Cosa devi sapere sul bullismo?
Uno studente può essere oggetto di azioni di bullismo, ovvero può essere prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Come si caratterizza? E’ caratterizzato da azioni individuali o collettive di tipo fisico: prendere a pugni o a calci, prendere o maltrattare gli oggetti personali della vittima oppure azioni individuali o collettive di tipo indirette: fare pettegolezzi, isolare dal gruppo. Si può verificare anche con azioni individuali o collettive di tipo verbale: insultare, deridere, offendere. Dura nel tempo (settimane o mesi) e la vittima è impossibilitata a difendersi.
Che cos’è il cyberbullismo?
Il cyberbullismo, invece, è una forma diversa di bullismo, caratterizzata da azioni aggressive ed intenzionali, eseguite persistentemente attraverso strumenti elettronici (sms, mms, foto, videoclip, email, chat rooms, instant messagging, siti web, chiamate telefoniche), da una persona singola o da un gruppo, con l’obiettivo di far male o di danneggiare il coetaneo che non può facilmente difendersi.
Conoscete qualcuno che è vittima di bullismo, anche a scuola, o lo siete voi stessi? Non abbiate paura! Potete fare qualcosa contro i bulli e potete aiutare le vittime di bullismo o cyberbullismo anche quando gli episodi avvengono a scuola.
Il bullismo e il cyberbullismo non sono una cosa da sottovalutare. Sono sempre di più i ragazzi che, giorno dopo giorno, vengono presi in giro, derisi o picchiati da altri compagni di classe o coetanei per i motivi più disparati: qualche chilo di troppo, un po’ di timidezza, la religione, il paese di provenienza, le origini, i comportamenti o anche il colore della pelle. Se si è vittime di bullismo sembra che tutto il mondo sia contro di voi, che nessuno possa capirvi, nemmeno i vostri genitori, e soprattutto, che non ci sia via d’uscita. Invece non è così: superare il bullismo o il cyberbullismo, contrastare i bulli e avere la vostra rivalsa è possibile. Basta solo sapere cosa fare e come reagire senza farsi prevaricare ed evitando spiacevoli conseguenze e come aiutare chi è vittima di bullismo.
Al bullismo e al cyberbullismo bisogna rispondere reagendo, ma come?
Ecco alcuni consigli su come difendersi dai bulli a scuola se siete vittime di bullismo.
-Sono solo parole. Per quanto vi possano fare male non sono nulla di più. Dovete ricordarvelo sempre!
-Se si tratta di episodi di bullismo a scuola dovete segnalare questa cosa ai professori. Loro infatti sono degli alleati, anche se magari vi hanno dato dei brutti voti. Trovate fra i vostri professori chi vi ispira maggiore fiducia e chiedetegli un incontro privato magari alla fine delle lezioni. A quel punto, non dovete avere timore o vergogna di raccontare al professore ciò che sta succedendo, loro sanno come intervenire per aiutarvi. Chiedete magari al vostro prof di non dire espressamente che vi siete lamentati, per non aumentare il vortice di prese in giro, ma cercate insieme una tecnica per far smettere gli attacchi verbali.
-Non abbiate paura di sfogarvi in merito a questo problema con i vostri genitori: vi vogliono bene e sperano che voi siate felici quindi, raccontare loro che siete vittime di bullismo è un passo per superare questi attacchi verbali e cercare di vedere il tutto sotto una prospettiva diversa.
-Le parole cattive che i bulli usano contro di voi, ricordatevi, sono una loro forma di debolezza. Sono loro, i bulli, che sono insicuri e vi attaccano per sentirsi più forti: voi non avete niente che non va.
A cura di: Di Primio Giulia, Palladinetti Sophia, Ruzzi Elena.
ALFABETO DEL BULLISMO
Oggi abbiamo deciso di iniziare questa "rubrica", ovvero l'alfabeto del bullismo. Un'iniziativa per spiegare termini riguardanti un argomento toccante, come il bullismo, di cui non tutte le persone riescono a capire il vero e proprio significato. La prima parola che oggi ci è venuta in mente è stata "flame", un termine usato per indicare un litigio "acceso".
#Flaming: Con tale termine si indicano messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare “battaglie” verbali online, tra due o più contendenti, che si affrontano ad “armi pari” (il potere è, infatti, bilanciato e non sempre è presente una vittima come nel tradizionale bullismo) per una durata temporale determinata dall’attività on line condivisa.
Il flaming può essere, infatti, circoscritto ad una o più conversazioni che avvengono nelle chat o caratterizzare la partecipazione (soprattutto degli adolescenti di sesso maschile) ai videogiochi interattivi su internet (game). In questo secondo caso, ad esempio, possono essere presi di mira, con insulti e minacce, i principianti che, con il pretesto di errori inevitabilmente connessi all’inesperienza, diventano oggetto di discussioni aggressive. Il divertimento sembra collegato, allora, non solo alla partecipazione al game interattivo, ma soprattutto al piacere di insultare o minacciare il nuovo arrivato (new user) che, sentendosi protetto dall’anonimato e dalla conseguente, presunta, invisibilità, può rispondere egli stesso in modo fortemente aggressivo alle provocazioni, alimentandole. E’ bene, però, precisare che una lunga sequenza di messaggi insultanti e minacciosi (flame war) potrebbe, in alcuni casi, precedere una vera e propria aggressione nella vita reale.
Ecco una rappresentazione concreta che fa riflettere molto:
A cura di: Giulia Di Primio, Palladinetti Sophia, Ruzzi Elena.