase: la suddivisione dei ruoli.

Al contrario del compito precedente, è stato molto facile spartirci il lavoro, perché all’interno della classe abbiamo tutti capacità e interessi diversi.

Come un’ottima squadra vincente è necessario che tutti i ruoli siano ben divisi: tra i letterati alla tastiera, i nerd sempre alla ricerca di informazioni e i fanatici del design, ognuno di noi ha messo in mostra le proprie capacità e questo ha reso possibile la conclusione della seconda fase.

Noi STORYTELLER, come Ungaretti scriveva in trincea, ci concentriamo ed esprimiamo le nostre capacità nella frenesia e nel caos scolastico, occupandoci di raccontare lo sviluppo e lo svolgimento del progetto in tutte le sue fasi.

I CODER, come Indiana Jones, si occupano di scovare negli spazi informatici più sperduti su internet dei veri tesori ricchi di informazioni.

La nostra agenzia di comunicazione invece è affidata ai nostri compagni più affamati di popolarità e like ovvero i SOCIAL MEDIA E PR.

Per ultimi, ma non meno importanti, ci sono i DESIGNER, uno dei ruoli più fantasiosi e richiesti, che usano la loro immaginazione e creatività per trasformare in arte le loro idee.

Il nostro logo infatti è stato elaborato proprio da loro, che hanno saputo racchiudere in un disegno tutti gli elementi più importanti del nostro progetto.

Il nome XRacket, presente nella parte inferiore dello stemma, è un sinonimo della parola mafia: per noi è un termine fondamentale e inerente al percorso che abbiamo deciso di intraprendere. La X rossa posta davanti a Racket sta a indicare la fine che vorremmo porre su questo problema.

Lo skyline sopra la scritta rappresenta in realtà gli edifici che sono stati confiscati alla mafia. Lo sfondo ha delle interpretazioni molto profonde: è stato idealizzato per sottolineare il nostro motto: “la morte è rinascita”. La morte, viene associata al tramonto, infatti viene intesa come un indebolimento e caduta del potere mafioso. La rinascita viene accostata all’alba, vale a dire un nuovo inizio senza la presenza della malavita.

Il cappello si sposa bene con il concetto che la nostra classe vuole trasmettere, perché rappresenta la figura del mafioso come un uomo di altri tempi, che si comporta in modo sbagliato per colpa della sua arretratezza mentale, agendo come se vivesse in un’epoca dove il potere era in mano esclusivamente a pochi.

La posizione non è casuale, indica che la supremazia mafiosa sta per essere annientata dalle istituzioni e da iniziative antiracket, rivoluzionando la società moderna e inculcando nelle menti di ognuno di noi un messaggio molto importante: “la mafia è un male”.

Ah…..quasi ci stavamo dimenticando!

Nella nostra squadra non poteva mancare una persona che immortalasse ogni istante, ovvero la PHOTOREPORTER, la quale ha scattato le fotografie che alleghiamo al nostro primo report.

Da questa esperienza vogliamo assimilare più insegnamenti possibili, affinché il nostro lavoro e impegno, un giorno, possa dare dei frutti e spunti interessanti per affrontare in modo migliore il nostro futuro.



Tutta la classe 3^B si è riunita: due docenti del nostro corso ci hanno proposto di partecipare al progetto nel quale il portale di OpenCoesione mette a disposizione dei cittadini l’elenco e la descrizione dei progetti presenti sul territorio italiano, finanziati dall’Unione Europea, riguardanti diversi ambiti.

Dopo la visione in classe di alcuni video che spiegavano le finalità e i contenuti del progetto, siamo rimasti tutti entusiasti di intraprendere questo percorso insieme. Per capire meglio il significato di alcune parole per noi ancora sconosciute che avevamo trovato nella nostra prima fase di ricerca sul finanziamento dato alla costruzione del portale Open Re.G.I.O., i docenti di diritto hanno dedicato circa un’ora alla spiegazione di diversi concetti giuridici, come ad esempio il significato di bene confiscato.

