Questo modulo di formazione, calendarizzato il 17 marzo, è stato un’immersione nello stile di vita zero waste, attraverso una pluralità di materiali, dei quali abbiamo potuto usufruire a distanza.

Quando si parla di una vita “rifiuti zero”, o per meglio dire low impact, ci si riferisce all’adottare atteggiamenti che mirano a preservare le risorse attraverso produzione, consumo e riutilizzo responsabili di prodotti, imballaggi e materiali, con l’obbiettivo di non far arrivare nulla in discarica, se non lo stretto necessario.

I documenti condivisi hanno proposto consigli utili e suggerito tutte quelle piccole azioni che si possono attuare nel quotidiano per contribuire al cambiamento nell’approccio al consumo. I comportamenti virtuosi raccontati sono un’infinità, alcuni anche molto semplici e facili da adottare, come ad esempio l’uso di una borraccia al posto di continuare ad acquistare bottigliette in plastica, o il prediligere una sana camminata a un breve frenetico viaggio in macchina.

Tra i vari materiali, è stata proposta anche una guida su come approcciarsi a un trash audit, cioè partire dall’osservazione dei rifiuti che produciamo per capire quali delle nostre abitudini possiamo cambiare. Abbiamo accesso a un’alternativa senza imballaggio? Possiamo sostituire prodotti monouso con equivalenti riutilizzabili? Con la risposta a domande come queste, ciascuno di noi può trovare le soluzioni che più sono adatte alle sue esigenze.

Ci sono poi stati presentati alcuni esempi di persone che si occupano di informare e condividere questo stile di vita, come Kathryn Kellogg, Lauren Singer e Bea Johnson, che è stata tra le prime ad avere adottato lo zero waste.

Quello che mi sembra di poter concludere è che a volte basta veramente poco per essere più environment friendly.

Giulia