educazione fisica


ARGOMENTO I

Cari ragazzi, in questo periodo di fermo forzato vi consiglio di effettuare ogni mattina ( anche con la vostra famiglia) esercizi di attivazione muscolare che abbiamo sempre effettuato prima di ogni attività durante l'ora di Educazione fisica.

Arti inferiori

Corsa a ginocchia alte ( skip ), corsa calciata dietro, saltelli a piedi pari ( avanti e indietro - a destra e a sinistra)

ogni esercizio va effettuato per 40-60 sec.

come ben ricordate questi movimenti vengono sempre intervallati da esercizi di respirazione, portando le braccia in fuori, fino all'altezza delle spalle, durante l'inspirazione e riportandole giù durante l'espirazione.

Arti superiori

Circonduzioni (in avanti e indietro), spinta (in alto-in fuori-in avanti), slanci (in avanti e indietro) delle braccia.

Busto

A gambe leggermente divaricate torsioni, flessioni in avanti e laterali del busto.

Inoltre vi invio delle foto di esercizi da effettuare su un tappetino .

Forza ragazzi teniamo duro restiamo a casa e arrivederci a presto.



MINIVOLLEY

BREVE STORIA

Il minivolley nasce nella Repubblica Democratica Tedesca, ad opera del professor Horst Baacke, negli anni '60, quale preparazione alla pallavolo. Come il suo stesso nome chiaramente indica, era concepito come "pallavolo dei piccoli", o quanto meno, come gioco che derivava dalla pallavolo di alto livello, imitandone i gesti e attraverso una semplice riduzione delle misure del campo, del pallone, dell'altezza della rete e del numero dei giocatori ne anticipava una specifica preparazione.

FONDAMENTALI DELLA PALLAVOLO

IL PALLEGGIO

Il palleggio serve per passare la palla e alzarla allo schiacciatore. Si effettua con due mani che si uniscono a forma di semisfera e spingono avanti e in alto con una parabola che può essere alta o tesa.

Il giocatore deve cercare di trovarsi sempre dietro il pallone e colpirlo senza trattenerlo con entrambe le mani davanti alla fronte. I gomiti devono essere non troppo chiusi o aperti e piedi e spalle rivolti verso la direzione in cui si vuole inviare il pallone. https://www.youtube.com/watch?v=kbeJo_-b-6g


Il Bagher

In fase di apprendimento è doveroso soffermarsi sui vari metodi di unione delle mani che permettono una giusta posizione degli avambracci e quindi un’omogenea superficie di rimbalzo per la palla.

1 – la mano destra chiusa a pugno si adagia nella sinistra leggermente aperta.

2 – la mano destra a dita tese e unite si adagia nella sinistra, anch’essa a dita unite.

3 – mano destra e sinistra non hanno contatti diretti se non tramite i polsi che si toccano sulla faccia interna (con questa tecnica è facile incorrere nell’errore di separare gli avambracci troppo presto, sfalsando il piano di rimbalzo, per cui tale impostazione può creare problemi, in modo particolare nei principianti).

4 – le dita della mano destra si intrecciano con quelle della mano sinistra.

fonte: https://digilander.libero.it/mister79/Minivolley/Esercizi.htm


Cari ragazzi questo video spiega come si esegue il bagher! Dateci un'occhiata!

https://www.youtube.com/watch?v=SYce-Wztwuo

BATTUTA DAL BASSO

1 – busto leggermente inclinato in avanti, gambe semi piegate e divaricate.

2 – la gamba arretrata è quella corrispondente al braccio che colpisce, il peso del corpo grava sulla gamba avanzata, la palla va tenuta con una sola mano e dovrà essere in linea con il braccio che colpisce.

3 – il braccio che colpisce la palla deve essere tenuto indietro e ben disteso.

4 – i piedi sono rivolti nela direzione in cui si vuole indirizzare la palla.



Per tutte le classi

SCHEMI MOTORI DI BASE

GLI SCHEMI MOTORI DI BASE

Definizioni e caratteristiche generali

Gli Schemi Motori di Base sono le prime espressioni globali di movimento dinamico: comprendono le azioni più comuni che usiamo ogni giorno, come camminare, correre, saltare, lanciare, arrampicare, rotolare, e sono alla base dei gesti più complessi, quindi anche di quelli sportivi.

Si sviluppano in modo differenziato durante la crescita e raggiungono gradatamente livelli sempre più specializzati.

