19 giugno 1918 – 19 giugno 2025
Alle 18.15 decollò. Non tornò mai più.
Francesco Baracca lasciò il campo di Quinto di Treviso nel tardo pomeriggio, quando il cielo della battaglia del Solstizio era ancora striato di fumo e fuoco.
Alle 18.15, il maggiore della 91ª Squadriglia salì per l’ultima volta verso il fronte del Montello, in pieno scontro.
Non rientrò mai.
Lo annotò anche il suo compagno e amico, il Capitano Fulco Ruffo di Calabria, nel diario della squadriglia:
“Il maggiore Baracca, partito alle ore 18.15 in volo da crociera e mitragliamento, non fa ritorno al campo. Si ritiene colpito da mitragliatrice a terra e precipitato in fiamme sul versante del Montello oltre le nostre linee.”
Il suo Spad XIII cadde infatti sulla terra di nessuno, tra crateri e alberi spezzati, dove l’erba era stata bruciata dalle granate e il silenzio della morte era rotto solo dal rombo lontano dell’artiglieria.
Lo ritrovarono giorni dopo, il corpo accanto al relitto, la sua pistola poco distante: un dettaglio che ancora oggi lascia spazio al mistero.
Ma ciò che non si è mai perso è il suo esempio.
“Squadriglia Assi” è il nostro modo per riportare in vita il suo spirito, il legame tra gli uomini che affrontarono il cielo non solo come campo di battaglia, ma come ultima frontiera di onore e coraggio.
Alle 18.15 di oggi, mentre la luce cala e il silenzio ritorna, ricordiamo Baracca e con lui tutti quei giovani aviatori che hanno scritto la storia con il volo, il sacrificio e la speranza.
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