Questo lavoro di ricerca sarà molto importante per il nostro percorso di quest’anno scolastico perché le attività che svilupperemo coinvolgeranno tutto il gruppo classe; potrebbe dunque essere un piccolo aiuto per migliorare i rapporti tra compagni, perché è un lavoro che va svolto interamente da noi studenti, anche con discussioni e dibattiti e la decisione finale è opera dei ragionamenti di tutto il gruppo.

Abbiamo impiegato diverso tempo nella scelta del progetto: prima di tutto abbiamo analizzato attentamente una serie di progetti esposti sul portale di OpenCoesione, siamo passati dall’ambiente ai trasporti attraverso la logistica, perché è un ambito sul quale lavoreremo molto nel triennio, fino ad arrivare a pensare ad un lavoro sui beni confiscati alla mafia. Questa è stata la nostra scelta definitiva: studiare i beni confiscati per lottare attivamente contro la mafia.

Ci siamo posti un obiettivo comune: collaborare tutti insieme a questo progetto che abbiamo scelto per scoprirne l’utilizzo e la funzione in modo approfondito.

Navigando sul sito di ASOC abbiamo visto che è presente un portale che si chiama Open Re.G.I.O.,che riguarda i beni confiscati alla mafia, e quindi abbiamo deciso di contattare un esperto dell’osservatorio Antimafia Sud Milano per richiedere informazioni su questo argomento.

Abbiamo poi ricontattato l’esperto che successivamente ci ha proposto di seguire i beni confiscati nel comune di Peschiera Borromeo(MI), dove ne sono presenti molti.

Il team di ASOC ci ha comunicato che, non essendoci beni confiscati sul portale di Open Coesione, non potevamo portare quello come primo obiettivo e ci ha consigliato di monitorare il progetto finanziato dall’Unione Europea per il portale Open Re.G.I.O., perché il portale è già operativo, e già assegnato nel 2011: un progetto iniziato e concluso.

L’argomento generale ci incuriosisce, per questo motivo stiamo dedicando diverse ore alla ricerca del materiale necessario a farci comprendere tutto ciò che c’è da sapere sui beni confiscati alla mafia.

Questa ricerca ci istruisce e soprattutto coinvolge tutto il gruppo classe; infatti, una volta compreso il progetto da monitorare, abbiamo cominciato a cercare informazioni sul portale Open Re.G.I.O.

I Coder, analizzando attentamente il sito benisequestraticonfiscati.it sulla pagina dell’Agenzia Nazionale che gestisce i Beni Confiscati (ANSBC), hanno trovato numerosi articoli che ne parlano, alcuni molto interessanti e intriganti, apparsi su differenti quotidiani.

Il riferimento alla legge 109/106 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie ci informa che nelle realtà sociali molti sono i terreni, le ville e gli appartamenti sequestrati alla mafia, soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Calabria e nel Lazio. I beni confiscati alle mafie, riutilizzati socialmente, sono diventati così una sorta di “indicatore” dell’efficacia di strategia, strumenti e risorse impegnate sul versante della legalità, della giustizia sociale, dell’inclusione, della diffusione di una cultura della cittadinanza responsabile e dell’etica dell’impresa. In due casi su tre il bene arriva in condizioni disastrose, mentre pochissime volte è in ottime condizioni.

I beni confiscati vengono assegnati a istituzioni pubbliche perché, se dati a privati, sorgono problemi perchè non riescono a riutilizzarli per il bene della collettività e abbandonano il bene; quindi non sempre si riescono ad assegnare questi beni, che rimangono inutilizzati e portano ad una non-utilità per la collettività.

Ci muoveremo nel territorio per ricavare maggiori informazioni possibili sui beni confiscati alla mafia, contatteremo vari esperti che successivamente ci comunicheranno come agire e inoltre ci daranno ulteriori dati per svolgere nel modo più corretto questo progetto.

Infine, durante questo anno scolastico, nel mese di febbraio, faremo un viaggio a Palermo dove scopriremo e approfondiremo questioni che riguardano la legalità, un argomento delicato al giorno d’oggi.



XRacket, tramite Open Coesione, monitora il progetto Open Re.G.I.O. e verifica come sono sfruttati i beni che vengono confiscati alla mafia.