E’ fra i 10 e i 16 anni, quando maggiori sono le capacità di apprendimento, che si dovrebbero approfondire queste forme di motricità, non dimenticando che il modo di esprimere questi movimenti si modifica finché dura l’età dello sviluppo, con il mutare dell’altezza e del peso. Quando il repertorio motorio raggiunge un buon livello di espressione (o meglio un livello di specializzazione), si può parlare di specifiche abilità motorie. Le abilità motorie hanno forme e obiettivi diversi: alcune si apprendono in modo spontaneo; altre più complesse, come i gesti sportivi, richiedono un preciso controllo motorio. Se consideriamo il movimento fondamentale “saltare”, le abilità motorie a esso collegate saranno saltare in alto, in lungo, ecc. Gli Schemi Motori di Base sono dunque relativamente pochi mentre le abilità motorie infinite e acquisibili con l’apprendimento.

Il loro sviluppo è legato a diversi fattori: capacità motorie di base, fattori genetici (sesso, altezza, peso ecc.), fattori psicologici (volontà, attenzione, controllo emotivo), fattori acquisiti (ambiente, educazione, esperienza).

Camminare è il gesto che permette, eseguendo movimenti alternati degli arti inferiori, di spostarsi mantenendo sempre il contatto con il terreno.

Correre è un modo per spostarsi molto più veloce del camminare, che richiede però un più elevato dispendio di energia.

Tra gli schemi motori fondamentali, saltare è forse uno dei più complessi perché implica il contrasto con la forza di gravità. E’ un gesto che richiede potenza, agilità ed equilibrio.

Lanciare è per l’uomo un gesto istintivo, piacevole e produttivo. Tuttavia è uno degli schemi motori più difficile da acquisire perché richiede, oltre a un buon equilibrio, concentrazione, mira, coordinazione oculo-manuale, capacità di valutare con esattezza le distanze e le traiettorie, forza, potenza e velocità. Possiamo definire l’atto del “lanciare” come quel gesto motorio che ci permette di far compiere un volo a un oggetto, contrastando la forza di gravità.

L’arrampicare comporta un’attività globale ricca di sollecitazioni di vario tipo, in particolare permette di abituarsi a continue variazioni di equilibrio, accresce il senso dell’orientamento, fa acquistare il controllo delle mani e dei piedi in forma coordinata.

L’attitudine a strisciare e a rotolare si sviluppa molto presto, prima ancora del camminare. Il rotolare può essere inteso come un’evoluzione dello strisciare, ma a differenza di quest’ultimo sviluppa molto di più l’orientamento in situazioni non abituali. Questa azione si sviluppa girando su se stessi e toccando successivamente con le diverse parti del corpo la superficie d’appoggio.

Nuotare è il movimento fondamentale che permette di muoversi e di avanzare nell’ acqua in maniera efficace e veloce.

Per tutte le classi


“ IO RESTO A CASA”

SALTELLI DI COORDINAZIONE

Buongiorno ragazzi, vi propongo una lezione di coordinazione neuromuscolare.

Si tratta di una progressione di saltelli di coordinazione.

Ad ogni lezione imparerete 4 misure.

La ripetizione dei saltelli fino alla completa memorizzazione sortirà diversi effetti:

1. Attiverà l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio

2. Tonificherà l’apparato muscolare

3. Mobilizzerà le articolazioni degli arti superiori ed inferiori

4. Svilupperà la capacità attentiva e di concentrazione

Potete svolgere questa attività tranquillamente in casa, avendo bisogno di pochissimo spazio.

Sarebbe opportuno eseguire i saltelli all’inizio della giornata in modo che possiate attivare i vostri apparati e la vostra concentrazione prima di approcciarvi alle altre attività didattiche che vi sono state proposte.

Ed ora Buon lavoro!

I^ MISURA DA 8+8 SALTELLI/TEMPI

POSIZIONE DI PARTENZA: RITTI -( GAMBE UNITE BRACCIA LUNGO I FIANCHI)

CON UN SALTELLO GAMBE DIVARICATE E BRACCIA IN FUORI

RITORNO RITTI

RIPETERE UNA SECONDA VOLTA (totale 8 saltelli)

POSIZIONE DI PARTENZA: RITTI

CON UN SALTELLO GAMBE DIVARICATE E BRACCIA IN ALTO

RITORNO RITTI

RIPETERE UNA SECONDA VOLTA (totale 8 saltelli)

RIPETERE TUTTA LA I^ MISURA UNA SECONDA VOLTA (totale 8+8= 16)

