27/01/25
Giornalisti: Angela Ciarfuglia, Josefina Salvucci
Tecnici: Riccardo Spinozzi, Federico Tittini e Paolo Canala
27/01/25
Giornalisti: Angela Ciarfuglia, Josefina Salvucci
Tecnici: Riccardo Spinozzi, Federico Tittini e Paolo Canala
Un viaggio emozionante tra lotte e conquiste, guidato dalla prof.ssa Maria Serena Sapegno, in occasione della XII edizione del Festival Letterario “Bagliori”, coordinato dalla prof.ssa Anna Maria Caldarola, in collaborazione con le proff.sse Maria Grazia Baiocco ed Eleonora Ciccalé e, per la parte tecnica, il prof. Giuseppe Mercanti.
II 21 gennaio 2025 l’auditorium del nostro liceo è stato testimone di un incontro che ha toccato profondamente il cuore di tutti i presenti. La conferenza, dal titolo “ll Novecento: Il secolo delle donne”, tenuta appunto dalla prof.ssa Maria Serena Sapegno, docente di Letteratura italiana e di Studi di genere alla Sapienza di Roma, ha illuminato un secolo di conquiste, sacrifici e lotte, orientate ad un obiettivo fondamentale: l’acquisizione da parte delle donne di una propria soggettività, l’autodeterminazione femminile, la liberazione progressiva da un sistema patriarcale che per secoli le aveva tenute sotto scacco e silenzio, relegandole ai margini della Storia.
La prof.ssa Sapegno ha tracciato un percorso straordinario, raccontando di quelle donne che, pur partendo da una invisibilitá, sono state protagoniste di un cambiamento epocale. Un cambiamento che, attraverso la lotta e la resistenza, ha visto nascere un profondo desiderio di autonomia, di ricerca di una propria voce, di rivendicazione del diritto di essere, pensare e decidere della propria vita.
Le donne scrittrici del Novecento, come la premio Nobel Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, legata (seppure tristemente!) alla città di Civitanova Marche, Elsa Morante, Alda Merini e moltissime altre, hanno combattuto e scritto per essere se stesse, scegliere quale vita vivere e non accettare che altri decidessero per loro. Hanno rivendicato quella libertà che oggi forse diamo un po’ troppo per scontata, ma che, dovremmo più spesso ricordarci, è il frutto di sacrifici e durissime sfide.
Nel suo intervento la prof.ssa Sapegno ha attraversato la storia di tre generazioni di scrittrici del Novecento. La prima generazione, ben rappresentata da scrittrici del calibro di Deledda e Aleramo, è stata caratterizzata da una forte impronta emancipazionista e dal costituirsi di una coscienza per la rappresentazione di un nuovo soggetto donna. La seconda generazione si afferma intorno agli anni Trenta e si caratterizza per l’impegno politico e sociale e per la sperimentazione di nuovi linguaggi: Fausta Cialente, Elsa Morante, Alba de Cespedes, Anna Maria Ortese, Anna Banti, Natalia Ginzburg, ma anche la letteratura resistenziale con Renata Viganó e il suo l’ Agnese va a morire. La terza generazione è quella rappresentata da scrittrici come Dacia Maraini, Clara Sereni, Rosetta Loy e poetesse (o poete come molte di loro amano definirsi) come Alda Merini, Patrizia Cavalli, Amelia Rosselli, Margherita Guidacci. La riflessione non si è fermata al passato, ma ha lanciato uno sguardo verso il presente, invitando la nostra generazione, la “Gen z”, a non dare mai per scontato ciò che è stato raggiunto. Le conquiste di ieri, ci ha ricordato la Sapegno, sono fragili, e possono facilmente essere messe in discussione.
Particolarmente emozionante è stato comprendere il ruolo fondamentale che il femminismo ha avuto nella costruzione della libertà delle donne, non solo come acquisizione di diritti fondamentali (diritto di voto, accesso all’istruzione e al lavoro, parità di genere e libertà sessuale), ma come vera e propria conquista interiore. Le donne del secolo scorso si sono battute per un cambiamento radicale della propria condizione familiare e sociale e per affermare la propria soggettività, spesso entrando in conflitto con quella cultura patriarcale che neanche ne prevedeva l’esistenza.
Cosa penserebbero quelle scrittrici che per prime hanno lottato per la loro libertà e quella di tutte le altre donne di una conferenza come quella di ieri? Probabilmente sarebbero felici di aver aperto la strada a questo cammino di liberazione ancora in corso. Sarebbero forse commosse nel sapere che la nostra generazione non solo è consapevole dei loro immensi sacrifici, ma che porta nel cuore un profondo senso di ribellione, non accontentandosi della società cosi com’è, ma provando a cambiarla, segnandola con la nostra presenza di soggetti donne. Forse ci guarderebbero con orgoglio e ci raccomanderebbero che non basta conquistare la libertà, ma bisogna continuare a proteggerla, a difenderla, a coltivarla, affinché nessuno possa mai più sottrarcela.
L’incontro con la prof.ssa Sapegno ha lasciato in noi studentesse e studenti una certezza: le conquiste delle donne non sono mai un punto di arrivo, ma un cammino continuo. Un cammino che deve proseguire con la stessa determinazione e forza che ha animato le generazioni precedenti perché i diritti delle donne non sono mai definitivamente acquisiti e il patriarcato è sempre il substrato da cui veniamo. Un passo in avanti è costato lotte e sacrifici e sarebbe molto facile (e triste) invece tornare indietro.