SESSIONE 14

Cibo e biopolitica

La biopolitica rappresenta una chiave di lettura utile ad analizzare le modalità di potere, le tecnologie, i discorsi e le pratiche mirate a plasmare vita materiale e biologica (zoé) e quella socio-culturale (bios) sia degli individui che delle popolazioni. Il cibo rappresenta una problematica biopolitica per tre motivi principali:

è un elemento di origine biologica;
inteso come nutrimento, sostiene sia la vita biologica ma anche quella culturale (come medium di socializzazione per gli esseri umani e le organizzazioni/istituzioni);
il suo consumo è legato alla salute fisica ed economica delle popolazioni.

Il cibo, inoltre, ci permette di estendere l’analisi oltre la vita umana per andare ad includere le forme di vita organiche da cui si ricava il nutrimento per gli esseri umani, per gli animali da compagnia e dall’allevamento, ma anche per la terra messa a coltivazione e la sua resa produttiva (fertilizzanti per es.). La recente svolta more-than-human e/o postumana nelle scienze sociali apre infatti le porte alla necessità di guardare alla relazione tra agricoltura e allevamento, cibo e biopolitica, messa tra l’altro in luce dall’emergere del covid 19, probabilmente legato alla presenza dei wet markets nelle aree urbane che hanno messo in stretto contatto esseri umani e animali selvatici.

Questa sessione intende raccogliere una serie di interventi che, mobilizzando i concetti chiave della biopolitica, offrano spunti di riflessione su come il cibo sia al cuore di pratiche e tecniche, discorsi e politiche che mirano a plasmare e che intervengono sui corpi (umani, animali e vegetali), sulla loro vita/morte, forma e apparenza, salute, fitness e produttività, sia oggi come in passato.

COORDINANO

Annalisa COLOMBINO, University of Graz, annalisa.colombino@uni-graz.at

Paolo GIACCARIA, Università di Torino, paolo.giaccaria@unito.it