II^ MISURA DA 8+8 SALTELLI/TEMPI

POSIZIONE DI PARTENZA: RITTI ( GAMBE UNITE BRACCIA LUNGO I FIANCHI)

CON UN SALTELLO GAMBE DIVARICATE E BRACCIA IN ALTO

RITORNO RITTI

RIPETERE UNA SECONDA VOLTA

POSIZIONE DI PARTENZA : RITTI -

CON UN SALTELLO GAMBE DIVARICATE E BRACCIA IN FUORI

RITORNO RITTI

RIPETERE UNA SECONDA VOLTA (totale 8 saltelli)

RIPETERE TUTTA LA II^ MISURA UNA SECONDA VOLTA (totale 8+8= 16)

III^ MISURA ripetere tutta la I^ MISURA due volte (8+8= 16 saltelli)

IV^ MISURA ripetere tutta la II^ MISURA due volte (8+8= 16 saltelli)

Alla fine di tutto voi avrete eseguito un totale di 64 saltelli.

I saltelli sono di una semplicità estrema; l’impegno sarà nell’ eseguirli tutti di seguito senza sbagliare la successione.

Questo potrebbe essere un semplice esercizio da verificare poi in palestra


Cari ragazzi, osservate bene le seguenti immagini.

Vi riconoscete in qualcuna di esse?

Capita sicuramente a tutti di assumerle durante la giornata, ma sapete che se mantenute per lungo tempo potrebbero trasformarsi in VIZI POSTURALI e "danneggiare" la colonna vertebrale?


Adesso leggete le seguenti pagine!

Scoprirete la DEFINIZIONE DI POSTURA e alcuni suggerimenti per evitare che le posizioni scorrette diventino vizi posturali.






PER TUTTE LE CLASSI

I PARAMORFISMI

I PARAMORFISMI sono atteggiamenti posturali scorretti ai danni della morfologia corporea dell'organismo.Leggete ATTENTAMENTE la pagina sottostante e visionate il link per comprenderne le cause e i rimedi da adottare per prevenirli.


PER TUTTE LE CLASSI

Apparato locomotore


Apparato scheletrico


Sistema muscolare


LE OLIMPIADI ANTICHE

I GIOCHI OLIMPICI si chiamano così perchè si celebravano in onore del dio Zeus, nella città di Olimpia a lui sacra.

Sono nati ufficialmente nel 776 a.c. e si sono svolti per oltre un millennio: ogni quattro anni fino al 200 a.c. e, con minore regolarità, fino al 393 d.c., quando furono definitivamente sospesi dall'imperatore Teodosio, su esplicita richiesta del vescovo di Milano, S. Ambrogio, in quanto manifestazione pagana.

Durante i diversi giochi sacri, ai quali partecipavano atleti provenienti da ogni angolo del mondo greco, veniva osservata una tregua bellica generalizzata.

Le competizioni del "periodos" prevedevano gare equestri, di atletica leggera e di lotta, ma anche sfide poetiche. Il premio, ambitissimo, era una corona di fronde intrecciate di oleastro. Il successo di un atleta corrispondeva al successo di un'intera polis, la città stato greca, facendo diventare l'atleta qualcosa di molto simile al nostro "eroe nazionale".

I Giochi Olimpici acquistarono tale importanza, da fare riferimento a loro per il computo degli anni: la vittoria di Maratona fu conseguita nel terzo anno della 72° Olimpiade.

Il concetto di sport dei Greci, differisce da quello delle altre civiltà antiche in quanto per la prima volta nella storia, divenne un fenomeno di massa, istituzionalizzato, regolarizzato e calendarizzato, con un marcato carattere religioso e festivo, che lo fanno rientrare a pieno titolo nella categoria del RITO

I GIOCHI OLIMPICI MODERNI

Il concetto di sport come lo concepirono gli antichi Greci fu a poco a poco abbandonato insieme alla loro cultura e alla loro civiltà; verrà riscoperto, e aggiornato in chiave moderna, nel XIX secolo, nell'ambito del rinnovato interesse per tutto il mondo classico.

Fu il giovane barone francese Pierre de Coubertin, appassionato di cultura clssica e di sport a rilanciare i Giochi Olimpici come emblema della competizione sportiva e della fratellanza fra i popoli.

