C’è una magia che il mare esercita intensamente sugli uomini - quanti gli vivono a fianco e non solo -, e li segna per sempre. Non potrò mai dimenticare la confidenza di un'amica, durante una di quelle conversazioni sul futuro che tanto si fanno a quest'età: “Quando andrò all’università, ciò che mi mancherà di più sarà il mare.” Sono state queste le sue parole. Il triste rimpianto che scaturisce dalla lontananza, dalla perdita di quell’azzurro e sconfinato orizzonte, della sua presenza amica. Perché chi nasce sulle rive del mare, di mare vive e non può immaginare un mondo senza; le sue onde salmastre scorrono nell’anima di quanti lo amano, custodiscono segreti, cullano ricordi e portano conforto a coloro che lo cercano. E proprio questo infinito respiro del mare, ed in particolare del “mare nostrum”, il Mediterraneo, intorno al quale sono fiorite straordinarie civiltà, che ha dato vita alla millenaria cultura del nostro Occidente, ha costituito il tema dell'undicesima edizione della Notte nazionale del Liceo Classico, cui la nostra scuola, insieme ad altri 360 istituti in Italia - e non solo -, ha partecipato lo scorso Venerdì 5 Aprile.
La Notte del Classico, come tradizione del nostro Liceo, si realizza in una sinestesia di molteplici attività – conferenze, performance teatrali, danze e momenti canori a tema -, ma si profila anche come un rito di passaggio, di commiato per la precisione, per i maturandi dell’indirizzo - i ragazzi delle attuali classi quinte -, cui è stata affidata parte dell’organizzazione dell’evento.
A riflettere sullo spazio sempre vitale del Mediterraneo, nel passato come nel presente, lo scrittore e traduttore Matteo Nucci, che dialogando insieme a noi studenti sui suoi saggi “Le lacrime degli eroi” e “Achille e Odisseo", ha sottolineato la necessità di un Mediterraneo unito e solidale. Nucci ha dimostrato come quel mondo classico, che sopravvive all’apparenza tra le sole pagine dei libri di scuola, sia in realtà tuttora vitale, inevitabilmente radicato nel sentire comune, nel nostro immaginario collettivo, tale da mantenersi per sempre. Imparare dal passato, con lo sguardo rivolto al futuro, questo l’invito conclusivo di Matteo Nucci, perché solo conoscendo da dove veniamo, possiamo veramente decidere chi diventare.
A seguire la “Gustatio romana”, la ricca selezione di piatti tipici della Roma Antica offerta a tutti i presenti dal Ristorante Vitanova e dal Caffè del Teatro Cerolini.
Finalmente alle ore 21 nel nostro Auditorium, allestito con le sapienti scenografie ad opera della Prof.ssa Simona Nicheli e dei suoi studenti del Potenziamento di Teatro classico, si è vissuto il momento più atteso della serata: la messa in scena dello spettacolo ideato, interpretato e diretto da noi studenti dell’indirizzo classico.
Dopo una scoppiettante rivisitazione dei Menaechmi, sapida commedia plautina, eccoci pronti a ripercorrere il mitico viaggio di Odisseo, all’inseguimento di un invisibile filo, che cuce insieme mitologia, storia ed attualità. Cosa ha rappresentato il mare per gli uomini del nostro passato? Cosa significa oggi? Da culla a tomba dei popoli, spazio che unisce e separa allo stesso tempo, come il destino di due giovani innamorati, condannati a stare lontani, come la tragedia di chi in mare ci muore.
Nonostante i problemi tecnici occorsi, ma presto risolti, si è potuto assistere alla presentazione in anteprima di alcuni brani del nuovo EP di Lorenzo Sbarbati, ex allievo del nostro Liceo Classico che, oltre ad offrire coinvolgenti versioni live di pezzi propri ed altrui, ha narrato alla platea la sua esperienza di tirocinante, in qualità di futuro docente di Storia e Filosofia, proprio qui nella scuola, da cui tutto è per lui cominciato. Di musica, però, non se ne ha mai abbastanza: ed ancora, dunque, altri brani sempre a tema Mediterraneo, appartenenti al repertorio del grande cantautorato italiano e proposti dai nostri talentuosi studenti.
“È mezzanotte, e l’ora passa frattanto”, così, con i versi di un celebre notturno di Saffo, recitato a più voci in traduzioni diverse, la serata è giunta al suo termine.
Anche per quest’anno La Notte del Classico si è dimostrata una felice occasione per riflettere insieme su aspetti della quotidianità altrimenti troppo spesso dati per scontati, quali, appunto, il richiamo del mare nella vita degli uomini e ancora la funzione del Mediterraneo nello scenario politico di questo nostro tempo tormentato ed inquieto. Dalle parole di Matteo Nucci, così come nelle battute recitate e nelle strofe delle canzoni è apparsa una linea conduttrice comune: l’amore per il mare e per la sua vastità, che ci permette di immaginare mondi lontani e vite parallele, ma che ci ricorda anche la nostra evidente piccolezza.
Di fronte a quell’infinita distesa blu gli eventi della nostra esistenza possono forse ricomporsi in una prospettiva diversa.
In fondo che cos’è l’eternità se non il mare mischiato col sole?