SESSIONE 5

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Fra insicurezza e povertà alimentare: un complesso polimorfismo geografico esacerbato dalla pandemia di Covid-19


Secondo le stime della FAO, nel 2019 sono state 690 milioni le persone che hanno soffre la fame a livello globale – cifra che raggiunge i 720 milioni considerando anche le forme di grave insicurezza alimentare. Un incremento di 60 milioni in cinque anni destinato purtroppo ad aumentare per effetto della pandemia da Covid-19. La sicurezza/povertà/vulnerabilità alimentare globale è quindi una questione di drammatica rilevanza, ancorché rimane altrettanto evidente come i differenziali geografici che descrivono il diverso grado di severità del fenomeno assumono caratteri e magnitudine sensibilmente diversi. La recente pandemia da covid-19 (ancora in atto) ha causato una vera e propria emergenza sociale, sia globalmente, sia nel nostro Paese, nonostante si stia parlando di una delle otto economie più importanti del pianeta. Questa si è tradotta nell’aumento significativo della domanda di aiuto alimentare nei confronti degli enti assistenziali. Anche il Governo Italiano ha messo in essere quindi misure di intervento senza precedenti, stanziando complessivamente 800 milioni di euro per la distribuzione di buoni spesa da parte degli enti locali. Il Covid ha accentuato una problematica, la povertà alimentare, strutturale che caratterizza in particolare le “nuove povertà” con un aumento significativo a partire dalla crisi del 2007-2008. Ma cosa è la povertà alimentare? Come è possibile misurarla? Quante persone colpisce? Quali sono le politiche di contrasto più efficaci? Chi sono i principali attori coinvolti e quale approccio pragmatico di intervento seguono? Dare una definizione univoca e generalizzata del fenomeno è quantomeno complesso, data la poliedrica eziologia (fortemente place-based) che questa assume. Quindi, anche la riduzione modellistica a tal riguardo, non può che generare tentativi necessariamente incastrati fra l’elaborare approssimazioni ragionevoli e necessarie, ed evitare razionalizzazioni logiche potenzialmente miopi e fuorvianti. Da ciò ne consegue che anche la determinazione quali-quantitativa di una sorta di gradiente di severità o magnitudine, sia strettamente legato alle variabili considerate di volta in volta come determinanti primarie del problema, da cui non può che risultare una geografia variabile e multiscalare. Analogamente, le difficoltà nello stabilire chiaramente confini ontologici per una sua definizione e sistemi di “misurazione”, si ripercuotono in egual misura sulle strategie politiche e programmi di contrasto, che ereditando una geografia polimorfica e non coordinata, possono ingenerare cortocircuiti e inefficienze sia a livello nazionale sia territoriale. Nondimeno, la povertà alimentare, è stata caratterizzata sovente come dimensione marginale, o minoritaria, delle politiche sociali, intesa più come sintomo della povertà generale, che non come fenomeno a se stante, potenzialmente ma non necessariamente legato a quest’ultima. A ciò si aggiunge che la frammentazione e la varietà dei modelli

di intervento e attori coinvolti, ha stimolato l’avvio una riflessione autonoma sulla reale capacità di garantire una risposta efficace all’insicurezza alimentare nel medio lungo termine, contribuendo alla realizzazione del diritto umano ad un cibo adeguato, sottolineando la necessità di inquadrare l’insicurezza alimentare in una prospettiva “right based” piuttosto che “need based”. Va da sé, che una maggiore chiarezza, sia per ciò che concerne la definizione teorica delle determinanti alla base della problematica in oggetto, sia degli strumenti che qualitativamente e quantitativamente possono contribuire ad una sua più efficace e pronta rilevazione, sia degli assunti programmatici alla base degli interventi a questa rivolti, non può che contribuire positivamente con un contenuto informativo rilevante al contesto di genesi delle politiche che hanno per oggetto la povertà alimentare. Proprio in tal senso questa sessione si focalizza sulla complessa geografia polimorfica che la povertà alimentare assume a diverse scale e in contesti territoriali differenti. L’obiettivo e quello di stimolare una discussione intesa a proporre chiavi interpretative che possano offrire riduzioni logiche, e strumenti pratici, largamente condivisi, se non globalmente almeno a livello nazionale. I confini tematici sono volontariamente lasciati molto ampi, in modo tale da avere la possibilità di non escludere a priori contributi apparentemente lontani o non pertinenti, sia questi si interroghino di problemi gnoseologici, teorici, empirici, o strategici, mediante l’analisi di modelli e/o casi di studio.

Tuttavia, al fine di stimolare l’invio di contributi mirati, si offre di seguito una lista con temi rilevanti per la sessione, sebbene questa sia da considerarsi rappresentativa ma non esaustiva:

  • concettualizzazione e tentativo definitorio del fenomeno, a partire dal riconoscimento della sua multidimensionalità;

  • analisi quali-quantitativa delle determinanti e dei caratteri necessari atti al riconoscimento della povertà alimentare;

  • sviluppo di indicatori al fine stimare la magnitudine del fenomeno, o il grado di severità;

  • analisi delle politiche pubbliche e dei programmi di contrasto, in Italia e/o in altri Paesi europei ed extra europei;

  • sviluppo di nuovi framework per un policy-making right-based, e relative strategie di contrasto;

  • analisi di casi di studio loco-regionali, con focus su innovazione delle filiere di assistenza alimentare e impatto per le persone e l’economia del territorio;

  • analisi di impatto della pandemia sui modelli di assistenza alimentare esistenti;

  • analisi degli elementi innovativi introdotti dall’emergere di pratiche di solidarietà alimentare dal basso durante la pandemia.


COORDINANO

Roberto SENSI, Action Aid Italia, roberto.sensi@actionaid.org

Federico MARTELLOZZO, Università di Firenze, federico.martellozzo@unifi.it

SLOT 1

giovedì 10, ore 11.00 - 13.00, stanza webex MERINGATA

5.2 Social innovation and Food Provisioning durante la pandemia da Covid-19: l’esperienza di Napoli

Valentina CATTIVELLI (valentina.cattivelli13@gmail.com)

Vincenzo RUSCIANO (vincenzo.rusciano@uniparthenope.it )

5.3 Diritto al cibo sano, rappresentazioni e paesaggi alimentari in povertà: il caso dell’Associazione Eufemia

Veronica ALLEGRETTI (veronica.allegretti@unito.it)

Chiara FIORE (chiara.fiore@eufemia.eu)