De Coubertin intendeva dar vita alla manifestazione nell'ambito della grande Esposizione di Parigi nel 1900. Tuttavia durante il congresso internazionale di preparazione a Parigi del 1894, il delegato greco propose di ospitare la prima edizione dei Giochi Olimpici Moderni ad Atene. Il fascino della proposta contagiò i delegati delle altre 12 nazioni presenti che approvarono all'unanimità. Dal canto suo, de Coubertin ottenne che i giochi si svolgessero ogni quattro anni, che nel 1900 fossero a Parigi, e che poi fossero ospitati ogni volta in un Paese diverso, scelto dal CIO (Comitato Internazionale Olimpico) eletto appositamente.

I primi Giochi Olimpici dell'era moderna, così, si svolsero ad Atene dal 6 al 15 Aprile 1896. Parteciparono 13 nazioni, gli atleti in gara furono 245, nelle discipline: atletica leggera, ciclismo, ginnastica, lotta, scherma, nuoto, tiro, sollevamento pesi e tennis. Ogni vincitore venne cinto con rami di ulivo e medaglie e invitato a fare il giro d'onore.

Attualmente partecipano più di 200 nazioni ai Giochi con il numero totale di atleti che supera i 10.000.

Comunque l'Olimpiade di Atene fu inevitabilmente segnata dalla fretta con cui si dovette prepararla: molte regole saranno aggirate a causa della imprecisione con cui erano state stilate, prima fra tutte quella della partecipazione dei soli atleti dilettanti. De Coubertin teneva particolarmente a questa norma: il vero sportivo deve essere disinteressato e amare lo sport per sè stesso e non per il guadagno che può trarne.

Le difficoltà nel far rispettare questa norma furono subito enormi e fecero si che gli atleti partecipanti fossero marinai di navi ancorate al porto di Atene o turisti di passaggio. Gli unici atleti veri furono dei ginnasti tedeschi o atleti statunitensi; all'unico atleta italiano presente non fu consentito gareggiare perchè non poteva dimostrare di essere un dilettante.

L'idea di sport senza fini di lucro, bella in sè, faceva però riferimento ad un mondo in cui lo sport veniva praticato solo dai benestanti o nobili senza fare diventare il tutto un fenomeno di massa. A causa di ciò non sarebbe mai stata netta la differenza tra dilettanti e professionisti perciò negli anni '80 le regole sul dilettantismo sono state un pò allentate per poi eliminarle del tutto; l'unica disciplina che mantiene il dilettantismo è la boxe, mentre nel calcio sono ammessi solo 3 fuori quota rispetto all'età dei 21 anni.

Rimangono in vigore norme molto restrittive sulla pubblicità, anche se si ovvia accettando molti "sponsor ufficiali olimpici".

LA BANDIERA OLIMPICA

La bandiera olimpica fu ideata da Pierre de Coubertin e presentata ufficialmente al congresso Olimpico di Parigi nel 1914. Venne issata la prima volta ai Giochi di Anversa nel 1920.

Raffigura 5 cerchi di colore diverso ( blu, giallo, nero, verde, rosso ) intrecciati tra loro su uno sfondo bianco. La combinazione di questi sei colori simboleggia tutte le nazioni ( erano quelli con cui si possono disegnare le bandiere di tutti gli Stati ), mentre l'intreccio degli anelli rappresenta l'universalità dello spirito Olimpico. Come afferma lo stesso CIO, è errato credere che il colore di ciascun cerchi stia a rappresentare un determinato continente ( potrebbe essere scambiata per una visione razzista ).

Il motto dei Giochi Olimpici fu inizialmente " l'importante non è vincere, ma partecipare " attribuito a de Coubertin; dal 1924 è diventato " Citius, altius, fortius " ( più velocemente, più in alto, con maggior impeto )

AVVENIMENTI DEGNI DI NOTA RIGUARDO LE VARIE OLIMPIADI

( DA PRENDERE COME SPUNTO PER LE CLASSI TERZE RIGUARDO PERCORSO INTERDISCIPLINARE DEGLI ESAMI DI STATO )

La seconda Olimpiade moderna si aprì a Parigi nel 1900 in concomitanza con l'Esposizione Universale, rimanendo un pò oscurata da quest'ultima.

Nel 1904 le Olimpiadi si tennero a Saint Louis, con uno scandaloso programma razzista che riservava alcune gare alle cosiddette "razze inferiori".

Nel 1908 a Londra scoppiarono violente polemiche per il fatto che i giudici di gara fossero tutti inglesi, fidando nella grande tradizione sportiva di quel Paese; fiducia mal riposta.

Nel 1920 ad Anvesa si ebbe la prima esposizione della bandiera Olimpica.

Nel 1924 nacquero i Giochi Invernali a Chamonix.

