Introduzione

Imparare a leggere una storia è una delle tappe più importanti nella crescita di un bambino: insegna a strutturare pensieri, parole e a condividere emozioni. Facilita lo sviluppo di relazioni positive e migliora l’apprendimento.

Ascoltare la lettura ad alta voce di una storia e poterne seguire la trama, aiutandosi con simboli ed immagini, è un’esperienza unica anche e soprattutto per quei bambini che hanno delle disabilità con compromissione della sfera comunicativa.

Ecco dunque l’idea, sviluppata nel progetto “Una Favola di Esopo”, realizzato dagli alunni della I B della Scuola Secondaria “L. Da Vinci” di Somma Lombardo, nelle attività del tempo prolungato, di realizzare un IN-book secondo la tecnica della Comunicazione Alternativa Aumentativa.

Il lavoro, coordinato dai docenti Matteo Mainardi e Luigia Di Palo, assume un duplice valore nella sua apparente semplicità: da un lato è prodotto di studio e di ricerca, dall’altro è strumento di inclusività, entrando a far parte della raccolta di In-book della Biblioteca Comunale della Città di Somma Lombardo.

Un’ulteriore prova di una scuola radicata nel territorio, che educa e forma i Cittadini di domani.

Daniele Chiffi

Dirigente Scolastico

Il progetto di INbook realizzati dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Da Vinci, si innesta su un progetto più ampio al quale abbiamo aderito come Amministrazione Comunale. Presto arriveranno in Biblioteca Comunale Aliverti una ventina di testi prodotti in un’ottica di rete inter-bibliotecaria per sostenere e sviluppare questo tipo di comunicazione facilitata.

Il professor Mainardi che è stato promotore e facilitatore in questo progetto inter-bibliotecario, ha inoltre scelto di attivarsi personalmente, coinvolgendo la sua classe e il percorso didattico dei suoi studenti.

La finalità ultima dell’attività con i ragazzi è stata la produzione di storie sviluppate per una comunicazione facilitata, fatta di segni e parole e immagini. L’encomio al progetto tuttavia è da darsi per una ragione aggiuntiva, che non offre risultati visibili e immediati, ma sicuramente che darà i suoi frutti a lungo termine.

I ragazzi che si sono impegnati nell’attività, hanno avuto l’opportunità di sperimentare l’empatia. Si sono messi nei panni di chi ha necessità differenti e hanno lavorato per il bene di qualcuno che neanche conoscono. Non so se sia possibile insegnare l’empatia, ma se fosse in qualche modo possibile trasmetterla, sarebbe la via corretta per stimolare un nuovo Umanesimo, che ponga l’uomo di nuovo al centro.

A questi ragazzi è stata dunque data un’opportunità preziosa. Il piccolo seme ricevuto in dono mi auguro possa dare ottimi frutti, per il loro futuro e per il futuro della nostra società.

Raffaella Norcini

Assessore alla Pubblica Istruzione