30 aprile 2021

A volte semplicemente non ne hai bisogno


Negli ultimi anni siamo tutti diventati molto più consapevoli dell’importanza della sostenibilità, del consumo consapevole e dei pochi rifiuti o Rifiuti Zero. Il mondo sta pian piano diventando un luogo più amichevole grazie agli sforzi di alcuni, ma se in realtà non fosse uno sforzo? Ecco come io faccio la mia parte, non si è trattato di un cambio totale di stile di vita e non ha richiesto nessun materiale.


Ho sempre odiato spendere soldi, conservo i soldi che guadagno e mi piace spenderli solamente per alcune specifiche cose: viaggiare, gli amici e il cibo. D’altro canto, ho avuto la fortuna di non essere materialistica, possedere cose non causa in me quella frenesia che sembra causare nelle altre persone. Tutto questo a me viene naturale, ma negli ultimi anni, condividendo la mia posizione con le altre persone che mi stavano accanto, sono arrivata alla conclusione che praticamente chiunque potrebbe essere così.

C’è della scienza dietro alla felicità legata all’atto del comprare oggetti, persino l’acquirente occasionale trova difficoltoso esercitare autocontrollo. Ricercatori di Stanford hanno scoperto che quando guardi foto di oggetti che ti piacerebbe comprare, una regione del tuo cervello che contiene recettori di dopamina viene attivata, provocando una scarica di felicità.


Ma le scariche di dopamina non rappresentano una forma durevole di felicità, è solo una sensazione temporanea che è diventata molto più facile da ottenere ora che fare shopping online è così semplice.

Questi sono alcuni trucchi che condivido con le persone che mi chiedono come risparmio denaro o come non consumo in eccesso.

Prima di tutto pensa al perché stai comprando o desiderando qualcosa.

A volte attribuiamo ai vestiti e agli oggetti delle qualità che in realtà non possiedono, ma che noi pensiamo che otterremo una volta comprati. Confusionario? Lasciate che vi faccia un esempio.

Vuoi iniziare a correre, vai online e riempi il carrello di scarpe sportive, vestiti sportivi, una bottiglia d’acqua speciale e un porta cellulare. E non solo questo, prendi due pezzi per ogni capo di vestiario in modo da avere il ricambio quando qualcosa si sporca. Sì, ha senso ma… di cosa hai BISOGNO? Le scarpe da running. Tutto qua. Di sicuro hai dei pantaloni sportivi e una vecchia maglietta per iniziare a correre. Una volta che diventa un’abitudine, puoi pensare a comprare quello che ti serve mano a mano che ti serve.

Quanto lo vuoi veramente? Io personalmente non compro niente a meno che non sia qualcosa a cui penso già da molto tempo. Prendo tutto come se fosse un tatuaggio. Se dopo tre mesi sto ancora pensando di farlo, allora lo faccio.

Evita lo shopping online. I venditori online sanno come fare in modo di farti desiderare gli oggetti, Un buon modo per sapere se vuoi veramente qualcosa e non stai semplicemente vittima di un buon venditore è quello di chiedere a te stesso: sono disposto a cercare questo prodotto localmente? Ti vestiresti e andresti in giro per le strade della tua città a cercare quello stesso prodotto in un negozio fisico? Se la risposta è sì, vai e trovalo localmente! Aiuta un esercizio commerciale vicino a te! Se la risposta è no, allora non ne hai realmente bisogno o non lo desideri così tanto.


Vedi? La maggior parte delle volte si tratta semplicemente di rifletterci. E non solo aiuterà i tuoi risparmi, ma anche il pianeta.


Come viene affermato in “Consumerism” and environment: does consumption behaviour affect environmental quality? di Carlo Orecchia e Pietro Zoppoli:


“Following Duchin (1998) most environmental degradation can be traced to the behaviour of consumers either directly, through activities like the disposal of garbage or the use of cars, or indirectly through the production activities undertaken to satisfy them. This is why we believe that a consumption-based approach is a more appropriate measure of global environmental impact than PCI. It enables us to evaluate not only the burden of human activity on the environment but also how shifts in consumption patterns and consumers’ lifestyles can stress or improve such burden


Orecchia, C., & Zoppoli, P. (2007). “Consumerism” and environment: does consumption behaviour affect environmental quality?


La maggior parte delle volte si tratta di aree grigie, non dobbiamo per forza gettarci nel minimalismo o nel Zero Rifiuti per cambiare, a volte basta solo fare un po' di autoriflessione!





Reme