Nel 1928 ad Amsterdam furono ammesse come atlete le donne.

Nel 1932 a Los Angeles fu edificato la prima volta il Villaggio Olimpico per ospitare gli atleti e i loro accompagnatori: d'ora in poi sarà obbligatorio per ogni città ospitante.

Nel 1936 a Berlino, i giochi furono sfruttati per propagandare l'aberrante ideologia nazista. Furono allestite coreografie grandiose come il primo viaggio della fiaccola dal monte Olimpo alle sedi di gara. Grande trionfatore di questa edizione fu l'atleta di colore Jesse Owens che davanti ad Hitler si aggiudicò ben 4 medaglie d'oro ( 100-200-lungo-4x100) tutte nello stesso giorno.

https://www.runlovers.it/2014/la-storia-di-jesse-owens-e-anche-un-po-quella-di-luz-long/

Nel 1952 a Helsinki furono presenti per la prima volta gli atleti dell'Unione Sovietica.

Nel 1960 a Roma gli atleti italiani vinsero 13 medaglie d'oro; il protagonista di questa Olimpiade però fu l'Etiope Abebe Bikila, che vinse la maratona in notturna per le vie di Roma correndo a piedi nudi.

Nel 1964 a Tokio fecero la prima comparsa i grandi apparati tecnologici.

Nel 1968 a Città del Messico, l'altitudine e il clima giocarono un ruolo molto importante favorendo parecchi record mondiali. Questa Olimpiade inoltre, viene ricordata per il segno di protesta contro il razzismo, messo in atto dai due atleti americani, durante la premiazione della gara dei 200m., alzando il pugno guantato di nero.

Nel 1972 a Monaco di Baviera, l'attacco al villaggio olimpico di otto terroristi palestinesi del gruppo Settembre Nero, contro gli undici atleti israeliani si risolse in una strage: morirono tutti gli ostaggi, un poliziotto e cinque terroristi. L'Olimpiade non venne interrotta e il personaggio fu Mark Spitz che vinse ben 7 medaglie d'oro nel nuoto.

Nel 1976 a Montreal brillò la stella rumena nella ginnastica, Nadia Comaneci, la prima a prendere 10 come punteggio.

Nel 1980 i giochi si svolsero a Mosca con boicottaggio da parte degli Stati Uniti e dei paesi del patto Atlantico, per protesta contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan.

Nel 1984 a Los Angeles il boicottaggio venne restituito dai paesi del blocco comunista. Questa edizione si ricorda per il personaggio Carl Lewis, vincitore di ben 4 medaglie d'oro nell'atletica leggera (100-200-lungo-4x100), come Owens nel 1936.

Nel 1988 a Seul la manifestazione fu caratterizzata dallo scandalo DOPING, cche espolse in modo eclatante con la squalifica del vincitore dei 100m. Ben Johnson.

A partire dal 1994 l'edizione invernale dei Giochi Olimpici viene sfasata di 2 anni.

Nel 1996 ad Atlanta i giochi si disputano con molte polemiche per una scelta che ha privilegiato i desideri di un grande sponsor ( Coca-Cola ) rispetto al fascino che avrebbe avuto la sede di Atene per l'edizione del centenario.

Nel 2004 le Olimpiadi finalmente tornano ad Atene con la presenza di 202 Paesi diversi e ben 10500 atleti, in una bella edizione nella loro terra di origine.


I GIOCHI PARALIMPICI

I Giochi paraolimpici sono l'equivalente dei Giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati. I primi giochi paraolimpici riconosciuti come tali si disputarono nel 1960 in Italia[1].

In Italia sono tuttora chiamati anche Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la Federazione Italiana Sport Disabili come Comitato italiano paraolimpico (CIP) e usa termini quali attività paraolimpica e Paralimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione[2], pubblicato il 5 maggio 2004 sulla Gazzetta Ufficiale, mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP del 17 dicembre 2004 anche la normativa italiana recepisce la denominazione Comitato Italiano Paralimpico.

Storia

Il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva nel 1948 per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare. Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I "X Giochi internazionali per paraplegici" di Roma, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi paraolimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale approvò la denominazione "Giochi paraolimpici".

I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della XVIII Olimpiade di Tokyo 1964 fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come II Giochi paralimpici estivi. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel 1968 a Città del Messico, ma nel 1966 il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo messicano. Fu allora Israele ad offrirsi di ospitare l'edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada.

Le prime Paralimpiadi invernali furono tenute in Svezia dal 21 al 28 febbraio 1976. I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato Paraolimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.

