27/10/24
Giornalisti: Issra Ikkiwi e Alice Giorgetti
Tecnici: Lucia Marinelli e Clara Giorgetti
27/10/24
Giornalisti: Issra Ikkiwi e Alice Giorgetti
Tecnici: Lucia Marinelli e Clara Giorgetti
Come è nato il tuo nome d’arte?
In un modo abbastanza ironico. C’era questo mio amico, ex amico, che due anni fa voleva anche lui iniziare a fare il cantante e mi ha chiesto “consigliami qualche nome d’arte”: allora io ho iniziato a pensare e mi è venuto in mente “traparentesi”. Quando c’ho ripensato mi sono detto “no, questo è troppo bello, me lo tengo per me”.
Quando hai cominciato ad appassionarti alla musica?
Non c’è un momento preciso. Nel senso che l’ho sempre ascoltata molto, però dal periodo del COVID e della quarantena, stando tutti i giorni, tutto il giorno, a casa, la musica ricopriva la maggior parte della giornata.
Come hai deciso di iniziare questo percorso?
Non l’ho deciso, semplicemente ho iniziato a scrivere canzoni perché mi aiutava ad esprimermi. Scrivevo, scrivevo, e a una certa ho sentito proprio il bisogno di farle sentire a qualcun altro e quindi piano piano ho iniziato anche a registrarle.
Chi o cosa ti ispira per le tue canzoni?
Un po’ tutto. Per esempio i miei cantanti preferiti, oppure ultimamente ho iniziato a scrivere sulle note del telefono ogni cosa che vedo che magari potrebbe stare bene in una canzone o che potrebbe ispirarmi, come una coppia che si tiene per mano.
Fai tutto da solo nella produzione delle tracce o hai qualcuno che ti aiuta, nelle basi per esempio?
Da solo non riuscirei a fare niente. Ho la fortuna di avere diversi amici che mi danno una mano. Uno si chiama Cresce e mi aiuta con le basi: nonostante siamo a distanza siamo prima di tutto amici e ci aiutiamo a vicenda. Poi c’è anche un altro ragazzo, Carlo che mi aiuta a sistemare le voci, gli effetti, e a rendere la canzone più di qualità.
A quale delle tue canzoni sei più legato?
Quella che si chiama “Block Notes”, ma più che altro perché quando l’ho pubblicata mi sono arrivati alcuni messaggi che mi hanno fatto davvero piacere. Anche un semplice “mi sento capita in questa frase”, per me significa tanto. Probabilmente non avevo capito il valore di quella canzone finché non me l’hanno detto gli altri.
Qual è la tua top 3 su Spotify?
I primi due posti fissi sono di Nayt e Olly, poi il terzo varia in base al periodo: per esempio adesso sono in fissa con Giuse the Lizia ma anche Thasup. Vario molto, dall’indie al rap.
Con chi ti piacerebbe collaborare un giorno?
Bella domanda…o Nayt perché appunto lo ammiro tantissimo per la sua scrittura e la sua attitudine. O anche Giuse the Lizia perché sento che cantiamo entrambi lo stesso genere.
Tra tutti i tuoi cantanti preferiti, se un giorno ti dovessero chiedere di aprire un loro concerto quale sceglieresti?
Probabilmente o Giuse de Lizia o comunque qualcuno più nel mondo indie, perché nonostante io ami molto Nayt è un po’ distante da quello che faccio io: se dovessi aprire il suo concerto secondo me non riscontrerebbe molto successo, sarebbe più efficace qualcosa di più indie.
Vedi la musica come un futuro certo o credi che sia indispensabile avere anche un piano B?
C’è una parte più realistica di me che sa che è difficilissimo vivere di musica, specie all’inizio, e che quindi sa che dovrei trovare un’alternativa. Ma c’è la parte immatura, del me sedicenne, che se pensa al me da grande non vede nient’altro che un cantante. Insomma, mi impegnerò al massimo per far sì che si possa avverare.
Una frase che hai scritto in cui ti ritrovi particolarmente?
Ce ne sono un sacco, ma probabilmente sempre in “Block Notes”, che è una canzone molto personale, c’è una frase che fa “sembra tutto una gara a chi c’ha i problemi più grandi ed in confronto agli altri i miei sono tutti astratti”. Spesso, magari confrontandomi anche con i miei amici o persone che conosco che hanno problematiche che mi accorgo essere davvero grandi, purtroppo tendo poi a sminuire i miei problemi. Lo penso anche se d’altra parte so che è sbagliato, perché comunque ognuno ha i propri problemi e non ha senso paragonarli a quelli degli altri.
Cosa consiglieresti a qualcuno che vorrebbe intraprendere la tua stessa strada?
Secondo me non c’è un consiglio vero per tutti perché comunque ognuno la vive e la interpreta a modo proprio, però posso semplicemente dire di essere se stessi e fare ciò che ti senti di fare. Non bisogna adattarsi a quello che fa più comodo, fare per esempio una canzone più orecchiabile ma che magari non ti rispecchia: piuttosto fanne una che senti tua e come va, va.