Dal 1992 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre taegeuk con i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo cioè il rosso, blu e verde e simboleggiavano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo paraolimpico, in cui si trovano tre agitos dal latino agito, ovvero io mi muovo in blu, rosso e verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che enfatizza il ruolo dell'IPC come raggruppatore degli atleti da ogni parte del mondo.


IL BADMINTON

Il badminton è uno sport che abbiamo praticato durante le lezioni scolastiche sia in palestra che all'aperto. Per questo potete continuare a svolgerlo durante i vostro tempo libero sia soli che in compagnia. Approfondiamo la conoscenza di questo sport imparando anche le regole di gioco e i suoi fondamentali.



ED.CIVICA ED ED. FISICA

Lo sport ha un ruolo importante in qualsiasi contesto venga praticato.

La lealtà nello sport prende il nome di fair play: è benefica per l'individuo, per le organizzazioni sportive e per la società nel suo complesso.

Va ricordato, infatti, come gli atleti, in particolare quelli che praticano l’attività sportiva ai più alti livelli, rappresentino per molti giovani dei modelli di riferimento ed abbiano, dunque, una grande responsabilità nei loro confronti. Loro per primi devono fornire sani modelli comportamentali e metterli in pratica durante lo svolgimento dell’attività sportiva, senza lasciarsi andare a gesti ed atteggiamenti poco rispettosi nei confronti degli avversari, degli arbitri, dei compagni, della società, perché si potrebbe correre il rischio di trasmettere ai bambini atteggiamenti negativi che quest’ultimi potrebbero reiterare a loro volta, legittimati dal fatto che gli amati idoli li abbiano adottati in campo.

Ma quindi, cosa intendiamo per Fair Play?

Fair play è un’espressione che significa gioco leale.

Non si tratta di una regola scritta, bensì di un comportamento eticamente corretto da adottare nella pratica delle diverse discipline sportive. Fair play significa rispettare le regole e l'avversario, accettare e riconoscere i propri limiti, sapere che i risultati sportivi ottenuti sono correlati all'impegno profuso e che, quindi, lo sport non è altro che una straordinaria occasione formativa di partecipazione e di assunzione di responsabilità. Il Fair Play è lotta all'inganno, alla violenza fisica e verbale, allo sfruttamento e alla corruzione. Lo sport praticato con fair play offre agli individui l'opportunità di conoscere meglio se stessi; di fissare e di raggiungere, attraverso la perseveranza e il sacrificio, gli obiettivi desiderati; di ottenere successi personali; di acquisire e migliorare le proprie capacità tecniche e dimostrare abilità; di interagire socialmente, divertirsi e raggiungere un buono stato di salute.

Nel 1975 il C.I.F.P. (Comitato Internazionale Fair Play) pubblicò “La Carta del Fair Play”, un documento che racchiudeva i concetti fondamentali del fair play. Questo documento rappresenta i nobili principi a cui chiunque pratichi lo sport dovrebbe ispirarsi. Qui di seguito, i dieci punti su cui esso si fonda.

- Fare di ogni incontro sportivo, indipendentemente dalla posta in gioco e dall’importanza della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa.

- Conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato.

- Rispettare i miei avversari come me stesso.

- Accettare le decisioni degli arbitri o dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all'errore, ma fanno tutto il possibile per non commetterlo.

- Evitare le cattiverie e le aggressioni nei miei atti, e mie parole o miei scritti.

- Non usare artifici o inganni per ottenere il successo.

- Rimanere degno della vittoria, così come nella sconfitta.

- Aiutare chiunque con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione.

- Portare aiuto a ogni sportivo ferito o la cui vita sia in pericolo.

- Essere un vero ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi suddetti.

Se tutti noi, chi nel proprio ruolo (atleti, tecnici, dirigenti e tifosi) seguissimo questi 10 punti, renderemmo di certo lo sport più sano e bello e i bambini che si apprestano ad iniziare un’attività sportiva inizierebbero un cammino più sereno ed educativo rispetto a quanto non ci sia adesso. Bisogna, quindi, sostenere il fair play, perché chi gioca lealmente è sempre vincitore.

Per quanto riguarda gli indicatori di valutazione per il curricolo di ed. Civica ci atterremo ai seguenti punti:

· Relazionarsi positivamente, collaborando con i compagni.

· Saper riconoscere e rispettare le regole stabilite.

· Mettere in atto comportamenti adeguati e corretti nell’ambito delle attività motorie.